Il caso dell’omicidio di liliana, donna trovata morta nel 2022, continua a far discutere soprattutto riguardo a una frattura vertebrale riscontrata sul suo corpo. Questa lesione ha diviso perizia e difesa, al punto da influenzare le ricostruzioni degli eventi legati alla morte. Il confronto sulle cause e sul momento in cui quella frattura si è verificata resta centrale nelle nuove fasi del processo.
le divergenze sulla frattura vertebrale: la difesa di sebastiano visintin contro i consulenti dei familiari
La difesa di sebastiano visintin, marito di liliana e indagato per omicidio, ha sostenuto che la frattura alla vertebra potrebbe essere stata provocata solo al momento del ritrovamento del corpo, quindi non durante il decesso. Questa ipotesi punta a escludere il coinvolgimento di sebastiano nella lesione e, più in generale, nella dinamica dell’omicidio. Secondo i consulenti incaricati dai familiari di liliana, invece, la frattura si sarebbe originata in un momento anteriore, presumibilmente durante l’aggressione. La discordanza fra queste versioni accende il confronto sulle dinamiche della morte.
Il nodo del momento in cui si è verificata la frattura
Il nodo difficile da sciogliere riguarda proprio il momento preciso in cui ha avuto luogo la frattura. Se fosse causata durante il ritrovamento, allora i dubbi sulle responsabilità legionano ulteriormente la difesa. Se invece fosse parte delle lesioni ricevute prima della morte, resterebbe un tassello importante per la ricostruzione degli eventi. Chi ha esaminato il caso sottolinea come sia difficile stabilire il momento esatto di questa lesione solo in base alle immagini e agli esami a disposizione.
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Le dichiarazioni dello specialista che complicano il quadro investigativo
Uno specialista medico legale chiamato a esprimersi sugli esiti dell’autopsia ha confermato che la frattura alla vertebra non chiarisce la dinamica dell’omicidio, avvenuto probabilmente attraverso una soffocazione esterna. Secondo il suo parere, quella specifica lesione non è un elemento chiave per confermare come si sia svolto il delitto. Lo specialista ha evidenziato che questa frattura non modifica le conclusioni riguardo la causa della morte.
Questi chiarimenti, rilasciati in un contesto giudiziario, hanno generato ulteriore confusione tra le parti coinvolte, perché spostano l’attenzione su altri aspetti del caso. La frattura vertebrale diventa quindi un dettaglio importante ma non decisivo nelle indagini. È importante anche ricordare che il quadro medico-legale resta complesso e ogni nuova valutazione può portare a ulteriori interpretazioni.
Un dettaglio che apre a ulteriori interpretazioni
L’assenza della frattura nella tac svolta prima dell’autopsia del gennaio 2022
Un altro elemento che ha sollevato perplessità riguarda il momento in cui è stata rilevata la frattura. Il “Piccolo” ha ricordato come nella tac eseguita l’8 gennaio 2022, due giorni prima che venisse effettuata l’autopsia, quella lesione non fosse stata individuata. Questo dato suggerisce che la frattura potrebbe essere comparsa solo in un secondo momento, forse proprio durante la manipolazione del corpo.
La mancanza di questa evidenza nella tac mette in discussione la sua origine e alimenta ulteriori dubbi sulle ricostruzioni fornite sino ad ora. Nell’ambito di un’indagine così delicata, ogni dettaglio radiologico assume un peso grande e potrebbe influenzare le conclusioni degli inquirenti. Questo passaggio rimane sotto esame per capire se qualche manovra dopo la tac abbia provocato la lesione.
Il dilemma aperto della frattura nella morte di liliana
In attesa di sviluppi giudiziari, il caso resta aperto con questa frattura che più di un elemento resta un enigma: prova a chiarire alcuni aspetti ma, allo stesso tempo, apre altre questioni sulla verità che circonda la morte di liliana.