Le prossime elezioni comunali in diversi centri della provincia di Napoli, tra cui Giugliano e Nola, vedono emergere tensioni all’interno del centrosinistra. Marco Sarracino, referente per il Sud nella segreteria nazionale del Pd, ha commentato la mancata intesa con il Movimento 5 stelle, sottolineando le difficoltà e le scelte che hanno segnato questa fase politica. Lo scontro attuale mette in luce un disagio legato a strategie che in passato avevano portato risultati inattesi e importanti.
La situazione nei comuni interessati al voto e il ruolo della periferia
Il voto del 25 e 26 maggio coinvolge diversi comuni della provincia di Napoli, importanti per la dimensione e la loro influenza politica. Tra questi ci sono Giugliano, Nola, Marigliano, Volla e Casavatore. Luoghi dove le alleanze tra partiti possono determinare risultati decisivi e segnare lo scenario politico regionale.
Nel corso di un evento dedicato alle periferie, organizzato a Secondigliano da Pd e M5S, Sarracino ha ribadito l’impegno comune a lavorare per ottenere buoni risultati alle elezioni. Ha sottolineato che la sfida riguarda anche il progetto più ampio di rivitalizzazione delle periferie, una questione centrale per molte realtà campane. Questo approccio conferma come la politica locale sia interconnessa con temi sociali e di sviluppo.
Le ragioni della mancata intesa e la posizione del partito nazionale
La mancanza di un’alleanza tra Pd e M5S in più comuni della provincia di Napoli non sembra dipendere da un univoco motivo. Sarracino attribuisce la responsabilità a dinamiche interne e a scelte dei gruppi dirigenti a livello provinciale. Dal livello nazionale il Pd avrebbe invece sempre sostenuto la costruzione di un’intesa.
La fase attuale obbliga le forze in campo a sostenere i propri candidati separatamente, ma allo stesso tempo lascia aperto uno spazio di confronto futuro. Sarracino annuncia che dopo il voto si avvierà un dibattito interno per analizzare quanto accaduto. La questione del “campo largo” – inteso come un fronte inclusivo tra diverse forze progressiste – resta centrale nelle strategie del Pd campano. Questa riflessione riguarda sia le prossime regionali che le future politiche nazionali.
La vittoria del centrosinistra cinque anni fa e il modello degli accordi territoriali
Cinque anni fa pochi avrebbero previsto i successi ottenuti grazie agli accordi tra Pd e M5S, in particolare nel comune di Giugliano, un territorio non scontato sul piano elettorale. Marco Sarracino ricorda come quella intesa abbia permesso di conquistare amministrazioni difficili da sbloccare per il centrosinistra. In quel periodo, nonostante la consapevolezza della complessità della battaglia, si respirava un entusiasmo generale, un sentimento di speranza che aveva coinvolto dirigenti e cittadini.
Oggi invece Sarracino denuncia una certa delusione tra i dirigenti territoriali. A suo avviso quell’entusiasmo rischia di svanire proprio per la rottura delle alleanze. Il riferimento ai successi di allora evidenzia quanto possa cambiare rapidamente il clima politico sul territorio. Il modello di collaborazione sperimentato si è rivelato efficace e replicabile, ma la rottura attuale mette in discussione quell’esperienza.
L’importanza strategica di un patto tra pd e m5s per le elezioni regionali e politiche
Secondo Sarracino, un’intesa tra Pd e Movimento 5 stelle in Campania avrebbe potuto produrre risultati decisivi nelle ultime consultazioni politiche. L’esempio citato riguarda i collegi uninominali, che secondo lui sarebbero stati conquistati tutti se l’alleanza si fosse concretizzata cinque anni fa.
Il riferimento ai “cose concrete” certifica la volontà di stringere un accordo fondato su obiettivi chiari e programmi condivisi, senza lasciare margini a interpretazioni vaghe o ambigue. Un patto di questo tipo, secondo Sarracino, può incidere non solo a livello locale ma segnare una strategia valida per la regione e il Parlamento.
Il quadro che si presenta resta quindi in divenire. La politica partenopea e campana segue fasi di avvicendamenti e riposizionamenti, dove alleanze passate non sempre si riproducono allo stesso modo. Il ruolo dei partiti nazionali è di stimolare queste intese, ma alla resa dei conti sono i gruppi territoriali a decidere il destino delle coalizioni. Le elezioni di maggio saranno una prova evidente di questo equilibrio instabile.