La guerra tra russia e ucraina prosegue senza sosta, con i negoziati bloccati e un conflitto che si protrae ormai da anni. Mosca mantiene l’offensiva come priorità, ma i costi umani e materiali iniziano a pesare seriamente sul cremlino. Le difficoltà nel rimpiazzare le perdite, i problemi logistici e la resistenza ucraina contribuiscono a rallentare l’avanzata russa nelle regioni orientali e nord orientali. I dati più recenti mostrano una situazione difficile per le forze di mosca, mentre kiev rafforza le sue difese grazie al sostegno europeo e a una produzione d’armi in crescita.
Perdite militari pesanti e risorse logorate per l’esercito russo
Dall’inizio del conflitto, le forze armate russe hanno subito danni ingenti. Secondo un rapporto dell’intelligence statunitense citato dal washington post, mosca ha perso oltre 10mila mezzi militari, tra cui circa 3mila carri armati e 250 aerei. Gran parte dei mezzi distrutti appartengono a riserve di epoca sovietica, ormai quasi esaurite dopo anni di combattimenti. Questa situazione pesa sul cremlino, perché la produzione annuale attuale di nuovi carriarmati si aggira intorno a 200 unità, o anche meno secondo alcune stime, un numero insufficiente rispetto alle esigenze del fronte.
Le difficoltà nel reperire nuovi equipaggiamenti hanno portato i soldati russi perfino a usare mezzi civili, come suv di lusso, per spostamenti e attacchi. Nel frattempo, mosca ha incrementato l’uso dei droni, concentrandoli in massa per colpire obiettivi logistici ucraini. Questa tattica supporta le offensive sul terreno, ma non compensa le perdite materiali. I problemi logistici emergono anche nelle scorte di munizioni e carburante, fattori che condizionano la capacità offensiva della russia in varie aree del fronte.
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Avanzate nel nordest e tentativi di creare una zona cuscinetto
Le settimane recenti hanno visto un’intensificazione degli attacchi russi soprattutto nel nordest dell’ucraina e nella regione di donetsk. Mosca ha risposto all’ordine di vladimir putin di creare una “zona cuscinetto” lungo il confine, cercando di guadagnare terreno nelle aree intorno a sumy e kharkiv. Gli eserciti russi hanno compiuto avanzamenti mirati per circondare località strategiche come pokrovsk, un nodo decisivo per il controllo della regione.
Le offensive si traducono in un ritmo di attacchi sempre più elevato: a maggio sono state registrate in media 184 azioni militari al giorno, circa il 19% in più rispetto al mese precedente. Questo aumento dimostra la volontà di mosca di mantenere pressione costante su kiev, ma anche le difficoltà nel consolidare le posizioni conquistate. La resistenza ucraina, supportata dall’intelligence e dall’aiuto esterno, riesce spesso a rallentare o bloccare le manovre russe.
Strategie russe e condizioni sul fronte orientale e nordest
Secondo gli analisti, la russia punta a logorare le truppe ucraine, impedendo loro di spostare rinforzi nelle zone più critiche. L’obiettivo russo è trovare brecce nelle linee della difesa e colpire punti vulnerabili, con l’intento di espandere il controllo territoriale. Tuttavia, la presa di città come sumy appare improbabile in tempi brevi, data la limitatezza delle forze mosse sul terreno.
Il fronte nella regione di donetsk mostra segni di cedimento e la russia sfrutta questa situazione per avanzare almeno in alcune aree, come pokrovsk e kostiantynivka. Lo spostamento di truppe in queste zone indica un tentativo di consolidare il controllo su territori già conquistati e di riprendere l’iniziativa. Lo sforzo militare non sembra però capace di cambiare radicalmente la situazione complessiva nel breve termine, nel mezzo di conflitti che potrebbero durare anni.
La vulnerabilità ucraina e il supporto internazionale in campo
A seguito dei combattimenti vicino alla regione di kursk, l’ucraina ha registrato perdite significative sia di soldati che di materiale. Molte unità sono state ridistribuite, anche provenienti da donetsk, per rinforzare la difesa in questo settore. Gli esperti militari stimano che, con il ritmo attuale, la russia impiegherebbe almeno tre anni per conquistare l’intera regione di donetsk. Per allargare ulteriormente le aree sotto controllo, servirebbero altri anni e nuove risorse.
Il cremlino si trova in una situazione delicata, perché la guerra riveste un ruolo cruciale per mantenere la sua immagine politica e la legittimità al potere. Ma l’esercito russo necessita di una pausa, che però a livello decisionale non sembra possibile concedere. Dall’altra parte, l’ucraina continua a mostrare determinazione. Nonostante la riduzione degli aiuti militari da parte degli stati uniti, gli aiuti europei continuano e la produzione interna di armi è cresciuta, rafforzando la capacità di sostenere le operazioni nel tempo.