la mensa scolastica in italia ed europa tra sostenibilità ambientale e giustizia sociale

la mensa scolastica in italia ed europa tra sostenibilità ambientale e giustizia sociale

La mensa scolastica in Italia ed Europa promuove alimentazione sana, sostenibilità ambientale e inclusione sociale, con modelli virtuosi a Roma, Milano e Nuoro che riducono emissioni di CO2 e migliorano la qualità dei pasti.
La Mensa Scolastica In Italia La Mensa Scolastica In Italia
L'articolo evidenzia il ruolo fondamentale delle mense scolastiche in Italia ed Europa nel promuovere un’alimentazione sana, sostenibile e accessibile, con focus su pratiche che riducono l’impatto ambientale e contrastano le disuguaglianze sociali. - Gaeta.it

La mensa scolastica gioca un ruolo cruciale nel garantire un’alimentazione sana e accessibile ai bambini, influendo anche sull’ambiente e sulla lotta alle disuguaglianze sociali. Uno studio della fondazione Ecosistemi, nell’ambito del progetto europeo SchoolFood4Change, ha esaminato le mense in 12 Paesi e 19 regioni, concentrandosi soprattutto su Italia e città come Roma, Milano e Nuoro. I dati raccolti mostrano come l’adozione di pratiche sostenibili in mensa possa ridurre le emissioni di CO2 e al contempo migliorare la qualità nutrizionale dei pasti.

Ruolo delle mense scolastiche nella salute e nell’ambiente

Le mense scolastiche, se organizzate con attenzione, offrono un pasto quotidiano equilibrato e in grado di prevenire patologie come obesità, diabete o problemi cardiovascolari fin dall’infanzia. L’utilizzo di ingredienti stagionali, biologici e a filiera corta, come previsto dai Criteri Ambientali Minimi , contribuisce a limitare l’impatto ambientale. Per esempio, Roma potrebbe ridurre circa 2mila tonnellate di CO2 all’anno evitando cibi fuori stagione, con ulteriori 21mila tonnellate evitate grazie al biologico.

In Europa, città come Malmö e Tallinn offrono pasti completamente gratuiti e con una percentuale molto alta di ingredienti biologici, riuscendo a contenere l’impronta carbonica grazie all’aumento di piatti vegetali. Al contrario, nazioni come Belgio e Ungheria consentono alle singole scuole di decidere la gestione della mensa, risultando in forti differenze di accesso e qualità del servizio.

Il modello italiano sancito dai criteri ambientali minimi

L’Italia si distingue per l’obbligo, sancito dalla normativa sui Cam, di utilizzare almeno il 50% di frutta, verdura, legumi e cereali biologici e di stagione nella ristorazione pubblica, compresa quella scolastica. Questo vincolo rende il modello italiano unico in Europa, imponendo standard minimi sul piano nutrizionale e ambientale.

Le mense diventano così un supporto concreto contro la povertà alimentare, assicurando a bambini di famiglie meno abbienti pasti completi e nutrienti. Il progetto Sf4C ha valutato porzioni abbondanti di frutta e verdura di stagione nelle mense italiane, insieme a un equilibrato apporto di carboidrati e proteine. Restano comunque differenze tra aree e comuni, visto che la gestione della refezione è affidata agli enti locali, generando modelli diversi in termini di menù, qualità e accesso.

Casi studio: confronto tra roma, milano e nuoro

A Roma, che serve oltre 145mila pasti al giorno, il Comune ha introdotto un menù green con un pasto vegetale al mese, nel rispetto dei Cam e delle linee guida nazionali. La fondazione Ecosistemi stima che questo potrebbe portare a una riduzione di 130mila tonnellate di CO2 l’anno se raddoppiato a due pasti vegetali mensili, ovvero circa 4 kg di emissioni evitate per ogni pasto. Le scuole romane organizzano percorsi educativi su dieta mediterranea, biodiversità e spreco alimentare per sensibilizzare gli studenti.

Milano, con oltre 83mila pasti erogati quotidianamente tramite la società pubblica Milano Ristorazione, garantisce menù stagionali con una buona presenza di prodotti biologici e a filiera corta. Sono disponibili ogni giorno opzioni vegetariane e vegane senza dover presentare certificati medici. La trasparenza nella filiera è uno dei punti di forza: vengono selezionati fornitori con criteri ambientali e sociali. Dal 2015 al 2022, grazie all’adesione al programma Cool Food Pledge, Milano ha tagliato del 34% le emissioni legate ai pasti scolastici, secondo il World Resources Institute, e promuove anche l’uso di stoviglie riutilizzabili e la riduzione degli sprechi.

Nel comune di Nuoro, in Sardegna, la mensa scolastica alimenta anche la filiera agroalimentare locale. I pasti sono preparati in cucine interne ai nidi e distribuiti alle scuole primarie, con un menù che rispetta la stagionalità e valorizza prodotti DOP e IGP regionali. L’offerta è ricca di frutta e verdura, ma presenta ancora un consumo di carne superiore alle raccomandazioni internazionali. Secondo i dati di SchoolFood4Change un’integrazione maggiore di proteine vegetali potrebbe ridurre l’impatto senza alterare il gusto o la tradizione. Qui la mensa si conferma anche come luogo di educazione al cibo e alle radici culturali.

Prospettive per un sistema alimentare scolastico sostenibile in europa

Secondo Sabina Nicolella, responsabile di progetti della fondazione Ecosistemi, la mensa scolastica rappresenta un diritto e uno strumento per ridurre disuguaglianze e migliorare la salute pubblica, oltre a favorire economie locali e sostenibili. L’esperienza italiana con città come Roma, Milano e Nuoro dimostra che è possibile coniugare qualità, accesso e rispetto ambientale.

In Europa serve una strategia vincolante che imponga standard minimi comuni riguardo qualità nutrizionale, sostenibilità, accesso e trasparenza nella ristorazione scolastica. Garantire a ogni bambino un pasto che rispetti il benessere individuale e il pianeta resta una sfida aperta per i governi e le amministrazioni pubbliche, che si trovano a gestire un servizio essenziale per il futuro del continente.

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