Nel 2025, la cantina Citra si presenta come un pilastro del vino cooperativo del centro-sud Italia, con un bilancio 2024 che ha fissato un nuovo record di ricavi consolidati. Questa realtà abruzzese mette insieme oltre 3000 soci e un patrimonio territoriale di 6000 ettari vitati, confermando una presenza rilevante sui mercati internazionali. La recente assemblea dei soci ha rinnovato la fiducia alla guida del presidente sandro spella per il triennio 2025-2028, proiettando il consorzio verso sfide di lunga durata e strategie orientate al futuro.
La struttura e i numeri della cantina citra
La cantina Citra rappresenta un sistema cooperativo formato da otto cooperative e circa 3000 famiglie di produttori, operanti su 6000 ettari di vigneti situati in abruzzo. La produzione annua si attesta su circa 30 milioni di bottiglie, esportate in oltre 50 Paesi nel mondo. Numeri che indicano una dimensione significativa, ma che vanno oltre i dati e toccano il legame profondo tra la terra e chi la lavora.
Il presidente sandro spella sottolinea come il successo sia frutto di una dedizione collettiva e di un senso di appartenenza. La crescita del fatturato di oltre il 55% negli ultimi tre anni non è casuale, ma dipende dalla cura costante con cui i vignaioli custodiscono la terra e le sue varietà. Ogni vendemmia parte da un’attenta selezione delle uve, che nasce dalla tradizione tramandata di generazione in generazione, arricchendo vini dal carattere autentico e riconoscibile.
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La posizione geografica dell’abruzzo contribuisce a questa identità: tra l’adriatico e i massicci del gran sasso e della majella, la terra si conferma un elemento chiave. Il legame con l’ambiente e il territorio prende forma nelle bottiglie, raccontando una storia che unisce paesaggio e cultura rurale, agricoltura e produzione di qualità.
Il bilancio 2024 e le strategie di crescita del gruppo
Fabio de dominicis, direttore generale della cantina Citra, ha illustrato i risultati economici presentati nell’assemblea: i ricavi consolidati hanno raggiunto i 62 milioni di euro, confermando la solidità del gruppo. Le strategie adottate hanno previsto l’ampliamento del portafoglio prodotti, con linee nuove orientate a consumatori contemporanei, come la linea Caos e gli spumanti Trabocco DOC.
Anche nel canale horeca ci sono novità: le etichette Ferzo e Fenaroli Metodo Classico hanno contribuito a consolidare la presenza del gruppo su ristoranti e locali. L’export copre oltre il 60% del fatturato, con mercati storici come Regno Unito, Canada e Benelux; in più si registrano incrementi in Asia, soprattutto in Giappone.
Questo piano di crescita non si limita al solo ampliamento commerciale, ma riflette un’attenzione alle dinamiche globali e alle esigenze di nuovi consumatori. L’innovazione e la diversificazione delle offerte puntano a mantenere competitività preservando l’identità territoriale e produttiva della cantina.
L’impegno per la sostenibilità e la responsabilità ambientale
Un aspetto centrale nel bilancio 2024 riguarda la sostenibilità. La cantina Citra ha adottato misure precise per ridurre l’impatto ambientale, con progetti concreti che includono l’installazione di impianti fotovoltaici, la diminuzione delle emissioni di CO₂, e l’utilizzo di packaging ecologico. La gestione attenta della qualità dell’acqua e del suolo sottolinea l’interesse per la salvaguardia della materia prima.
L’etichetta Equalitas, presente sulle bottiglie, certifica un percorso di responsabilità e trasparenza, non solo formale ma legato a scelte operative. La cantina ha fatto della sostenibilità una dimensione fondamentale, sia nell’ambito ambientale che sociale, attraverso il coinvolgimento diretto degli associati e della comunità.
Dal 2019 il bilancio è certificato da PwC, garanzia di trasparenza contabile e di rispetto delle norme. La cooperativa mantiene rapporti stretti con università, scuole e associazioni del territorio, costruendo relazioni utili a tutelare il patrimonio culturale e ambientale locale. L’approccio adottato riflette una visione “glocal”: capace di guardare oltre i confini e di agire con attenzione nei luoghi di origine.
Governance e incarichi: un consiglio allineato per guidare il futuro
L’assemblea ha rinnovato la presidenza di sandro spella, evidenziando una scelta di continuità in un momento di grandi trasformazioni. Accanto a lui ci sono i vicepresidenti dino d’ercole e alessandro scarlatto. Il consiglio di amministrazione vede conferme e nuovi ingressi: domenico bomba, canziano la rocca, licio colantuono, pino candeloro e valentino di campli.
Il collegio sindacale è presieduto da luciano de angelis, con le conferme di miranda scarinci e simona del popolo. Anche nelle controllate ci si orienta verso la stabilità: domenico bomba resta presidente di casal thaulero, canziano la rocca guida abruzzo nel mondo e licio colantuono presiede nododivino.
Questi incarichi riflettono un’organizzazione che punta a sostenere il gruppo con decisioni coerenti e stabilità gestionale. La leadership confermata garantirà il coordinamento delle attività e l’adozione delle strategie previste nel prossimo triennio.
La filosofia che unisce una comunità vitivinicola
Il presidente spella ha scelto di chiudere il suo intervento con una citazione di sallustio: “concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur.” Questa frase riassume il valore dell’unità per una realtà nata dalla cooperazione di piccoli produttori.
L’idea che solo collaborando si possano far crescere piccole realtà in qualcosa di solido e duraturo è centrale per citra. Non si tratta solo di numeri o mercato, ma di mantenere insieme una comunità che vive di vigneti, lavoro manuale, tradizioni e orgoglio.
La cantina incarna un modello di sviluppo radicato nel territorio, dove la vigna resta famiglia e il vino esprime questo legame senza bisogno di artifici. È un invito a resistere ai cambiamenti fugaci e a restare uniti, mantenendo salde le radici che hanno permesso di arrivare fino a qui.