Il consiglio regionale della Liguria ha dato il via libera in prima votazione a una proposta di legge che modifica lo statuto regionale. La normativa punta a uniformare il numero di assessori e consiglieri alle indicazioni nazionali sul coordinamento della finanza pubblica. Il testo, già discusso nelle scorse settimane, introduce anche nuovi meccanismi per la gestione delle deleghe e delle funzioni esecutive dentro la giunta regionale.
Il voto in consiglio regionale e le principali novità del disegno di legge 17
Il 2025 ha segnato un passaggio importante per la politica ligure. Con 18 voti favorevoli dati dalla maggioranza e 12 contrari espressi dalle opposizioni, il consiglio ha approvato in prima lettura il disegno di legge numero 17. La proposta mira a rivedere lo statuto della regione Liguria, adeguandolo a limiti stabiliti dalla normativa nazionale che regola il coordinamento della finanza pubblica. Tali limiti riguardano nel dettaglio il numero massimo di assessori e consiglieri regionali. Questa modifica serve a garantire una gestione più attenta e in linea con le restrizioni fiscali previste per gli enti locali.
Quando il testo è stato presentato la prima volta, a marzo scorso, includeva anche un passaggio dedicato all’introduzione dei sottosegretari regionali. In fase di esame, quella parte è stata però rimossa. Il disegno di legge conserva però l’obiettivo di rendere più flessibile l’organizzazione della giunta e dei ruoli amministrativi. Si intende così migliorare la possibilità di intervenire sugli assetti interni per rispondere a esigenze pratiche e normative precise. Non mancano disposizioni utili a definire meglio chi può ricevere deleghe, così da assicurare continuità operativa anche in casi di assenza o impedimenti.
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Nuove regole sulla delega delle funzioni e la gestione delle assenze del presidente
Tra le modifiche più rilevanti c’è la ridefinizione delle deleghe che il presidente della giunta regionale potrà conferire. Non saranno più limitate solo al vicepresidente, ma potranno essere affidate in sua assenza anche al segretario generale oppure al direttore generale competente per le questioni legali. Con questo ampliamento, il presidente guadagna più libertà nell’assegnare funzioni in modo rapido e mirato, suddividendo i compiti tra figure diverse.
Inoltre, la riforma introduce la possibilità di assegnare agli assessori incarichi specifici per periodi limitati nel tempo. Ciò consente di adattare l’organizzazione ad esigenze contingenti senza dover modificare strutture troppo rigide. Un’altra novità riguarda la proroga della carica del presidente e della giunta in attesa del nuovo insediamento elettorale. Questi resteranno in carica fino alla proclamazione ufficiale del successore, per evitare vuoti di potere o incertezze gestionali.
Nel caso in cui il presidente venga a mancare a causa di dimissioni, morte o impedimenti permanenti, la gestione delle sue funzioni passerà al vicepresidente. Quest’ultimo assumerà il ruolo fino a quando non si potrà insediare un nuovo presidente, assicurando così la continuità dell’azione della giunta regionale. Tali disposizioni hanno una valenza pratica importante e rappresentano un aggiustamento procedurale atteso per l’ordinato svolgimento dell’attività amministrativa.
Le prossime tappe del disegno di legge e le attese per il passaggio definitivo
Dopo l’approvazione in prima votazione, il testo dovrà tornare in consiglio per essere discusso e votato nuovamente, ma non prima di due mesi. Questo periodo servirà a valutare eventuali osservazioni e a migliorare la proposta in vista del voto definitivo. La cronaca politica ligure seguirà con attenzione le fasi successive, dato che il disegno di legge incide su aspetti concreti del funzionamento e dell’organizzazione del governo regionale.
L’approvazione finale modificherà alcune regole fondamentali per l’esecutivo ligure, adattandole a vincoli esterni di natura finanziaria e ampliando le possibilità di gestione interna. Restano sotto osservazione anche le reazioni delle opposizioni, che hanno già espresso voto contrario alla prima lettura. Nel dibattito politico questa riforma si colloca tra le misure strutturali che influenzeranno la governance regionale nei prossimi anni.