La questione della stabilizzazione del personale Ata precario torna al centro del dibattito in Abruzzo e Molise. La Cisl scuola ha chiesto ai politici regionali di intervenire per regolarizzare circa 900 posizioni lavorative vacanti. Questa richiesta arriva in un momento delicato per il comparto scolastico, che vede da anni personale amministrativo e ausiliario in condizioni di forte precarietà. Le locazioni stabilite dal ministero indicano che sono possibili assunzioni a tempo indeterminato, ma la situazione resta ferma.
I posti vacanti e la richiesta formale della cisl scuola abruzzo molise
Davide Desiati, segretario generale per Abruzzo Molise della Cisl scuola, ha spiegato che i posti coinvolti nella richiesta di stabilizzazione sono stati censiti dal ministero dell’Istruzione e del Merito come necessari e attualmente vacanti nel sistema scolastico regionale. Secondo la sua dichiarazione, “si tratta di una questione che interessa circa 900 lavoratori precari nei ruoli Ata, figure indispensabili per il funzionamento quotidiano degli istituti.” La richiesta si basa sulla possibilità di passare da contratto a termine a contratto a tempo indeterminato su queste posizioni, seguendo indicazioni ministeriali che autorizzano già questi cambiamenti.
Il segretario ha sottolineato che molti di questi lavoratori sono coinvolti nel sistema da anni, con contratti rinnovati di anno in anno senza certezze sul futuro. La situazione è complicata dal fatto che nuove centinaia di precari andranno ad aggiungersi alla già lunga lista, ma questi ultimi rischiano di non essere stabilizzati perché servono solo per esigenze temporanee. In realtà tali esigenze si ripetono da oltre due decenni, senza che siano mai state affrontate in modo definitivo.
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L’impatto della precarietà sul funzionamento delle scuole abruzzesi
L’instabilità lavorativa del personale Ata crea disagi che si riflettono direttamente sulla qualità dei servizi offerti nelle scuole. Le percentuali di precari variano, arrivando in media al 25% del totale del personale per ogni scuola. In alcune realtà, questo dato tocca perfino il 75%, un livello molto alto che impone continue riorganizzazioni e adattamenti annuali dei servizi amministrativi e ausiliari. A causa di questo turnover, le attività che dovrebbero garantire efficienza e continuità risultano invece frammentate e meno performanti.
Cisl scuola denuncia che questa precarietà non solo danneggia il personale, ma influenza negativamente anche il funzionamento globale delle istituzioni scolastiche abruzzesi. Le assunzioni annuali temporanee generano incertezza nelle pianificazioni e nelle procedure interne, costringendo i dirigenti scolastici a gestire una gestione amministrativa in continuo cambiamento. La conseguenza è una perdita di efficacia nelle operazioni di supporto agli studenti e agli insegnanti.
La richiesta ai rappresentanti politici per migliorare il sistema scolastico regionale
Dal sindacato arriva una sollecitazione precisa agli esponenti politici abruzzesi e molisani. Deve esserci un impegno chiaro a promuovere non solo la stabilizzazione degli Ata ma anche quella degli insegnanti precari. Tali azioni sono viste come necessarie per evitare il deterioramento dei servizi e per assicurare un sistema scolastico più stabile e affidabile nel tempo.
Il segretario della Cisl scuola, rivolgendosi ai politici, insiste affinché si attivino misure concrete. “Solo attraverso la stabilizzazione si potrà garantire continuità di servizio, una gestione più adeguata delle scuole e il mantenimento di un livello minimo di qualità educativa e amministrativa.” La situazione attuale, con migliaia di lavoratori precari, rappresenta un ostacolo per lo sviluppo delle scuole abruzzesi e molisane, e blocca interventi funzionali a far crescere il sistema.
L’appello che emerge è diretto e preciso: è necessario uscire dallo schema del precariato annuale e consolidare i ruoli di chi garantisce la vita quotidiana delle istituzioni scolastiche. La stabilizzazione aggiungerebbe ordine e prevedibilità, elementi finora mancati in modo evidente, come confermato dai numeri e dalle testimonianze quotidiane raccolte nei vari istituti regionali.