La Marina Militare Italiana verso il futuro: progetto innovativo per i droni da combattimento

La Marina Militare Italiana verso il futuro: progetto innovativo per i droni da combattimento

La Marina Militare Italiana lancia il progetto “Sciamano Drone Carrier” per integrare droni avanzati nelle operazioni navali, con l’obiettivo di migliorare sorveglianza e intelligence entro il 2040.
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La Marina Militare Italiana verso il futuro: progetto innovativo per i droni da combattimento - Gaeta.it

Il futuro della Marina Militare Italiana si prefigura ricco di innovazioni tecnologiche, grazie all’avvio di un ambizioso progetto intitolato “Sciamano Drone Carrier”. Questo studio preliminare mira a trasformare radicalmente le operazioni navali, permettendo il trasporto e l’utilizzo di droni avanzati per missioni di intelligence e sorveglianza. Con la scadenza programmata per il 2040, l’iniziativa potrebbe stabilire un sistema altamente integrato, creando una vera e propria “rete di reti” per la gestione dei veicoli senza pilota. Il tutto sarà approfondito nel corso del prossimo “Sea Drone Tech Summit 2024”, evento di riferimento per il settore della robotica marina.

Il progetto sciamano drone carrier: un’innovazione strategica

Il progetto “Sciamano Drone Carrier”, che è stato avviato e finanziato nell’ambito del Piano Nazionale di Ricerca Militare, rappresenta una pietra miliare per la Marina Militare. Affidato a Fincantieri, leader nel settore navale, l’obiettivo è definire il “concept design” di una nave progettata specificamente per il supporto e il lancio di droni. Questo avveniristico hub all’interno della flotta consentirà operazioni più coordinate e efficienti, nonché l’implementazione di un sistema complesso per il comando e il controllo di droni ad ala fissa e rotante. Le sfide tecnologiche da affrontare sono considerevoli, ma un investimento così significativo promette di cambiare il volto delle capacità operativa della Marina.

L’efficacia del progetto dipenderà dalla capacità di integrare i droni nelle operazioni marittime. I veicoli senza pilota saranno cruciali per l’esecuzione di attività di sorveglianza e intelligence, aumentando notevolmente la versatilità e la reattività delle navi in missione. Secondo le proiezioni, la “nave porta-droni” dovrebbe operare efficacemente in scenari complessi, dove il recupero e il lancio di droni senza pilota diventa vitale. Con l’epoca della guerra 4.0 sempre più presente, l’adozione di droni nella Marina Militare potrebbe diventare una necessità strategica.

Il sea drone tech summit 2024: un’importante vetrina per la tecnologia marina

Il “Sea Drone Tech Summit 2024” rappresenterà un importante tavolo di discussione e presentazione per il progetto “Sciamano Drone Carrier”. Questo congresso nazionale sulla robotica marina, in programma il 29 e 30 ottobre presso il Polo Acquatico della Federazione Italiana Nuoto a Ostia, sarà il palcoscenico in cui esperti e operatori del settore si raduneranno per esaminare i progressi delle tecnologie subacquee e aeree.

L’evento, che giunge alla sua quarta edizione, avrà una speciale attenzione per le innovazioni nel campo dell’automazione marittima e dei sistemi di droni. I partecipanti potranno assistere a conferenze, workshop e sessioni dedicate alle ultime tecnologie in uso, raccogliendo informazioni fondamentali per l’implementazione del progetto vigilato da Fincantieri. È previsto un calibro elevato di interventi, con esperti del settore che offriranno uno sguardo esaustivo sulle tendenze future e le sfide che si presentano.

Droni nella marina militare: un trend in crescita

La Marina Militare non è nuova all’impiego di droni e, negli ultimi anni, ha compiuto significativi passi in avanti in questo campo. Già nel giugno 2023, nel contesto di manovre operazionali, il pattugliatore d’altura “Paolo Thaon di Revel” ha testato la nuova versione del mini-elicottero “AWHero”. Questo dispositivo, realizzato da Leonardo, pesa circa 200 chilogrammi ed è progettato per operazioni diverse, tra cui il monitoraggio delle aree marittime e la raccolta di dati sensibili.

Non è solo questo il contributo della Marina a favore dell’innovazione tecnologica: nel novembre 2022, a bordo della fregata “Carlo Bergamini”, è stata lanciata una sessione operativa che ha visto il primo operato recupero di un drone “ScanEagle” della Boeing, segnando un passo fondamentale nell’integrazione dei droni ad ala fissa in missioni militari. La capacità di lanciare e recuperare droni nel mare aperto non solo consente una migliore sorveglianza, ma aumenta anche la flessibilità operativa.

Inoltre, la recente approvazione da parte della Commissione Difesa della Camera per l’acquisizione di fino a 14 droni ad ala fissa e rotante segna un passo deciso verso l’ampliamento delle capacità operative della Marina. Questa iniziativa, combinata con il progetto “Sciamano”, suggerisce che l’integrazione delle tecnologie droniche non è solo un’opzione strategica, ma un percorso necessario per il futuro delle operazioni navali italiane.

Il futuro è adesso: espansione delle capacità operative nella marina militare

Accanto ai droni aerei, la Marina Militare ha investito anche in robot subacquei, come l’“Hugin 1000” della Kongsberg Maritime e i droniPluto Gigas” e “Multipluto” di Gaymarine. Questi sistemi tecnologici consentono di effettuare operazioni di ricerca, mappatura e recupero in ambito marino, espandendo considerevolmente le possibilità operative.

In questo contesto, il progetto “Sciamano Drone Carrier” rappresenta solo l’inizio di una lunga serie di innovazioni attese nel settore della difesa. La vera sfida sarà portare a termine una sinergia efficace tra le tecnologie aeree e subacquee, garantendo così non solo la sicurezza marittima, ma anche un significativo avanzamento strategico per il Paese. Il monitoraggio delle coste italiane e la protezione delle risorse marittime saranno sempre più legati all’uso congiunto di droni ampiamente diversificati, favorendo l’adozione di tecnologie sempre più avanzate e specifiche.

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