La vicenda che ha coinvolto Santo Romano, il giovane calciatore ucciso nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2024 a San Sebastiano al Vesuvio, continua a suscitare scalpore. Un episodio drammatico, seguito da sviluppi che hanno spinto la famiglia a intervenire contro alcune immagini pubblicate sui social, presumibilmente dall’istituto penale minorile dove è detenuto il ragazzo accusato del delitto. Il caso resta al centro dell’attenzione delle autorità e dell’opinione pubblica.
L’omicidio di santo romano: i fatti avvenuti a san sebastiano al vesuvio
Santo Romano, giovane portiere di calcio, è stato ucciso con un colpo di pistola durante una lite scoppiata per motivi apparentemente banali. Nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2024, a San Sebastiano al Vesuvio, un diverbio legato a un paio di scarpe sporche è degenerato in modo tragico. Il confronto acceso tra il 17enne che poi è stato incriminato e la vittima ha portato all’esplosione dell’arma che ha causato la morte di Santo.
Gli elementi dell’indagine hanno ricostruito la dinamica del fatto, evidenziando come la violenza sia scaturita da un episodio di lite comune, ma con esiti drammatici. Il caso ha subito attirato l’interesse delle autorità locali e dei media, anche per l’età dei protagonisti e le circostanze dell’accaduto. Il comune di San Sebastiano al Vesuvio è rimasto scosso da questo evento che ha coinvolto adolescenti della zona.
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L’intervento della famiglia dopo la diffusione delle immagini
Filomena De Mare, madre di Santo Romano, ha deciso di agire formalmente dopo la diffusione di fotografie e messaggi pubblicati sui social. Le immagini ritraevano il 17enne detenuto e sono state verosimilmente scattate all’interno dell’istituto penale minorile dove il giovane si trova in custodia cautelare.
Attraverso l’avvocato Marco De Scisciolo, che rappresenta la famiglia Romano, è stato presentato un esposto al tribunale, alla procura per i minorenni di Napoli e alla polizia postale. Nell’esposto si chiede di effettuare perquisizioni e, se necessario, il sequestro delle immagini e dei dispositivi coinvolti. La richiesta nasce dalla preoccupazione della madre di Santo per quel materiale, che ha destato indignazione e dolore, e potrebbe compromettere la tranquillità della famiglia e l’ambito processuale.
La tutela della privacy e la richiesta legale della madre
L’intervento punta a chiarire come e perché quelle fotografie siano state diffuse online, valutandone la legittimità e il possibile impatto su chi è coinvolto nella vicenda giudiziaria. La tutela della privacy del minore, così come la riservatezza del procedimento, sono aspetti sottolineati in questa azione legale.
Il processo al 17enne e la condanna in primo grado
Il giovane accusato dell’omicidio di Santo Romano è stato sottoposto a processo con rito abbreviato. Il procedimento si è concluso lo scorso 29 aprile con una sentenza che ha inflitto una condanna a 18 anni e 8 mesi di reclusione.
Il giudice ha deciso per questa pena dopo aver valutato le prove raccolte durante l’istruttoria. La condanna riguarda il reato di omicidio volontario, riconoscendo la responsabilità penale del ragazzo detenuto. Il caso ha avuto un certo rilievo per la giovane età delle parti coinvolte e per il contesto in cui si è consumata la tragedia.
Possibili sviluppi futuri nel caso romano
La sentenza ha segnato un momento importante nella vicenda, ma non esclude ulteriori sviluppi giudiziari. Le parti potrebbero presentare ricorsi o altre istanze in futuro, mentre la famiglia Romano continua a lottare per ottenere giustizia e rispetto in un caso che ha toccato profondamente la comunità locale.