La recente manifestazione della Cgil di Trieste ha affrontato la difficile questione della guerra come strumento nei rapporti internazionali, ponendo un’attenzione particolare al diritto internazionale, ai diritti dei lavoratori e a iniziative per la pace. L’evento ha raccolto esperti, associazioni e rappresentanti istituzionali in un confronto aperto durato tre giorni al teatro Basaglia, dove si sono articolati dibattiti su temi cruciali come la responsabilità collettiva degli Stati e la tutela del lavoro.
Un dibattito aperto sulla guerra e il diritto internazionale
Il segretario della Cgil di Trieste, Massimo Marega, ha inaugurato la serie di incontri con parole che hanno richiamato la gravità della situazione globale attuale: ha evidenziato come la guerra sembri tornare a essere strumento per risolvere le controversie tra Stati, mettendo in crisi le regole del diritto internazionale che dovrebbero reggere rapporti pacifici tra i Paesi. La riflessione nasce proprio dall’esigenza di un confronto all’interno stesso della struttura sindacale, per capire come affrontare una realtà che impatta profondamente anche sul lavoro e sui diritti sociali.
Emergono le preoccupazioni sul rispetto del diritto internazionale
In quell’occasione, Marega ha sollevato il tema del venir meno del rispetto del diritto internazionale e della sua tenuta, richiamando l’attenzione su un momento storico critico che chiede un ripensamento del ruolo degli Stati e delle comunità. Alla base del dibattito vi è stata la consapevolezza che la pace non può prescindere dal rispetto delle regole comuni e dalla responsabilità di chi rappresenta i cittadini.
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Confronti con esperti e rappresentanti di associazioni impegnate per la pace
Durante la prima giornata si sono confrontati esperti e rappresentanti di enti come Emergency e Banca Etica. Raul Pantaleo, architetto e membro del Consiglio direttivo di Emergency, ha portato il punto di vista di un’organizzazione che da anni opera in zone di conflitto, promuovendo interventi umanitari e sostegno alle comunità colpite.
Mabel Grossi, responsabile dell’Area politiche europee e internazionali della Cgil, ha ricordato il ruolo cruciale svolto da cittadini, associazioni e reti nel sollecitare la responsabilità degli Stati verso gli impegni assunti nel diritto internazionale. Ha sottolineato come la salvaguardia di queste regole dipenda dalla partecipazione attiva degli attori sociali e dalla vigilanza sulle azioni dei governi.
Il professore di diritto dell’Unione europea Stefano Amadeo ha approfondito i concetti relativi al diritto internazionale, evidenziando limiti, potenzialità e le sfide che oggi si pongono nel suo ambito. La sua esposizione ha offerto elementi concreti per capire come le norme internazionali si applicano o vengono violate nei conflitti moderni.
Infine Marco Piccolo, già consigliere di Banca Etica, ha partecipato a questo confronto proponendo la necessità di fondi e investimenti etici, che riflettano una visione di pace e giustizia anche nell’ambito economico e finanziario.
Il secondo giorno dedicato al lavoro e agli interventi politici
La seconda giornata della manifestazione ha previsto un focus specifico sul mondo del lavoro e sui diritti dei lavoratori in un contesto segnato da tensioni internazionali e cambiamenti socioeconomici. Il tema si congiunge con le preoccupazioni espresse nel dibattito precedente, restituendo un quadro ampio di come la guerra e le sue conseguenze si riflettano sul tessuto sociale ed economico delle città e del Paese.
A chiudere la giornata è stato l’intervento di Giuseppe Conte, deputato e presidente del Movimento 5 Stelle, che ha affrontato questioni legislative e politiche legate alla tutela del lavoro e alla promozione di condizioni dignitose per i lavoratori in Italia. Conte ha posto attenzione alle politiche pubbliche necessarie per rispondere alle criticità attuali, istituzionali e sociali, che influenzano anche il mercato del lavoro.
Il confronto ha messo in luce il bisogno di un dialogo continuo tra sindacati, politica e organizzazioni civili, per individuare soluzioni concrete e pratiche che guardino alla tutela dei diritti e alla stabilità sociale.
I tre giorni di incontri a teatro Basaglia hanno rappresentato un’occasione di riflessione approfondita su temi che rimangono al centro dell’attenzione pubblica e politica. Il coinvolgimento di più voci, dall’ambito accademico a quello associativo, fino alla politica nazionale, ha tracciato uno scenario preciso: la guerra e i suoi effetti non sono questioni isolate, ma punti che intrecciano pace, diritto e lavoro, attraverso responsabilità spesso dimenticate.