Il III Rapporto sulla ‘Salute e il sistema sanitario’, presentato a Roma dall’Osservatorio Salute, legalità e previdenza, rivela un quadro allarmante del sistema sanitario italiano. Medici e infermieri si trovano in una situazione di grande difficoltà, con molti di loro stanchi e frustrati, alla ricerca di opportunità altrove. I dati sottolineano una crescita preoccupante del burnout e una crescente vulnerabilità di un settore già provato.
L’emergere di una crisi strutturale
Il report segnala che oltre il 50% degli operatori sanitari è in burnout, una condizione di stress cronico che compromette la salute mentale e la qualità del servizio offerto. Al 31 dicembre 2022, il numero di operatori sanitari impiegati ammontava a 625.282. Tuttavia, le politiche di contenimento della spesa pubblica hanno impedito il rinnovo del personale, creando un imponente effetto domino: un blocco del turnover che ha portato a una carenza cronica di personale. Questo ha costretto i lavoratori a carichi di lavoro sempre più pesanti e a un coinvolgimento sia fisico che psicologico che supera i limiti sostenibili.
La difficoltà nella gestione del servizio sanitario nazionale sta portando a un sentimento di disaffezione tra il personale. Le condizioni di lavoro non solo non sono migliorate, ma sono peggiorate, con una mancanza di incentivazione, supporto e, soprattutto, rispetto per la professione. Rispetto al passato, oggi il lavoro in ambito sanitario non viene percepito come stimolante e gratificante.
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La nuova composizione della forza lavoro
Il cambiamento generazionale in corso nel settore sanitario porta alla luce un significativo aumento della presenza femminile: oggi il 66% degli operatori sono donne. Questa evoluzione segna un cambiamento non solo nella composizione demografica, ma anche nell’approccio al lavoro. Le generazioni più giovani, Gen X e Millennials, tendono a ricercare condizioni lavorative più flessibili e orientate alla vita personale, differente rispetto alla generazione precedente, composta prevalentemente da uomini e caratterizzata da un’attitudine più rigida e tradizionalista nei confronti del lavoro.
Tuttavia, nonostante queste nuove dinamiche, il settore continua a trovarsi in difficoltà nel trattenere il personale. Le nuove generazioni, più inclini a valutare le opportunità anche all’estero, trovano nella flessibilità e nelle minori esigenze burocratiche del settore privato o all’estero attrattive difficilmente ignorabili.
Episodi di violenza e aggressioni
Un altro aspetto inquietante emerge dal rapporto: l’aumento degli episodi di violenza nei confronti del personale sanitario. Si stima che circa 18.000 operatori siano stati coinvolti in tali eventi, con due terzi delle segnalazioni provenienti da donne. Gli infermieri risultano i più colpiti da queste aggressioni, seguiti da medici e operatori sociosanitari. Gli episodi di violenza non solo influiscono sul benessere di chi lavora in questo settore, ma contribuiscono a generare un clima di paura e insicurezza che allontana ulteriormente i professionisti dalla loro professione.
In un contesto già di per sé difficile, gli effetti di queste aggressioni rendono il lavoro nel SSN sempre meno sostenibile. La difficoltà di attuare misure adeguate di protezione e supporto fa crescere la sensazione che il dipendente non sia tutelato, sia fisicamente che emotivamente.
Le opportunità di cambiamento
Malgrado le sfide, ci sono segnali di possibili cambiamenti in arrivo. L’attenzione al benessere dei dipendenti e l’acuirsi delle disuguaglianze nella forza lavoro potrebbero portare a un ripensamento delle politiche sanitarie. Non si tratta solo di un problema di turnover, ma di una necessità di riconoscimento e valorizzazione del lavoro svolto. Creare un ambiente di lavoro più protettivo e motivante potrebbe incentivare i professionisti a restare nel settore, favorendo una stabilità di personale che il sistema sanitario necessita.
Le generazioni più giovani, spesso più sensibili ai problemi sociali e alle dinamiche lavorative, potrebbero proporsi come agenti di cambiamento, portando nuove idee e approcci al lavoro. Se il sistema riuscirà ad adattarsi e a rispondere alle nuove esigenze, ci sono opportunità per un futuro più sostenibile e positivo per tutti gli operatori del SSN.