La storia di un bambino di 9 anni con disturbo dello spettro autistico di livello 3 ha avuto un importante sviluppo a Napoli. Dopo mesi di difficoltà nell’ottenere le cure riabilitative necessarie, la famiglia ha ottenuto un’ordinanza urgente dal tribunale che impone alla Asl Napoli 1 Centro di garantire immediatamente i trattamenti prescritti. Questo provvedimento mette in luce le difficoltà che tante famiglie affrontano nel percorso sanitario e rilancia l’urgenza di una riorganizzazione delle risorse dedicate ai minori con disabilità.
La battaglia legale per l’accesso alle terapie riabilitative
La vicenda ha preso forma soprattutto con il ricorso legale della famiglia del bambino, che da tempo attendeva servizi essenziali come logopedia e psicomotricità senza ricevere risposte concrete dall’Asl. Il 3 giugno scorso, la Sezione Lavoro del Tribunale di Napoli, con il giudice Simona D’Auria, ha emesso un’ordinanza urgente che obbliga l’azienda sanitaria a garantire entro breve tempo i trattamenti indicati dal piano riabilitativo. La decisione è arrivata dopo un iter giudiziario che ha messo al centro l’interesse del minore, evidenziando l’inadeguatezza delle risposte offerte dal sistema pubblico.
Importanza della sentenza e diritti del bambino
La natura urgente della sentenza sottolinea come la mancata erogazione delle terapie rappresenti una lesione profonda dei diritti del bambino, soprattutto in relazione al suo specifico disturbo. Il tribunale ha quindi sottolineato il dovere dell’Asl di assicurare continuità e tempestività negli interventi riabilitativi, elementi essenziali per lo sviluppo e il benessere dei soggetti con disturbi dello spettro autistico.
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Il ruolo dell’associazione “la battaglia di andrea” e il sostegno legale
La famiglia si è rivolta in primo luogo ai media per denunciare la situazione: il padre del bambino ha lanciato un appello tramite la trasmissione “Fuori dal Coro” trasmessa su Rete 4. Questo gesto ha dato visibilità al problema e ha permesso un incontro con l’associazione “La Battaglia di Andrea”, realtà impegnata nella tutela dei diritti delle persone con disabilità.
“L’associazione ha immediatamente preso in carico il caso – racconta la presidente Asia Maraucci – affidando la difesa legale all’avvocato Vincenzo Grimaldi, esperto in diritto sanitario e disabilità.” L’avvocato ha seguito con attenzione ogni passaggio della causa, sottolineando che la sentenza rappresenta un recupero di dignità per un bambino finora trascurato. La sua battaglia mette a nudo i limiti delle strutture pubbliche nel rispondere alle esigenze specifiche di chi ha bisogno di cure specialistiche.
Maraucci ha fatto un appello diretto alle istituzioni: “l’urgenza di ridurre o eliminare le liste d’attesa per le terapie riabilitative è un tema cruciale.” Il rischio maggiore è che molti bambini non ricevano trattamento nei tempi adeguati con ripercussioni sul loro sviluppo.
Un problema diffuso nelle regioni italiane
Le liste d’attesa sono un tema ricorrente in molte regioni italiane, in particolare per i servizi rivolti ai minori con disabilità. La difficoltà a ottenere terapie regolari e tempestive può compromettere gli effetti degli interventi riabilitativi, rischiando di far perdere opportunità importanti durante le fasi di crescita.
Nel caso di Napoli, il tribunale ha evidenziato come la lentezza e i vincoli burocratici dell’Asl abbiano finora impedito il diritto alle cure per un bambino che ne aveva urgente bisogno. Questo scenario non è isolato: l’associazione “La Battaglia di Andrea” denuncia centinaia di piccoli pazienti in attesa di interventi fondamentali.
Impatto della sentenza sul futuro delle cure riabilitative a napoli
La pronuncia del tribunale di Napoli può rappresentare un precedente importante, soprattutto se l’Asl darà seguito in tempi rapidi a quanto deciso. Il caso dimostra che l’attenzione pubblica e la pressione legale possono fare la differenza di fronte a situazioni di abbandono o trascuratezza.
Le organizzazioni impegnate nel sostegno alle famiglie ora seguono con attenzione l’applicazione della sentenza e spingono perché si intervenga con sostegno concreto per evitare simili ritardi e disagi. La vicenda dovrebbe spingere inoltre a una riflessione più ampia da parte della sanità regionale, affinché strutture e risorse siano organizzate per rispondere efficacemente alla domanda sempre crescente di servizi riabilitativi per minori.
Disuguaglianze socio-economiche e cura del disturbo autistico
L’attenzione resta alta anche alla luce delle nuove esigenze emerse negli ultimi anni nella cura dei disturbi dello spettro autistico. Tempi d’attesa e carenze organizzative continuano a pesare soprattutto sulle famiglie meno strutturate dal punto di vista economico e sociale, aumentando disparità e discriminazioni.
Lo Stato e le autorità sanitarie sono chiamate a garantire diritti effettivi per ogni bambino affetto da disabilità. Nel caso di Napoli, l’azione della giustizia ha fornito una spinta decisiva per l’accesso a cure di base, ma apre anche la strada alla richiesta di interventi strutturali più ampi e sistematici.