La maternità e il divismo femminile nel cinema italiano: il saggio di Maria Elena D'Amelio

La maternità e il divismo femminile nel cinema italiano: il saggio di Maria Elena D’Amelio

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La maternità e il divismo femminile nel cinema italiano: il saggio di Maria Elena D'Amelio - Fonte: Ansa | Gaeta.it

Un’interessante esplorazione del legame tra maternità e divismo femminile nel contesto del cinema italiano degli anni Cinquanta e Settanta è al centro del nuovo saggio di Maria Elena D’Amelio, intitolato “La diva madre. Saggi su maternità e divismo nel cinema italiano”. Pubblicato da Meltemi al prezzo di 14 euro, il volume offre una riflessione approfondita su come le icone del grande schermo abbiano incarnato e rappresentato l’esperienza materna, con un occhio attento ai contesti storici e sociali dell’epoca.

Il ruolo della maternità nella costruzione dell’immagine divistica

La diva come icona: tra realtà e finzione

Maria Elena D’Amelio analizza come le attrici italiane siano diventate simboli di un ideale di maternità, condividendo al contempo aspetti della propria vita privata con il grande pubblico. La ricerca sottolinea che, nel periodo compreso tra gli anni Cinquanta e Settanta, il cinema non rappresentava solo storie di finzione, ma rifletteva anche le norme sociali e i valori culturali dell’epoca. La maternità viene indagata non semplicemente come un tema narrativo, ma come un elemento cardine che contribuisce a definire e a modellare il divismo femminile. Le attrici, da Sophia Loren a Gina Lollobrigida, hanno saputo navigare tra i propri ruoli di madri e le aspettative di un’industria cinematografica che richiedeva loro un’immagine impeccabile.

La matriarchia e le sue sfide nel cinema

D’Amelio si sofferma sulle complesse dinamiche che riguardano le madri nel cinema, ponendo l’accento su come la narrativa cinematografica abbia spesso idealizzato la figura materna, ma al contempo non abbia esitato a crearne versioni distorte, in cui la madre è rappresentata come una figura di sacrificio o di oppressione. Questa rappresentazione duale è fondamentale per comprendere come il “divismo” non sia solo un fenomeno legato alla notorietà, ma anche a come queste icone affrontano e negoziano il proprio ruolo all’interno delle narrazioni che le riguardano. Le case di produzione e i registi hanno, in molti casi, utilizzato la maternità per costruire un’idealizzazione che sfida le realtà quotidiane vissute dalle donne.

Celebrity culture e tabù della maternità

Norme e trasgressioni: il discorso materno nella cultura della celebrità

Un aspetto chiave del saggio è l’esplorazione della “celebrity culture”, che regola e disciplina le aspettative sociali nei confronti delle madri famose. D’Amelio analizza come la cultura delle celebrità modelli la percezione pubblica della maternità, imponendo norme rigide che spesso collidono con le esperienze personali delle attrici. La maternità viene considerata un “tabù” che, al contempo, offre opportunità di avvicinamento e di distanza dalla figura della diva. Le biografie pubbliche delle attrici diventano un terreno fertile per indagare come queste vivano il conflitto tra le loro identità private e pubbliche.

La maternità come esperienza sociale e istituzionale

Il volume di D’Amelio si interroga, inoltre, su come la maternità fosse anche affrontata in termini istituzionali, esaminando le politiche sociali dell’epoca e come esse influenzassero le condizioni di vita delle madri e delle famiglie in generale. Lo studio mette in evidenza le contraddizioni e le dualità presenti nella rappresentazione della maternità, analizzando come queste si traducano in narrativi cinematografici che oscillano tra l’ideale e il realistico. La sentirsi “madre” viene interpretato spesso come un dovere sociale che crea una tensione tra l’autenticità e il desiderio di conformarsi alle aspettative del settore.

L’autrice e il suo percorso accademico

Maria Elena D’Amelio: un’esperta di cinema e cultura visiva

Maria Elena D’Amelio è una figura di spicco nel panorama accademico contemporaneo, come docente associata in Cinema, fotografia e televisione nel Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino. Il suo lavoro ha arricchito il dibattito culturale su temi cruciali legati al divismo, alla rappresentazione di genere e alla maternità, rendendola una voce fondamentale nel campo degli studi cinematografici.

Pubblicazioni e contribuzioni

Oltre al recente saggio, D’Amelio ha pubblicato opere significative come “Ercole, il divo” nel 2012 e ha co-curato volumi importanti come “Italian Motherhood on Screen” e “Media and Gender”, confermandosi come una delle principali studiosi nel suo campo. Il suo impegno nella ricerca si traduce anche in una serie di articoli come autrice di riferimento, offrendo contributi innovativi sulle dinamiche di genere e sull’evoluzione delle immagini femminili nel contesto mediatico. La sua voce, compresa nella voce “stardom” delle Oxford Bibliographies Online, continua a rappresentare un punto di riferimento per studiosi e appassionati interessati ai fenomeni del cinema e della cultura popolare.

La pubblicazione di “La diva madre” si inserisce quindi in un quadro più ampio di riflessioni che sono fondamentali per capire come la rappresentazione della maternità sia evoluta nell’industria cinematografica italiana, contribuendo alla costruzione di un immaginario collettivo che ancora oggi influenzano la società contemporanea.

  • Marco Mintillo

    Marco Mintillo è un giornalista e blogger specializzato in cronaca e attualità, con una passione per i viaggi. Collabora regolarmente con Gaeta.it, un sito di riferimento per notizie e approfondimenti sulla città di Gaeta e oltre. Qui, Marco pubblica articoli che spaziano dall'analisi di eventi locali a questioni di rilievo internazionale, offrendo sempre una prospettiva fresca e dettagliata. La sua abilità nel raccontare i fatti attraverso la lente del viaggiatore gli ha guadagnato una fedele base di lettori che apprezzano la sua capacità di legare la cronaca mondiale alle storie del territorio.

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