La tensione tra Stati Uniti e Cina continua a crescere. Recentemente, il governo cinese ha annunciato un incremento significativo dei dazi sulle merci importate dagli Usa. Questa mossa è una reazione diretta alla decisione americana di elevare le tariffe doganali sulle importazioni dalla Cina, segnando un ulteriore capitolo in una lunga disputa commerciale.
Dazi in aumento: il nuovo scenario
A partire dal 12 aprile, la Cina ha deciso di aumentare i dazi sui prodotti statunitensi dal 84% al 125%. Questo incremento di 41 punti percentuali rappresenta una risposta decisa alle misure adottate dagli Stati Uniti, che avevano già fissato le tariffe sulle merci cinesi al 145%. La situazione ha portato a un’escalation delle tensioni commerciali, con Pechino che ha reagito prontamente alle azioni aggressive di Washington.
Giovedì 10 aprile, gli Stati Uniti avevano confermato l’aumento delle tariffe, provocando una reazione immediata da parte del governo cinese. Era quindi chiaro che la Cina non avrebbe subito in silenzio queste misure, continuando a rispondere in modo strategico per proteggere i propri interessi commerciali. Inoltre, gli Usa, che già avevano sospeso tutte le tariffe reciproche verso altre nazioni, ora si trovano ad affrontare una situazione complicata sul fronte internazionale.
Storia della guerra commerciale
La rivalità commerciale tra Cina e Stati Uniti non è qualcosa di nuovo. Affonda le radici nei tempi della prima amministrazione Trump, quando Washington ha forzato Pechino a firmare accordi per mitigare l’impatto negativo della competizione cinese sull’industria americana. Da quel momento, gli sviluppi sono stati continui, e l’amministrazione Biden ha portato avanti politiche simili, con un focus particolare sul settore automobilistico, dove l’industria cinese sta guadagnando rapidamente terreno.
Il clima è cambiato da quando Trump ha imposta le prime tariffe. Adesso, la Cina è molto meno propensa a negoziare e sta affrontando una crisi economica interna. Questa situazione rende Pechino riluttante a mostrarsi debole di fronte agli attacchi statunitensi, aumentando ulteriormente le tensioni tra le due superpotenze.
Le dichiarazioni di Xi Jinping
Nell’ambito di un incontro a Pechino con il presidente spagnolo Pedro Sanchez, Xi Jinping ha parlato della guerra commerciale con gli Usa, sottolineando che “non ci sono vincitori nelle guerre commerciali” e avvertendo che il conflitto porterà solo a un’isolamento dei Paesi coinvolti. La Cina ha una lunga storia di autosufficienza e ha affermato di essere resistente alle pressioni esterne, non mostrando timore per le misure punitive degli Stati Uniti.
Xi ha messo in evidenza la determinazione del Paese a concentrarsi sulla gestione dei propri affari, nonostante le difficoltà. Con dichiarazioni chiare, il leader cinese ha ribadito la fede nella capacità della Cina di affrontare questa crisi.
Impatti sui mercati europei
La notizia del nuovo aumento dei dazi ha colpito i mercati finanziari europei, causando un’immediata reazione. Quando la notizia è stata diffusa, le Borse asiatiche erano già chiuse, ma i mercati europei hanno subito un’improvvisa flessione. Milano ha visto un calo dell’1,5% in pochissimi minuti, con performance simili per il Cac 40 di Parigi e il Dax di Francoforte, che ha toccato un -2%. Londra ha anch’essa registrato una contrazione, perdendo circa mezzo punto percentuale.
In questo scenario, l’euro ha mostrato segnali di forza nei confronti del dollaro, salendo a 1,1367. I Treasury bond americani a dieci anni, invece, hanno mostrato un rendimento del 4,44%, suggerendo che i mercati si stanno preparando a ulteriori ripercussioni derivanti dalla guerra commerciale in corso. Questa atmosfera di incertezza si riflette già nei principali indici statunitensi, che mostrano segni di debolezza prima dell’apertura. L’S&P 500 si è spostato verso il basso dello 0,4%, e il Nasdaq del 0,34%.