Il Salone Internazionale del Libro ha visto la partecipazione della regione Calabria con un progetto espositivo che punta a raccontare la realtà contemporanea calabrese. Non si tratta di un’immagine nostalgica o proiettata verso un futuro ipotetico, ma di una rappresentazione autentica, radicata nella cultura e nella vita quotidiana di questa regione del sud Italia. Lo stand della Calabria ha voluto evidenziare aspetti culturali, sociali e umani attraverso volti, parole e appunti che raccontano la sua identità attuale.
Il messaggio della regione calabria attraverso le parole di caterina capponi
L’assessore regionale alla Cultura e alle Politiche sociali, Caterina Capponi, ha aperto l’evento al Lingotto Fiere di Torino con un discorso in cui ha sottolineato come la Calabria presente al Salone non rappresenti una visione idealizzata o nostalgica. Si è espressa scegliendo come slogan “La Calabria che siamo”, cioè la Calabria odierna nelle sue mille sfumature. L’assessore ha puntato l’attenzione su una regione fatta di cultura millenaria, ma anche di contraddizioni e talenti diffusi, un luogo che non si nasconde dietro immagini stereotipate ma racconta se stessa con sincerità. Per la Capponi, il libro diventa un mezzo concreto per costruire ponti tra generazioni diverse, tra territori lontani, tra mondi che sembrano distanti ma si avvicinano proprio attraverso la lettura e la parola scritta. Questo approccio cerca di stimolare un dialogo autentico, lontano dai cliché, capace di rispecchiare le tante sfaccettature della Calabria del 2025.
Lo stand della calabria: colori e volti per un’identità collettiva
Lo spazio espositivo calabrese si è caratterizzato anche per l’uso dei colori istituzionali giallo e blu, tratti dallo stemma regionale. Il direttore artistico Francesco Mazza ha spiegato il significato dietro a un’installazione fotografica molto particolare. Sullo stand erano esposti i volti di più di 1.200 persone, ognuno ripetuto quattro volte. Questa ripetizione esprime l’impegno e la volontà dei calabresi di farsi notare, di far vedere la propria presenza in modo forte e coerente, senza nascondersi dietro false o altrui immagini, ma mostrandosi per quello che sono realmente. Al centro dello spazio, poi, è stato collocato un “albero del pensiero meridiano” che espone frasi chiave quali amicizia, accoglienza, comunità e fratellanza. Questi termini vogliono richiamare alla memoria un antico concetto di dignità collegato a tutte le terre del sud, invitando ad una riflessione sulla forza delle radici comuni che spesso rimangono nascoste o sottovalutate.
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Gli incontri e i protagonisti calabresi nel programma del salone del libro
Durante i giorni dedicati alla manifestazione nel padiglione Oval, sono stati organizzati circa 150 appuntamenti culturali. Due sale meeting hanno ospitato dibattiti, presentazioni e riflessioni legate alla letteratura e alla realtà calabrese, con un programma ricco di ospiti. Tra gli eventi più rilevanti, una giornata speciale è stata dedicata a Nuccio Ordine, studioso della letteratura italiana noto a livello internazionale per i suoi saggi e le sue analisi critiche. Altri protagonisti importanti sono stati Aldo Morace, che presiede la fondazione Alvaro sciolta dalla prefettura per motivi giudiziari, e Tommaso Lepera, fotografo impegnato nel raccontare la Calabria attraverso le sue immagini. Infine, non è mancata la presenza di Antonino De Masi, imprenditore locale noto per le sue denunce contro la criminalità organizzata e costretto a vivere sotto scorta, che ha potuto portare la sua testimonianza davanti al pubblico del Salone.
Racconto diretto della regione calabria al salone
L’iniziativa della Calabria al Salone del Libro ha offerto uno sguardo diretto sulla regione, mettendo in luce le contraddizioni e le storie che la abitano. Storie di coraggio, identità e impegno sociale che vanno oltre gli stereotipi abituali. Lo stand e le attività parallele hanno dato voce a una realtà complessa, animata da volti quotidiani e da un pensiero che guarda al futuro senza dimenticare le proprie radici.