La maggioranza degli italiani favorevole alla cittadinanza per figli di immigrati cresciuti in italia, 72% secondo sondaggio ipsos

La maggioranza degli italiani favorevole alla cittadinanza per figli di immigrati cresciuti in italia, 72% secondo sondaggio ipsos

Un’indagine Ipsos per Amref Italia mostra un crescente consenso, soprattutto tra i giovani della generazione Z, verso la concessione della cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati o cresciuti in Italia.
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L'articolo analizza il crescente consenso in Italia, soprattutto tra i giovani, verso una legge più inclusiva sulla cittadinanza per i figli di immigrati nati o cresciuti nel paese, evidenziando il dibattito e le proposte di riforma legislative in corso. - Gaeta.it

Il tema della cittadinanza italiana torna a occupare un posto rilevante nell’opinione pubblica. Secondo un’indagine Ipsos realizzata per Amref Italia nel 2025, il 61% degli intervistati apprezza la legge attuale che concede la cittadinanza agli stranieri, con un calo di 3 punti rispetto all’anno precedente. Il dato più significativo riguarda però i figli di immigrati stranieri, nati o cresciuti in Italia, per i quali il consenso sale al 72%. Tra i giovanissimi della generazione Z si raggiunge addirittura l’82%. Questi dati riflettono un’Italia che si confronta con una società sempre più multiculturale.

Il consenso verso la cittadinanza per i figli di immigrati cresciuti in italia

La ricerca Ipsos ha focalizzato l’attenzione su un profilo specifico di stranieri: i figli di immigrati nati in Italia o arrivati entro i 12 anni di età e che hanno frequentato regolarmente almeno cinque anni di scuola italiana. Questa categoria raccoglie una maggioranza netta di consensi a livello nazionale e un sostegno ancora più forte tra i più giovani. L’opzione di concedere a questi ragazzi la cittadinanza italiana viene vista come un passo concreto verso il riconoscimento di un’appartenenza reale al tessuto sociale e culturale del paese.

Una linea di continuità tra esperienza e riconoscimento

I dati indicano una linea di continuità tra esperienze di vita e riconoscimenti formali. Chi nasce o cresce in Italia, infatti, intreccia la propria storia quotidiana con quella della collettività, partecipa alla vita scolastica e sociale, spesso senza distinzione rispetto ai coetanei italiani. La maggiore apertura, che si riscontra in particolare tra i giovani della generazione Z, mostra un cambiamento generazionale nell’atteggiamento pubblico rispetto all’immigrazione e alla cittadinanza.

Il contributo delle nuove generazioni di immigrati secondo amref italia

Paola Crestani, presidente di Amref Italia, sottolinea l’importanza di riconoscere il valore delle nuove generazioni: «Conosciamo da vicino la ricchezza, le competenze e l’energia dei giovani nati o cresciuti in Italia dopo percorsi spesso complessi». Questi giovani rappresentano parte integrante delle comunità italiane e contribuiscono alla crescita culturale, economica e sociale del paese. Il riconoscimento formale della cittadinanza sarebbe un passo decisivo per integrarli pienamente nella società.

Amref Italia evidenzia come il dibattito attorno alla riforma della legge sulla cittadinanza sia ancora aperto, ma la proposta di ridurre da 10 a 5 anni il requisito di residenza legale continua a guadagnare terreno. Ridurre il periodo di residenza necessario rappresenterebbe un impulso concreto per facilitare l’inclusione di molti giovani stranieri, che già vivono nell’ambiente italiano da anni.

Dibattito e proposte legislative

Il dibattito sulla riforma vede confrontarsi diverse posizioni, ma la proposta di abbreviare il requisito di residenza conferma una crescente volontà di maggiore inclusività.

Indicazioni sul cambiamento legislativo e attenzione all’opinione pubblica

Il consenso espresso dal sondaggio Ipsos evidenzia un crescente appoggio a misure che rendano più accessibile la cittadinanza per chi è cresciuto in Italia, nonostante la legge vigente rimanga piuttosto rigida. La legge attuale prevede requisiti più lunghi e criteri restrittivi che spesso tengono i giovani immigrati in una condizione di incertezza, anche dopo anni di permanenza e integrazione.

Proposte come quella di abbassare gli anni di residenza a cinque potrebbero alleggerire questa situazione, favorendo la stabilità giuridica e l’inserimento sociale. Allo stesso tempo, il dibattito riflette le diverse sensibilità presenti nella società, ma la maggioranza degli italiani sembra orientata verso formule che riconoscano diritti più chiari ai figli di immigrati con percorsi scolastici consolidati.

Forte pressione per un intervento legislativo

Il tema resta centrale nel confronto pubblico e politico e, con una frazione importante di cittadini dalla parte di un allargamento della cittadinanza, cresce la pressione per un intervento legislativo che tenga conto delle trasformazioni demografiche e sociali del paese.

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