Il governo italiano ha introdotto un bonus per incentivare l’acquisto di motori elettrici in ambito nautico, ma a quasi un anno dal decreto iniziale la maggior parte dei fondi stanziati resta inutilizzata. L’iniziativa, firmata dal ministro Adolfo Urso il 5 settembre 2024, punta a favorire il passaggio dai motori endotermici a quelli elettrici per la nautica da diporto. Tuttavia la scarsa conoscenza del mercato e dei prodotti elettrici rallenta la diffusione.
Il bonus per motori elettrici: come è nato e come funziona
Il 5 settembre 2024 il ministro Adolfo Urso ha firmato un decreto che assegnava un bonus da tre milioni di euro per l’acquisto di motori elettrici marini, sia entrobordo che fuoribordo. L’obiettivo era sostenere i diportisti nel passaggio a soluzioni meno inquinanti rispetto ai motori tradizionali a combustione. Il plafond però risulta limitato: solo tre milioni di euro complessivi.
L’8 aprile 2025, cioè dopo circa sette mesi, lo sportello per richiedere il bonus è stato attivato da Invitalia, l’ente incaricato della gestione. Il contributo copre il 50% della spesa d’acquisto. Nel caso dei motori fuoribordo si arriva a un massimo di 2.000 euro di sconto, sufficiente per un motore da 1,5 a 7,5 kW . Vengono incluse anche le spese di montaggio per i motori entrobordo.
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Nonostante le condizioni favorevoli, all’attuale 17 luglio 2025 è stata spesa solo una piccola parte dei fondi. Le scadenze sono state prorogate per due volte, l’ultima fino al 1° ottobre 2025. Ciò testimonia una richiesta sottotono e forse una scarsa conoscenza del settore e delle opportunità.
Il profilo dei diportisti: poco informati sui motori elettrici
Un’indagine non scientifica su 70 diportisti possessori di barche a vela tra 9 e 20 metri ha svelato dati significativi sull’ignoranza riguardo ai motori elettrici marini. Il 66% non è in grado di citare nessuna azienda produttrice di motori elettrici. Questo indica un mercato conosciuto solo in minima parte o del tutto ignoto per molti appassionati.
Più della metà, il 31%, ignorava completamente l’esistenza dei motori fuoribordo elettrici. Inoltre il 42% nutre dubbi sulla tecnologia elettrica, ritenendola ancora troppo complessa, poco affidabile e con autonomia limitata. Problemi di ricarica e difficoltà pratiche vengono percepiti come ostacoli insormontabili.
L’assenza d’informazione contribuisce a una diffidenza diffusa. Questi dati spiegano perché le richieste di bonus non decollino e mettano in evidenza un gap tra disponibilità economica e domanda consapevole.
Il contesto culturale e le sfide per la diffusione del motore elettrico in nautica
La diffusione dei motori elettrici nel settore nautico richiede un salto culturale che oggi non sembra essere ancora avvenuto. Non basta mettere a disposizione incentivi economici se gli utenti non conoscono le tecnologie, i benefici reali e le modalità di utilizzo dei motori elettrici. Mancano informazioni chiare e campagne di sensibilizzazione rivolte ad utenti e operatori.
Il ministro Urso aveva previsto un bonus con poche risorse ma l’esperienza dimostra che il problema non è solo la disponibilità di denaro, ma la preparazione degli utenti stessi. La percezione dominante vede i motori elettrici come complicati e poco pratici, specie nelle imbarcazioni di medie dimensioni. Servirebbe una promozione più intensa e mirata che racconti concretamente i vantaggi ambientali e operativi, con esempi e testimonianze dirette.
I vantaggi del motore elettrico, come emissioni azzerate, minori costi di manutenzione, funzionamento silenzioso e impatto ambientale ridotto, restano poco noti. La sensibilizzazione potrebbe supportare un cambio di rotta nei comportamenti dei diportisti, favorendo così la transizione green auspicata. Anche i produttori dovrebbero essere coinvolti nel far conoscere i propri prodotti e garantire assistenza tecnica.
Il bonus prolungato fino a ottobre 2025 resta una misura di stimolo, ma solo con un lavoro informativo diffuso si potrà incrementare la domanda e superare paure e incertezze legate alla tecnologia elettrica nel mare.