Il dibattito sull’appartenenza dell’Italia all’Organizzazione Mondiale della Sanità si intensifica con la Lega che avanza una proposta di legge per abrogare l’adesione del paese all’ente internazionale. Questa iniziativa, ispirata a posizioni simili espresse dall’ex presidente Usa Donald Trump, solleva interrogativi sul futuro della salute pubblica e sulle relazioni internazionali del paese.
Proposta della Lega e dettagli legislativi
Durante una recente conferenza stampa presso la Camera dei Deputati, il senatore Claudio Borghi insieme al deputato Alberto Bagnai ha esposto le motivazioni alla base di questa proposta. Borghi ha annunciato il deposito di un disegno di legge e un emendamento al decreto milleproroghe per l’uscita dall’Oms, definito “un carrozzone”, accusando l’organizzazione di non svolgere adeguatamente il proprio ruolo nel supportare il mondo.
La Lega sostiene che l’Oms non stia contribuendo al bene comune e per questo chiede una revisione dell’impegno italiano. L’intento del partito di Matteo Salvini è di portare rapidamente la proposta all’attenzione del Senato, augurandosi di trovare una condivisione di intenti con alleati politici. Il disegno di legge mira a risolvere questioni legate all’autonomia decisionale del paese in ambito sanitario, ma le implicazioni di un’eventuale uscita dall’Oms potrebbero rivelarsi complesse e sfumate.
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Le reazioni dalla politica e dalle istituzioni
La proposta della Lega ha suscitato forti reazioni in campo politico. Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, ha definito l’idea “folle,” avvertendo che un’uscita dall’Oms isolerebbe ulteriormente l’Italia nel contesto internazionale. Secondo Bonelli, l’Oms non è solo un’agenzia scientifica, ma svolge un ruolo cruciale nella lotta contro malattie epidemiche e disuguaglianze sanitarie globali.
Bonelli ricorda che la storia dell’Oms affonda le radici nel XIX secolo, quando le malattie infettive come colera e peste richiedevano una risposta coordinata a livello globale. L’agenzia ha risposto a varie crisi sanitarie, da conflitti a Gaza e in Sudan, fino alla recente emergenza causata dal Covid-19. La sua azione, secondo Bonelli, rappresenta un fondamentale strumento per la salute pubblica mondiale.
Le implicazioni per la salute pubblica e la cooperazione internazionale
Il possibile ritiro dell’Italia dall’Oms potrebbe avere conseguenze incisive non solo sulla sanità nazionale, ma anche sull’immagine internazionale del paese. Interrompere la partecipazione a questo ente significherebbe perdere l’accesso a risorse condivise e strumenti di coordinamento necessari per affrontare situazioni critiche. La collaborazione internazionale è fondamentale nei momenti di crisi, e la rinuncia a tali legami potrebbe compromettere la risposta italiana a epidemie e emergenze sanitarie.
L’adesione a organizzazioni come l’Oms permette agli stati membri di beneficiare di conoscenze, tecnologie e supporto in caso di bisogno. La Lega, proponendo questa misura, ignora i vantaggi tangibili derivanti dalla cooperazione internazionale, a favore di una logica sovranista che potrebbe paradossalmente rivelarsi controproducente per la salute dei cittadini italiani.
Le parole di Bonelli fanno eco a preoccupazioni diffuse riguardo il futuro della sanità pubblica in un contesto di crescente sfida ai diritti e alla solidarietà interna ed estera. Il dilemma sollevato dalla Lega, oltre a generare dibattiti politici, richiama l’attenzione sul ruolo dell’Italia in un contesto sanitario globale sempre più interconnesso.