la casa memoria di peppino impastato resta un presidio contro la mafia dopo l’acquisto all’asta

la casa memoria di peppino impastato resta un presidio contro la mafia dopo l’acquisto all’asta

La casa memoria di Peppino Impastato a Cinisi, confiscata a Cosa Nostra e trasformata in museo, è stata riscattata dall’associazione con il supporto di Libera, Cgil e Banca Etica per preservare la memoria antimafia.
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La casa memoria di Peppino Impastato a Cinisi, confiscata a Cosa Nostra e trasformata in museo, è stata definitivamente acquistata dall’associazione che ne promuove le attività antimafia, garantendo così la conservazione di un simbolo importante della lotta contro la mafia. - Gaeta.it

La casa memoria di Peppino Impastato, situata a Cinisi in corso Umberto, rimarrà un punto di riferimento nella lotta alla mafia. L’immobile, confiscato a Cosa Nostra e trasformato in museo, è stato ufficialmente riscattato dall’associazione che ne cura da anni le attività culturali e didattiche. Questa acquisizione arriva dopo un periodo di incertezza dovuto a difficoltà economiche che avevano messo a rischio la proprietà.

La storia della casa e il suo valore nella lotta antimafia

La casa di corso Umberto, dove un tempo abitava la famiglia di Peppino Impastato, ha un significato profondo e simbolico. Oggi si presenta come una casa-museo e luogo di memoria, visitato ogni anno da migliaia di studenti, attivisti e cittadini che intendono conoscere e perpetuare l’impegno civile contro le organizzazioni mafiose. Il luogo si trova a poca distanza dall’ex abitazione di Tano Badalamenti, boss mafioso noto per essere stato il mandante dell’omicidio di Peppino Impastato, assassinato nel 1978 per il suo forte impegno antimafia.

Un segno tangibile di resistenza

Questa vicinanza rende ancora più significativa la conservazione del sito. La casa rappresenta un segno tangibile di resistenza e ricordo, un luogo dove la testimonianza di Peppino viene trasmessa a nuove generazioni attraverso iniziative culturali, educative e sociali. Negli ultimi anni, l’associazione “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato” ha guidato queste attività, promuovendo incontri, visite guidate e percorsi formativi, che hanno coinvolto anche scuole e movimenti civili.

Rischi e difficoltà economiche prima dell’acquisto

Nonostante l’alto valore storico e culturale, per settimane si è temuto che la casa potesse perdere la gestione da parte dell’associazione impegnata nel progetto. La proprietà era stata infatti messa all’asta a causa di problemi economici che avevano coinvolto la famiglia Impastato. La vendita giudiziaria ha creato ansia tra i sostenitori del presidio culturale che temevano un possibile cambio di destinazione dell’immobile o l’eventuale acquisizione da parte di privati non allineati ai valori di memoria e giustizia.

Questa situazione rappresentava anche un rischio per la continuità delle attività di educazione alla legalità organizzate nella casa. Molti temevano che la sede potesse essere chiusa o che i percorsi didattici venissero interrotti, compromettendo un lavoro durato oltre quindici anni. Il patrimonio simbolico rischiava di essere disperso, con effetti difficili da recuperare.

Il sostegno della rete sociale e il ruolo decisivo dei partner

Alla fine però l’associazione è riuscita a presentare l’unica offerta all’asta, pari a circa 87 mila euro, che ha permesso l’acquisto definitivo dell’immobile. Questo risultato è stato raggiunto grazie al supporto di diverse realtà impegnate in ambito sociale e antimafia. Tra queste, la rete formata da Libera, la Cgil e Banca Etica ha avuto un ruolo fondamentale, con quest’ultima che ha concesso il prestito necessario per coprire la cifra richiesta.

Assistenza legale e lavoro di squadra

L’assistenza legale è stata affidata agli avvocati Antonella Palazzotto e Andrea Zarbo, che hanno seguito le pratiche per tutta la durata della procedura. Il lavoro di squadra tra associazioni, sindacati, banche etiche e professionisti ha consentito di superare l’ostacolo economico, mantenendo salda la proprietà nelle mani di chi ne cura la finalità educativa e memoriale.

Nel comunicato diffuso dall’associazione si sottolinea come la decisione di acquistare la casa abbia risposto al volere di Felicia Bartolotta, madre di Peppino, che aveva chiesto esplicitamente di non chiudere mai le porte dell’abitazione di famiglia. Mario Ridulfo, segretario generale della Cgil Palermo, e Rosario Rappa, responsabile Legalità del sindacato, hanno definito questa operazione una vittoria collettiva, sottolineando il valore della memoria come elemento che contribuisce alla crescita del movimento antimafia in Sicilia.

L’acquisto rafforza così la presenza di un luogo chiave nella storia e nella cultura civile siciliana. La casa di Peppino Impastato resta aperta per accogliere chiunque voglia avvicinarsi alla sua esperienza, testimoniare la sua battaglia e continuare a raccontare la realtà della lotta contro la criminalità organizzata.

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