La figura controversa di Abu Mohammed al-Jolani: il leader dei ribelli siriani

La figura controversa di Abu Mohammed al-Jolani: il leader dei ribelli siriani

Abu Mohammed al-Jolani, leader di Hayat Tahrir al-Sham, ha trasformato le dinamiche jihadiste in Siria, giocando un ruolo cruciale nella lotta contro il regime di Assad e cercando una nuova visione per il Paese.
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La figura controversa di Abu Mohammed al-Jolani: il leader dei ribelli siriani - Gaeta.it

Abu Mohammed al-Jolani è una figura centrale nella complessa e tumultuosa realtà siriana. Leader di Hayat Tahrir al-Sham , il principale gruppo ribelle attivo nel Paese, ha giocato un ruolo cruciale nella lotta contro il regime di Bashar al-Assad. Con una vita trascorsa tra conflitti e militari, al-Jolani rappresenta un esempio della trasformazione delle dinamiche jihadiste in Siria, portando novità e tensioni in un contesto già di per sé complesso.

Chi è Abu Mohammed al-Jolani

Nato a Riad, in Arabia Saudita, nel 1982 con il nome di Ahmed Husayn al-Sharaa, al-Jolani è cresciuto in un quartiere di Damasco, portando con sé le esperienze formative del contesto siriano. Nel 2003, dopo l’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti, si trasferisce in quel paese per combattere. Appartenente ad Al-Qaeda, al-Jolani ha preso parte a numerosi scontri contro le forze statunitensi e, in questo periodo, è riuscito a farsi un nome all’interno dell’organizzazione.

Durante il suo tempo in Iraq, ha avuto un’importante ascensione, diventando il braccio destro del noto leader jihadista Abu Musab al-Zarqawi. Tuttavia, la sua carriera militante non si ferma in Iraq. Dopo la rivolta siriana del 2011, rientra in patria prendendo parte attiva nella crisi, segnando l’inizio di una nuova fase della sua vita di combattente e leader.

L’attività militare in Siria

Il ritorno in Siria segna per al-Jolani una nuova opportunità di leadership. Contribuì alla creazione di Jabhat al-Nusra, ritenuto il ramo siriano di Al-Qaeda. Sotto la sua guida, il gruppo non solo ha preso parte alla lotta contro il regime di Assad, ma ha anche guadagnato un notevole numero di combattenti, sia locali che internazionali. Al-Jolani ha saputo modificare la natura del gruppo, integrando una visione più nazionalista che si adattava alle specificità del contesto siriano.

Questa strategia ha portato HTS a conquistare un ruolo di primaria importanza nel conflitto, enfatizzando la creazione di uno stato islamico, ma mantenendo sempre un occhio sulle esigenze locali e un distacco dalle origini Al-Qaeda. Nonostante questo, molte delle violazioni dei diritti umani attribuite al suo gruppo hanno attirato critiche da parte della comunità internazionale, complicando ulteriormente la sua posizione.

La presa di Damasco e il futuro

Nel gennaio del 2017, al-Jolani annunciò la nascita di Hayat Tahrir al-Sham, un passo significativo per mascherare le sue origini jihadiste e cercare di allontanarsi dall’immagine di Al-Qaeda. Sotto il suo comando, HTS ha consolidato il proprio potere nel nord-ovest della Siria, conquistando vasti territori e sviluppando una robusta rete di alleanze strategiche.

L’assalto finale a Damasco, avvenuto tra il 7 e l’8 dicembre, segna un punto di svolta. Questo evento sottolinea non solo la forza delle forze ribelli, ma anche la capacità di al-Jolani di reinventarsi e affrontare il panorama geopolitico in crescita. Nonostante le critiche e le divisioni che lo circondano, al-Jolani si sta orientando verso una nuova visione: quella di una Siria autonoma dall’influenza iraniana e governata da ribelli sunniti.

La sua evoluzione rappresenta un capitolo significativo nella storia della Siria, riflettendo le difficoltà e le ambizioni di un Paese ancora alle prese con il conflitto e la ricerca di una stabilità duratura.

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