La campagna del pomodoro biologico di pietra di scarto a cerignola: lavoro e inclusione su terreni confiscati alla mafia

La campagna del pomodoro biologico di pietra di scarto a cerignola: lavoro e inclusione su terreni confiscati alla mafia

La cooperativa sociale Pietra di Scarto di Cerignola trasforma terreni confiscati alla mafia in un progetto di agricoltura biologica, inclusione sociale e sostenibilità, producendo passata e pelati distribuiti in tutta Italia.
La Campagna Del Pomodoro Biolo La Campagna Del Pomodoro Biolo
La cooperativa sociale Pietra di Scarto di Cerignola trasforma terreni confiscati alla mafia in un luogo di lavoro inclusivo, producendo pomodoro biologico con metodi sostenibili e promuovendo giustizia sociale e legalità. - Gaeta.it

La cooperativa sociale Pietra di Scarto, nata a Cerignola nel 1996, da alcuni giorni ha avviato la campagna di lavorazione del pomodoro biologico. Questa realtà opera su un bene confiscato alla mafia, trasformandolo in un luogo di lavoro e crescita sociale. La produzione si concentra soprattutto su passata e pelati, distribuiti poi in botteghe solidali e negozi di commercio equo in tutta Italia.

Il lavoro nei terreni confiscati e l’avvio della campagna dell’oro rosso

Chi lavora in questa cooperativa lo fa su un terreno che, fino a qualche anno fa, era proprietà mafiosa. Oggi Pietra di Scarto gestisce queste terre con una finalità diversa: produrre pomodoro biologico e allo stesso tempo offrire un’opportunità concreta a persone in difficoltà. Il lavoro inizia molto presto, alle 6.30 del mattino, e continua generalmente fino alle 14.30. Nel laboratorio si trasformano i pomodori raccolti a mano, senza l’uso di macchinari che potrebbero danneggiare la qualità del prodotto. Questo procedimento dura ormai da anni, ma nel 2021 si è aggiunta la coltivazione diretta dei pomodori biologici nei campi della cooperativa, ampliando così la produzione.

Biosostenibilità e lavoro manuale

Lavorare in un bene confiscato significa impegnarsi non solo sul piano produttivo, ma anche su quello sociale. La raccolta manuale del pomodoro, la trasformazione che avviene nel laboratorio e la distribuzione sono gestite da un gruppo di lavoratori legati da un contratto regolare, che rappresenta un’ancora stabile per tutti loro. La qualità del prodotto deriva anche da questa cura e da un rapporto strettissimo con la terra.

Le persone dietro la produzione: storie di inclusione e riscatto

Pietra di Scarto impiega circa una decina di persone, tutte con regolare contratto di lavoro. Tra questi, cinque sono soggetti che si trovano in esecuzione penale interna ed esterna o in affido lavorativo. Questo dettaglio evidenzia come la cooperativa sia un punto di riferimento per chi cerca un’opportunità concreta di reinserimento sociale.

Non mancano storie di diverse provenienze. C’è Yuliia, una donna ucraina di 38 anni che è arrivata a Cerignola tre anni fa, scappando dalla guerra con il figlio. Tra le lavoratrici c’è anche una donna che ha superato una situazione di violenza domestica e un’altra immigrata dal Senegal. Queste esperienze portano uno spessore particolare alla squadra, che non si limita solo alla produzione, ma si costruisce attorno a relazioni umane forti e di supporto reciproco.

Al di là della trasformazione del pomodoro, che richiede anche operazioni come lo scarico, il carico del materiale e il lavaggio delle macchine, il gruppo lavora insieme creando un ambiente coeso. Questa cooperativa è un modello di lavoro concreto in cui l’aspetto sociale non rimane confinato a un’idea astratta, ma prende forma ogni giorno.

Miglioramenti tecnici e allargamento della rete produttiva

Negli ultimi anni la cooperativa ha introdotto novità importanti sul piano tecnico. Tra queste, l’installazione di un impianto fotovoltaico ha portato a una diminuzione dei costi energetici e a una maggiore sostenibilità ambientale. L’aspetto produttivo ha guadagnato un impulso grazie al potenziamento della rete di produttori biologici che decidono di far trasformare il loro raccolto proprio nelle strutture di Pietra di Scarto.

Il laboratorio stesso, dove si lavora il pomodoro, ha beneficiato di investimenti che ne hanno migliorato la funzionalità. Gli operatori ampliano così la capacità produttiva e la qualità del prodotto finito, senza ricorrere a additivi o processi che potrebbero intaccarne la naturalezza.

Obiettivi produttivi raggiunti

L’obiettivo è raggiungere entro questa campagna la produzione di 100 mila bottiglie, soprattutto di passata di pomodoro. Questi prodotti raggiungono le botteghe solidali e punti vendita di commercio equo in varie regioni italiane, mantenendo sempre alta l’attenzione su un consumo consapevole e legato a valori sociali.

Promozione della giustizia sociale e lotta alle mafie attraverso l’agricoltura

L’attività della cooperativa Pietra di Scarto non si esaurisce nella coltivazione e trasformazione del pomodoro. Si tratta di un lavoro a tutto tondo che comprende anche la diffusione di una cultura antimafia e pratiche agricole sostenibili. La cooperativa, infatti, promuove la legalità, il consumo critico e l’inclusione di persone esposte a marginalità.

La presenza di persone con situazioni personali complesse indica come la cooperativa lavori per offrire supporto concreto a chi, senza un’opportunità di lavoro, rischierebbe l’emarginazione. La produzione agricola diventa così mezzo per costruire percorso di reinserimento sociale e difendere la legalità.

L’impegno, oltre a quello produttivo, coinvolge anche l’aspetto educativo, per formare consumatori attenti e consapevoli. La campagna del pomodoro biologico è un esempio chiaro di come si possa dare un valore etico al prodotto agricolo, unendolo a pratiche di giustizia sociale e lotta alle mafie.

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