la guerra come sfida ai diritti e alla pace, la riflessione della Cgil di Trieste e le istituzioni coinvolte

la guerra come sfida ai diritti e alla pace, la riflessione della Cgil di Trieste e le istituzioni coinvolte

La Cgil di Trieste organizza tre giorni di dibattiti al teatro Basaglia su guerra, diritto internazionale e diritti dei lavoratori, coinvolgendo esperti, associazioni come Emergency e Banca Etica e politici come Giuseppe Conte.
La Guerra Come Sfida Ai Diritt La Guerra Come Sfida Ai Diritt
La manifestazione della Cgil di Trieste ha promosso un dibattito multidisciplinare su guerra, diritto internazionale, diritti dei lavoratori e pace, coinvolgendo esperti, associazioni e politici per riflettere sulle responsabilità degli Stati e le conseguenze sociali ed economiche dei conflitti. - Gaeta.it

La recente manifestazione della Cgil di Trieste ha affrontato la difficile questione della guerra come strumento nei rapporti internazionali, ponendo un’attenzione particolare al diritto internazionale, ai diritti dei lavoratori e a iniziative per la pace. L’evento ha raccolto esperti, associazioni e rappresentanti istituzionali in un confronto aperto durato tre giorni al teatro Basaglia, dove si sono articolati dibattiti su temi cruciali come la responsabilità collettiva degli Stati e la tutela del lavoro.

Un dibattito aperto sulla guerra e il diritto internazionale

Il segretario della Cgil di Trieste, Massimo Marega, ha inaugurato la serie di incontri con parole che hanno richiamato la gravità della situazione globale attuale: ha evidenziato come la guerra sembri tornare a essere strumento per risolvere le controversie tra Stati, mettendo in crisi le regole del diritto internazionale che dovrebbero reggere rapporti pacifici tra i Paesi. La riflessione nasce proprio dall’esigenza di un confronto all’interno stesso della struttura sindacale, per capire come affrontare una realtà che impatta profondamente anche sul lavoro e sui diritti sociali.

Emergono le preoccupazioni sul rispetto del diritto internazionale

In quell’occasione, Marega ha sollevato il tema del venir meno del rispetto del diritto internazionale e della sua tenuta, richiamando l’attenzione su un momento storico critico che chiede un ripensamento del ruolo degli Stati e delle comunità. Alla base del dibattito vi è stata la consapevolezza che la pace non può prescindere dal rispetto delle regole comuni e dalla responsabilità di chi rappresenta i cittadini.

Confronti con esperti e rappresentanti di associazioni impegnate per la pace

Durante la prima giornata si sono confrontati esperti e rappresentanti di enti come Emergency e Banca Etica. Raul Pantaleo, architetto e membro del Consiglio direttivo di Emergency, ha portato il punto di vista di un’organizzazione che da anni opera in zone di conflitto, promuovendo interventi umanitari e sostegno alle comunità colpite.

Mabel Grossi, responsabile dell’Area politiche europee e internazionali della Cgil, ha ricordato il ruolo cruciale svolto da cittadini, associazioni e reti nel sollecitare la responsabilità degli Stati verso gli impegni assunti nel diritto internazionale. Ha sottolineato come la salvaguardia di queste regole dipenda dalla partecipazione attiva degli attori sociali e dalla vigilanza sulle azioni dei governi.

Il professore di diritto dell’Unione europea Stefano Amadeo ha approfondito i concetti relativi al diritto internazionale, evidenziando limiti, potenzialità e le sfide che oggi si pongono nel suo ambito. La sua esposizione ha offerto elementi concreti per capire come le norme internazionali si applicano o vengono violate nei conflitti moderni.

Infine Marco Piccolo, già consigliere di Banca Etica, ha partecipato a questo confronto proponendo la necessità di fondi e investimenti etici, che riflettano una visione di pace e giustizia anche nell’ambito economico e finanziario.

Il secondo giorno dedicato al lavoro e agli interventi politici

La seconda giornata della manifestazione ha previsto un focus specifico sul mondo del lavoro e sui diritti dei lavoratori in un contesto segnato da tensioni internazionali e cambiamenti socioeconomici. Il tema si congiunge con le preoccupazioni espresse nel dibattito precedente, restituendo un quadro ampio di come la guerra e le sue conseguenze si riflettano sul tessuto sociale ed economico delle città e del Paese.

A chiudere la giornata è stato l’intervento di Giuseppe Conte, deputato e presidente del Movimento 5 Stelle, che ha affrontato questioni legislative e politiche legate alla tutela del lavoro e alla promozione di condizioni dignitose per i lavoratori in Italia. Conte ha posto attenzione alle politiche pubbliche necessarie per rispondere alle criticità attuali, istituzionali e sociali, che influenzano anche il mercato del lavoro.

Il confronto ha messo in luce il bisogno di un dialogo continuo tra sindacati, politica e organizzazioni civili, per individuare soluzioni concrete e pratiche che guardino alla tutela dei diritti e alla stabilità sociale.


I tre giorni di incontri a teatro Basaglia hanno rappresentato un’occasione di riflessione approfondita su temi che rimangono al centro dell’attenzione pubblica e politica. Il coinvolgimento di più voci, dall’ambito accademico a quello associativo, fino alla politica nazionale, ha tracciato uno scenario preciso: la guerra e i suoi effetti non sono questioni isolate, ma punti che intrecciano pace, diritto e lavoro, attraverso responsabilità spesso dimenticate.

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