la carica di Carmen di Renato Guttuso torna al teatro Costanzi per i 150 anni dell’opera di Bizet

la carica di Carmen di Renato Guttuso torna al teatro Costanzi per i 150 anni dell’opera di Bizet

La messa in scena di Carmen di Renato Guttuso torna al teatro Costanzi di Roma con scenografie originali restaurate, un cast internazionale e la direzione di Omer Meir Wellber fino al 28 giugno 2025.
La Carica Di Carmen Di Renato La Carica Di Carmen Di Renato
La storica messa in scena di *Carmen* di Renato Guttuso è tornata al teatro Costanzi di Roma, celebrando i 150 anni dell’opera di Bizet con scenografie restaurate, un cast internazionale e una regia che sottolinea i temi di libertà e lotta sociale. - Gaeta.it

La messa in scena di Carmen firmata da Renato Guttuso è tornata a vivere al teatro Costanzi di Roma. Venticinque anni dopo il debutto che nel 1970 fece discutere, questo allestimento mantiene ancora quel potere suggestivo, grazie a scenografie e costumi disegnati dall’artista siciliano, riproposti con cura per celebrare i 150 anni dall’opera di Georges Bizet. La serata d’apertura ha visto una lunga ovazione durata quasi dieci minuti, a conferma del valore persistente di questo spettacolo che combina arte visiva e musica drammatica.

La rinascita di un’allestimento storico al teatro costanzi

Nel maggio 2025, l’Opera di Roma ha deciso di omaggiare l’opera di Bizet riportando sul palcoscenico le scenografie e i costumi originali di Renato Guttuso, realizzati per la regia di Sandro Bolchi nel 1970. Quel debutto, scelto a suo tempo di inaugurare sul palco uno stile ormai storico, aveva scatenato molte polemiche per la stilizzazione forte e colore acceso delle scene, considerati quasi “sacri” nei tradizionali allestimenti operistici. Questa versione ha richiesto un lungo lavoro di ricerca e restauro, concentrato sulle tele dipinte dagli anni Settanta e sulle fotografie d’epoca.

Il ruolo degli archivi di guttuso

Un archivio prezioso fatto di oltre 500 bozzetti di Guttuso, di cui solo metà sono arrivati alla versione definitiva della scenografia, ha guidato il regista Fabio Ceresa nel riportare fedelmente quel mondo visivo. Il risultato è stato accolto con entusiasmo dagli spettatori, che hanno riscoperto un’opera-comique che sfocia nel dramma, tra le più amate e portate in scena al mondo. Secondo Ceresa, il recupero di questo patrimonio scenografico valorizza la storia dell’opera e restituisce un contesto visivo molto intenso che rende Carmen ancora attuale.

il cast internazionale e la direzione di Omer Meir Wellber

La stagione 2025 ha portato al teatro Costanzi un cast chiamato a interpretare i ruoli centrali di Carmen con profili variegati. La mezzosoprano francese Gaëlle Arquez ha interpretato la protagonista alla prima esperienza con l’Opera di Roma, dopo aver già sposato il ruolo in teatri europei e in patria. La sua voce ha raccolto applausi e consensi, anche se qualche critica ha sottolineato una certa freddezza nell’espressione scenica che non ha sempre reso la natura ribelle e passionale del personaggio. Accanto a lei, il tenore di origini messicane e americane Joshua Guerrero ha vestito i panni di Don Josè, offrendo una performance marcata dalla tensione emotiva del personaggio.

Altre voci del cast

Il registro vocale del basso-baritono uruguaiano Erwin Schrott ha risuonato forte nel ruolo del toreador Escamillo, ricevendo slanci di applausi. A impreziosire il cast, Mariangela Sicilia, soprano di Cosenza, ha portato sul palco il ruolo di Michaela, ottenendo grande attenzione grazie al crescendo interpretativo dimostrato in altre produzioni capitoline come Alcina di Handel. Sul podio, il direttore israeliano Omer Meir Wellber ha guidato orchestra e coro con un ritmo saldo e preciso, accompagnato dal maestro Ciro Visco e dal Coro di Voci bianche del teatro dell’Opera.

Simbolismi e temi sociali nella nuova messa in scena

L’opera affronta la storia di una donna zingara che lotta contro imposizioni e restrizioni imposte da una società patriarcale. Questa nuova messa in scena inserisce elementi visivi che ribadiscono il messaggio di pace e autodeterminazione. La scena della danza in cui le donne “fumano” fiori bianchi e li infilano nelle canne dei fucili dei soldati richiama l’idea di una non violenza che contrasta con l’ambientazione militare e oppressiva. Carmen stessa seduce Don Josè, incatenato ai doveri militari e soffocato da una figura materna ingombrante.

Il regista ha sottolineato più volte come la parola chiave del racconto sia libertà: la possibilità di scegliere la propria strada senza condizionamenti esterni. Lo spettacolo mette in luce l’incapacità di Don Josè di accettare questo rifiuto, mentre Carmen sfida il destino che la porterà alla tragedia. La lettura delle carte da parte della protagonista preannuncia la morte, una condizione che affronta con orgoglio.

Il passato travagliato di bizet e il debutto di carmen

Bizet concepì Carmen tra tormenti personali non facili da superare. La gelosia per l’attrazione tra sua moglie e un amico pianista e il rapporto difficile con Celestine Galli-Marié, la prima interprete di Carmen, segnarono l’autore nel periodo della composizione. Il debutto dell’opera nel 1875 non riscosse subito consensi e venne accolto con freddezza da parte del pubblico parigino.

Alcune testimonianze, anche se non confermate, collegano lo scarso successo della prima all’umore cupo che avrebbe spinto Bizet a togliersi la vita solo tre mesi dopo la prima. In ogni caso, la vicenda di Carmen, con i suoi intrecci di amore e gelosia, ha superato quello scoglio iniziale diventando un classico amatissimo e rappresentato in tutto il mondo.

Programmazione e cast alternativo in scena fino al 28 giugno

Lo spettacolo con le scenografie di Guttuso resta in cartellone al teatro Costanzi fino al 28 giugno 2025. Nelle repliche del 22, 25 e 27 giugno si alterna un cast di artisti altrettanto apprezzati: Ketevan Kemoklidze nel ruolo di Carmen, Jorge de León come Don Josè, Andrei Bondarenko interpreta Escamillo ed Ekaterina Bakanova veste i panni di Michaela.

Questa turnazione permette di mantenere la qualità artistica senza rinunciare alla varietà interpretativa, elemento che bilancia l’impatto visivo delle scene con nuove sfumature vocali e gestuali dei protagonisti. L’allestimento continua a essere tra i più seguiti e discussi all’Opera di Roma, segno di un’opera che ancora fa parlare dopo più di 140 anni dalla sua nascita e mezzo secolo dalla sorprendente messinscena di Guttuso.

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