La Guardia costiera si conferma un punto di riferimento fondamentale per l’economia legata al mare in Italia. Secondo il rapporto 2024 presentato a Roma, le attività di controllo, soccorso e monitoraggio in mare creano un valore che supera di gran lunga l’investimento pubblico. Dietro alla stima di 1,53 euro prodotti ogni euro speso ci sono numeri precisi, dati economici e il racconto quotidiano di migliaia di persone impegnate lungo le coste italiane. Il documento è stato illustrato alla presenza delle principali autorità del Governo, con l’intento di evidenziare l’importanza del settore marittimo anche in chiave sociale e di sicurezza.
Come è stata misurata la ricaduta economica e sociale della guardia costiera
Per la prima volta, la Guardia costiera ha misurato in termini economici il valore dei suoi servizi, partendo da un’analisi elaborata insieme al centro studi Srm. Il risultato mostra che il valore complessivo generato dalle attività della guardia ammonta a 1,43 miliardi di euro, contro i 931 milioni spesi direttamente dallo Stato per finanziarla, con un moltiplicatore di 1,53. Nel report sono incluse tutte le operazioni, dal controllo del traffico marittimo ai soccorsi in mare, compresi gli interventi su migranti e bagnanti. Quest’ultimo aspetto, difficile da quantificare, ha registrato un valore aggiuntivo di circa 140,7 milioni per l’anno precedente.
Il comandante generale, ammiraglio Nicola Carlone, ha sottolineato che “queste cifre dimostrano come la Guardia costiera non solo costituisca un asset rilevante per la blue economy, ma rappresenti anche un presidio di sicurezza e assistenza fondamentale per la collettività.” La valutazione economica evidenzia una duplice funzione: tutela del mare e sostegno al benessere sociale.
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Il valore del capitale umano e le attività operative
Il rapporto evidenzia come la struttura della Guardia costiera possa essere paragonata a una grande imbarcazione, dove la parte visibile corrisponde alle attività operative come pattugliamenti, monitoraggi e soccorsi, mentre la parte nascosta sott’acqua rappresenta il supporto tecnologico, le infrastrutture e soprattutto il capitale umano. Gli 11mila uomini e donne impegnati ogni giorno sono il vero motore che consente all’organizzazione di funzionare.
All’interno delle attività principali ci sono la prevenzione degli incidenti in mare, l’assistenza ai natanti, l’intervento in situazioni di emergenza e la gestione di situazioni complesse legate alla sicurezza marittima. Le funzioni si estendono anche al controllo delle imbarcazioni commerciali e turistiche, con azioni che alleggeriscono la pressione sulle economie locali e garantiscono la sicurezza lungo le coste.
L’amministrazione ha deciso di mettere a fuoco questi elementi per trasmettere in modo concreto il peso economico e sociale della Guardia costiera, e mostrare come ogni investimento in questo ambito generi un ritorno multiplo per il Paese.
Investimenti e potenziamenti nel personale e nelle risorse
Nel corso della presentazione del rapporto, il vicepremier e ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini ha anticipato l’intenzione di aumentare l’organico della Guardia costiera da 11mila a 15mila unità entro la fine della legislatura. Questa decisione punta a rafforzare la presenza sulle coste e migliorare l’efficacia dei servizi messi a disposizione dei cittadini.
Il potenziamento delle risorse umane si accompagna all’adozione di nuove tecnologie e all’aggiornamento delle infrastrutture operative. Le Capitanerie di porto saranno così in grado di svolgere con maggiore efficacia sia i controlli sia le operazioni di soccorso, garantendo una copertura più ampia, anche in zone meno accessibili o più vulnerabili.
Il ministro delegato alle Politiche del mare e alla Protezione civile, Nello Musumeci, ha ricordato che “la salvezza delle vite umane in mare rappresenta una missione prioritaria, con benefici che restano difficili da quantificare ma di grande valore umano e sociale.” Il rafforzamento della Guardia costiera si presenta quindi come un investimento diretto anche in termini di sicurezza collettiva, che si traduce in una miglior tutela del territorio marittimo e delle persone.
L’incremento del personale e la modernizzazione degli assetti servono a rispondere alla crescente richiesta di servizio, considerata la complessità sempre maggiore delle operazioni da affrontare. Si inserisce così un piano di sviluppo che guarda agli scenari futuri, mantenendo alta l’efficienza e l’efficacia dell’organizzazione.
La guardia costiera tra economia blu e sicurezza nazionale
La Guardia costiera in Italia ha un ruolo chiave non solo per la sicurezza in mare, ma anche per lo sviluppo dell’economia legata al mare. Il valore economico calcolato dal rapporto riflette anche la capacità delle Capitanerie di porto di sostenere attività commerciali, diportistiche e ambientali in modo coordinato.
Le azioni di controllo e prevenzione contribuiscono a mantenere regole chiare lungo le rotte marittime, favorendo un commercio sicuro e tutelando la biodiversità. Questo garantisce alle imprese del settore un contesto stabile per le loro attività, con ricadute positive in termini di lavoro e sviluppo locale.
Dal punto di vista della sicurezza, le operazioni di soccorso e monitoraggio rappresentano un presidio costante che aiuta a ridurre i rischi, sia in caso di emergenze naturali che di incidenti causati dall’uomo. La presenza della Guardia costiera diventa così un elemento che protegge non solo le persone, ma anche le risorse e gli interessi nazionali.
Il rapporto 2024 è il primo passo verso una visione più completa del valore della Guardia costiera, capace di tradurre in numeri un impegno quotidiano basato sulla salvaguardia del mare e delle comunità che lo vivono. Gli investimenti e le strategie future punteranno a rafforzare questo ruolo di punta.