Il napoli di conte ha scritto una pagina importante nella storia del calcio italiano vincendo il quarto scudetto della sua storia. La chiave di questo successo risiede soprattutto nella difesa, la più impenetrabile tra i top campionati europei, e in un attacco che, pur senza un bomber tradizionale, ha saputo portare in gol diverse soluzioni. Il cammino di conte sulla panchina partenopea è partito da una squadra che, l’anno precedente, aveva mostrato molte lacune, specialmente sul fronte difensivo.
Un punto di partenza difficile per conte: il napoli prima del cambio
Quando conte ha preso in mano il napoli la situazione non era delle più rosee. La squadra campana aveva chiuso la stagione precedente al decimo posto in serie a, con prestazioni insufficienti in entrambe le fasi di gioco. In particolare, la difesa mostrava numeri preoccupanti: 48 gol subiti, il secondo peggior dato tra le prime undici del campionato. Questo dato parlava chiaro e indicava una fragilità evidente che aveva penalizzato la squadra nelle competizioni.
Anche l’attacco viveva un momento poco brillante. L’anno prima infatti il napoli era riuscito a segnare appena 55 gol, un risultato lontano dalle aspettative di una squadra abituata a competere per i primi posti. Da qui la necessità di intervenire sia in difesa che in attacco, per costruire un gruppo più solido e capace di sopportare le pressioni di un torneo lungo e difficile come quello della serie a.
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Conte ha dunque ereditato un club da ricostruire, dove l’equilibrio tra i reparti sembrava mancare e la fiducia era instabile. Il tecnico ha puntato fin da subito su un lavoro difensivo rigoroso, consapevole che la solidità dietro potesse rappresentare la base da cui rilanciare l’intera squadra nelle sfide successive.
Rinforzi mirati e scelte strategiche per blindare la difesa
Una delle mosse chiave effettuate dal napoli è stata l’acquisto di Buongiorno proveniente dal torino. Questo arrivo ha dato un contributo fondamentale a contenere le reti subite. Buongiorno ha infatti subito dimostrato di saper mantenere ordine e compattezza nelle retrovie, permettendo alla squadra di raggiungere una compattezza difensiva prima mai vista in campionato.
A completare la quadratura del cerchio è stato poi l’ingresso in rosa di lukaku negli ultimi giorni di mercato. Questo colpo ha aggiustato l’attacco, orfano di osimhen, dando peso a un reparto offensivo che necessitava di una figura capace di segnare e sbloccare le partite. Lukaku, con la sua esperienza e fisicità, ha saputo garantire quei gol decisivi che hanno girato diverse partite a favore del napoli.
In più, sono arrivati altri elementi interessanti come mctominay e gilmour dalla premier league, oltre a neres dal benfica. Questi giocatori di talento hanno allargato la rosa offrendo diverse opzioni, soprattutto in chiave di dinamismo e capacità di trovare la rete. Insomma, la società partenopea ha allestito una rosa in grado di difendersi con tenacia ma anche di essere pericolosa in avanti con più protagonisti, senza affidarsi a un solo bomber.
Numeri e prestazioni: una difesa dominante in italia e in europa
Il dato più evidente che racconta la forza del napoli di conte è quello relativo alle reti subite. Durante l’intero campionato, la squadra ha concesso soltanto 27 gol in 38 partite. Si tratta del miglior risultato difensivo della serie a e di un dato superiore anche rispetto a club storicamente solidi in altri campionati europei di prima fascia. Per esempio, il liverpool ha subito 40 reti in premier league, il barcellona 39 in liga, il bayern monaco 32 in bundesliga e il psg 35 in ligue 1.
Questi numeri confermano come la strategia difensiva impostata dal tecnico abbia funzionato, rendendo il napoli un avversario difficile da superare in qualsiasi circostanza. La squadra ha così costruito il suo successo partendo da una base ben organizzata, che ha dato stabilità a tutto il gioco.
Questo aspetto è di particolare rilievo se si considera che nel calcio moderno la difesa non può più limitarsi a respingere gli attacchi ma deve anche saper mantenere compattezza, ordine e disponibilità atletica per tutta la durata della partita. Il napoli ha raggiunto proprio questo traguardo, arrivando a legittimare la sua candidatura allo scudetto con una fase difensiva di primo livello.
Attacco con più soluzioni ma nessun bomber tradizionale
Il reparto offensivo del napoli ha vissuto una stagione particolare. Anche senza un riferimento classico come osimhen, la squadra ha saputo trovare più protagonisti capaci di segnare. Lukaku ha garantito 14 reti, un bottino importante soprattutto considerando che 8 di questi gol hanno sbloccato i risultati in momenti delicati, spostando l’inerzia delle partite a favore dei partenopei.
La vera sorpresa invece è arrivata da mctominay. Centrocampista di mestiere, ha segnato ben 12 gol durante la stagione, diventando un punto di riferimento offensivo inaspettato. Tra i suoi gol chiave c’è quello nella sfida 1-1 contro l’inter a milano, un risultato che ha mantenuto il napoli in corsa per il titolo, senza dimenticare le reti decisive negli ultimi turni di campionato. Il rendimento dello scozzese ha stupito perché, nei sei anni trascorsi al manchester united, aveva messo a segno solo 19 gol totali.
In totale, lukaku e mctominay hanno prodotto 26 gol, un numero simile a quello di osimhen da solo nella stagione in cui il napoli ha vinto lo scudetto con spalletti. Due stagioni fa, infatti, osimhen aveva segnato 26 reti, mentre kvaratskhelia aveva aggiunto 12. Il napoli di conte ha però segnato 59 gol, con un calo rispetto ai 77 realizzati nel 2023, nuovo minimo per una squadra campione in un campionato a 20 squadre.
Questo ha reso il successo più legato all’equilibrio e alla capacità di incisività collettiva piuttosto che alla presenza di un bomber in grado di trascinare la squadra con numeri da capocannoniere.
Conte e il quarto scudetto: un percorso simile a quello con il chelsea nel 2017
Per conte quello conquistato con il napoli è il sesto scudetto da allenatore. Il percorso ricorda molto il trionfo ottenuto con il chelsea nel 2017. Anche allora, conte aveva preso in mano una squadra ferma al decimo posto, riuscendo in poco tempo a trasformarla in una campione capace di trionfare in premier league.
Il tecnico ha dimostrato una volta di più di saper lavorare su gruppi in difficoltà, imprimendo un’idea di gioco basata su difesa solida e gol distribuiti tra più giocatori. La proposta tattica di conte si è adattata perfettamente alla rosa del napoli, riuscendo a far emergere disponibilità e talento anche in chi era arrivato come possibile scommessa.
Questo scudetto entra così nella storia del club e del calcio italiano, attraverso numeri concreti e un lavoro di squadra preciso e costante durante tutta la stagione. Gli ottimi risultati in difesa e l’insieme di marcature in attacco hanno dimostrato che la vittoria non si costruisce solo sul carisma di un singolo, ma su una struttura equilibrata.