La raccolta di plasma in basilicata registra un significativo aumento nel 2024, segnando un passo avanti importante per la produzione nazionale di medicinali derivati dal sangue. Questo risultato si inserisce in un contesto nazionale in cui l’autosufficienza nella produzione di emoderivati è un obiettivo strategico per la sanità pubblica italiana. La crescita recente riflette l’impegno delle istituzioni, delle associazioni di volontariato e della comunità di donatori, con particolare attenzione al ricambio generazionale.
Verso l’autosufficienza nella produzione di medicinali emoderivati
L’aumento del plasma raccolto in basilicata è un passo importante verso l’autosufficienza nazionale nella produzione di farmaci emoderivati come immunoglobuline e albumina. Questi prodotti sono essenziali per trattamenti medici di varia natura. La regione mira a raggiungere un parametro di 18 chili di plasma raccolti per mille abitanti, una soglia considerata strategica per garantire una produzione autonoma senza affidarsi ai mercati esteri.
La dipendenza da fornitori esterni pone infatti vincoli sui costi e sui tempi di distribuzione di questi farmaci indispensabili per la cura di molte patologie. La basilicata si allinea quindi ad una linea nazionale che punta a ridurre questa vulnerabilità attraverso il potenziamento della raccolta locale. Il risultato ottenuto nel 2024 indica che la regione è sulla strada giusta verso questo traguardo e contribuisce a rafforzare la tenuta del sistema sanitario italiano.
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Il ruolo della rete territoriale e delle associazioni di volontariato
Dietro al buon risultato della basilicata c’è un’organizzazione capillare che coinvolge istituzioni, sistema sanitario e soprattutto le associazioni di volontariato. L’assessore Cosimo Latronico ha sottolineato l’importanza della sinergia tra questi soggetti che lavorano insieme per la raccolta di plasma e sangue. Tra le associazioni, Avis occupa una posizione centrale con oltre 3.300 sedi distribuite in italia, coprendo il 70% del fabbisogno nazionale di sangue.
Anche Croce Rossa, Fidas e Fratres si impegnano attivamente nel diffondere la cultura della donazione e nel gestire la raccolta, svolgendo un ruolo essenziale. Questa rete territoriale permette di mantenere elevati standard di disponibilità di sangue e plasma, garantendo il servizio a ospedali e pazienti in ogni parte del paese. Il modello lucano, basato sulla collaborazione stretta tra tutti gli attori coinvolti, è efficace nel sostenere la continuità del sistema.
L’aumento della raccolta plasma in basilicata e il suo impatto nazionale
Nel 2024 la basilicata ha registrato un incremento della raccolta di plasma pari all’8% rispetto all’anno precedente. Questo dato è stato comunicato dall’assessore regionale alla salute Cosimo Latronico tramite l’ufficio stampa della giunta regionale. La regione ha così contribuito al raggiungimento di oltre 900 tonnellate di plasma raccolte in tutta italia. Un risultato che va oltre i numeri, segnando una svolta nella disponibilità di plasma per la produzione di medicinali emoderivati destinati al sistema sanitario italiano.
Latronico ha ricordato che donare plasma o sangue è un gesto semplice ma di valore civile, etico e sociale, capace di salvare vite ogni giorno su tutto il territorio. Questa crescita testimonia l’efficacia delle strategie messe in campo dall’amministrazione regionale per stimolare la partecipazione dei cittadini a questa pratica di solidarietà. La basilicata si pone così tra le regioni che contribuiscono in modo significativo alla sicurezza della fornitura di plasma necessaria per l’intero paese.
Il valore della donazione e l’importanza del ricambio generazionale
L’assessore ha voluto ringraziare i tanti volontari e donatori che contribuiscono quotidianamente con gesti discreti ma fondamentali. Donare sangue o plasma è un atto che mette al centro la solidarietà e la responsabilità sociale. Ogni donatore è parte di una catena di aiuti a persone che possono ricevere cure salvavita grazie a quei prodotti emoderivati.
Un segnale importante arriva dall’aumento dei donatori giovani nella fascia tra 18 e 45 anni, un elemento decisivo per garantire la continuità nel tempo. Servono però sforzi costanti per mantenere e allargare questa fascia, motivando nuove generazioni a entrare in questo circuito solidale. Donare permette anche di effettuare controlli medici periodici, rappresentando un’occasione per prendersi cura della propria salute accanto a quella degli altri.
L’impegno lucano punta a consolidare queste abitudini di donazione per mantenere la disponibilità di plasma e sangue e supportare il servizio sanitario con una base stabile di risorse essenziali. La crescita nel 2024 dimostra che questa sfida è possibile, grazie all’impegno collettivo di istituzioni e cittadini.