La comunità di capodarco nel fermano, la storia di don franco monterubbianesi e l'impegno sociale dal 1966

La comunità di capodarco nel fermano, la storia di don franco monterubbianesi e l’impegno sociale dal 1966

La comunità di Capodarco, fondata da Don Franco Monterubbianesi a Fermo, offre accoglienza e sostegno a persone con disabilità in Italia e all’estero, con 13 sedi nazionali e 4 internazionali attive nel 2025.
La Comunitc3A0 Di Capodarco Nel F La Comunitc3A0 Di Capodarco Nel F
La comunità di Capodarco, fondata da Don Franco Monterubbianesi nel fermano, è un modello di accoglienza e sostegno per persone con disabilità e in difficoltà, attivo in Italia e all’estero con un forte impegno sociale e inclusivo. - Gaeta.it

La comunità di Capodarco, situata nel fermano, rappresenta un punto di riferimento per l’accoglienza e il sostegno di persone con disabilità fisiche e psicologiche, minori e adulti in difficoltà. Alla base di questa realtà c’è la figura di Don Franco Monterubbianesi, fondatore e anima della comunità, scomparso nel 2025 a 94 anni. Il suo impegno ha preso forma in un progetto sociale che ha saputo coinvolgere la città e intere regioni d’Italia, estendendosi anche all’estero. La sua storia si lega a quella di chi ha cercato risposte concrete alle necessità di chi spesso è escluso dalla società.

L’espansione della comunità e la rete nazionale e internazionale

A partire dal 1970 la comunità di Capodarco si moltiplica. Gruppi sparsi in varie regioni italiane – Sardegna, Marche, Umbria, Calabria, Sicilia, Puglia, Campania e Veneto – fondano nuove realtà comunitarie che rispondono ai bisogni locali. Complessivamente, le comunità in Italia diventano 13. L’espansione non si ferma al confine nazionale: sorgono comunità anche in Ecuador, Albania, Camerun e Kosovo, adattando il modello sociale alle esigenze dei diversi contesti.

Don Franco rimane sempre legato alla casa madre di Capodarco, dove torna a vivere dopo anni di attività. Il suo stile ha segnato una stagione di impegno sociale spinta da giovani che, negli anni ’70, hanno scelto la militanza sociale alternativa alla politica tradizionale. Questi gruppi hanno contribuito a dare concretezza a programmi di accoglienza, lavoro e progettualità centrati sempre sul rispetto delle persone.

Gli esordi di don franco monterubbianesi e la sua formazione religiosa e culturale

Don Franco Monterubbianesi nasce a Fermo il 30 maggio del 1931 in una famiglia semplice, con un padre impiegato al Collegio Montani e una madre casalinga. È il primogenito, con una sorella scomparsa e quattro nipoti. Inizialmente si iscrive alla facoltà di Medicina ma ben presto sente la vocazione religiosa che lo porta al Collegio Capranica a Roma. Qui studia teologia e filosofia, discipline che influenzeranno il suo approccio educativo e pastorale.

Dopo il suo ritorno a Fermo, insegna filosofia nel seminario locale. Viene ordinato sacerdote il 19 agosto del 1956. Il suo metodo di insegnamento non collimava con quello tradizionale voluto dal rettore Monsignor Cardenà, ma Don Franco mantiene un legame stretto con il mondo della disabilità. Gira con i treni degli ammalati organizzati dall’Unitalsi, entrando in contatto con realtà svantaggiate e con persone che vivevano ai margini. Questo contatto diretto spinge l’arcivescovo Perini a spronarlo ad agire concretamente a favore dei giovani istituzionalizzati.

La nascita della comunità di capodarco e il progetto sociale

Nel 1966 si concretizza il sogno di Don Franco: trovare un luogo dove far nascere la comunità. Dopo aver cercato una casa a Loreto, individua una villa abbandonata a Capodarco di Fermo. Lì apre il “Centro comunitario Gesù risorto”, simbolo di rinascita, un tema ricorrente nei suoi progetti sociali. Gli inizi sono segnati dalla povertà: tutto si basa su donazioni, comprese le provviste di cibo e biancheria.

Il sostegno degli studenti del Montani, dove Don Franco insegnava religione, si rivela prezioso. La città di Fermo risponde positivamente all’iniziativa, che in poco tempo guadagna attenzione anche a livello nazionale. Dopo pochi anni arrivano persone con disabilità da diverse regioni. Si sviluppa un clima di solidarietà dove nascono anche legami familiari, matrimoni e bambini, eventi fino ad allora considerati impensabili per chi viveva in queste condizioni.

Il tentativo a roma e l’attenzione ai giovani e al servizio civile

Nel 1973 Don Franco prova ad aprire una nuova comunità a Roma. L’esperienza si sviluppa con corsi professionali, cooperative e gruppi familiari sparsi in città. Tra queste realtà spicca la cooperativa Agricoltura Capodarco. Nonostante il fervore iniziale, le difficoltà economiche costringono a affidare la gestione ad altri soggetti. Don Franco dedica una particolare attenzione ai giovani, accolti soprattutto quando iniziano a manifestarsi i primi obiettori di coscienza.

La sua posizione sul servizio civile è aperta e favorevole, un segnale chiaro del suo modo di intendere l’impegno sociale e civile. L’esperienza di Roma si inserisce nel quadro più ampio di una rete che con il passare degli anni si consolida in molte città italiane e nei Paesi esteri dove la comunità è presente.

Numeri e attività delle comunità di capodarco oggi

Nel 2025, le comunità di Capodarco sono attive con 13 sedi in Italia e 4 all’estero. Complessivamente accolgono 1.226 persone, assistite da 626 operatori e 430 volontari. Offrono più di 30mila prestazioni riabilitative all’anno a circa 1.100 utenti. Questi dati raccontano una realtà che ha costruito negli anni un’esperienza capace di intercettare bisogni diversi, mantenendo fede alla missione originaria.

La Comunità di Capodarco di Fermo, casa madre, rimane un punto di riferimento, dove anche Don Franco aveva scelto di tornare a vivere negli ultimi tempi. Il percorso tracciato parte dal rispetto della storia individuale e dai sogni di chi ha incontrato, fino a diventare uno strumento concreto di sostegno e inclusione sociale.

Change privacy settings
×