Il film “the chronology of water” firmato da Kristen Stewart segna il debutto della celebre attrice dietro la macchina da presa. Presentato nella sezione un Certain Regard al festival di Cannes, il lungometraggio trae spunto dal romanzo autobiografico di Lidia Yuknavitch. La pellicola si concentra su alcuni passaggi complessi e forti della vita della scrittrice, attraversando momenti di sofferenza e di ripresa.
Un racconto frammentato tra infanzia difficile e rinascita
Il film propone una narrazione non lineare, fatta di frammenti apparentemente disordinati che mostrano le varie fasi esistenziali di Lidia Yuknavitch. Dal periodo infantile segnato da difficoltà emotive e situazioni violente si passa attraverso l’adolescenza tormentata, l’università, con al centro anche la maternità come punto di svolta. La pellicola si apre a temi sensibili come l’abuso sessuale e la dipendenza, seguendo un percorso che mostra la fragilità ma anche la determinazione di una donna decisa a ricostruirsi. Ogni segmento dura al punto giusto per trasmettere le emozioni senza perdere la tensione narrativa.
Kristen Stewart e il legame profondo con il progetto
Dall’attrice conosciuta per la saga twilight arriva un lavoro profondamente personale, risultato di anni di impegno. Stewart ha impiegato otto anni prima di trovare i finanziatori disposti a sostenere un racconto così crudo. Alla prima stampa, tenutasi nella sala Debussy del festival, ha descritto il film come un “atto d’amore radicale” sottolineando la necessità che il pubblico guardi e ascolti questa storia senza filtri. Stewart mostra una profonda connessione emotiva con il romanzo di Yuknavitch, che ha letto per la prima volta nel 2017 durante le riprese del film jt leroy.
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La scelta degli interpreti e il lavoro sul personaggio di Lidia
A vestire i panni della protagonista è Imogen Poots che Kristen Stewart definisce “davvero sorprendente” e capace di restituire con forza la complessità di Lidia. La regista ha scelto di affidare il ruolo a un’attrice che potesse trasmettere la tensione emotiva di un personaggio così stratificato, con passaggi che vanno dal dolore più oscuro all’energia della rinascita. Il film mette in scena soprattutto la lotta di una donna nel contesto contemporaneo, con tutte le difficoltà che comporta attraversare abusi e dipendenze.
Sceneggiatura e sfide nel narrare una storia delicata
La scrittura del film è stata un processo laborioso. Kristen Stewart ha ammesso di aver scritto molto, fino a sovraccaricarsi, proprio perché raccontare i vari aspetti della vita di Lidia nelle loro sfumature non era semplice. La sceneggiatura si concentra su come l’abuso sessuale e la dipendenza si manifestano nel corpo e nella mente e vuole far emergere la voce di una donna che affronta queste prove nel mondo attuale. Il progetto pretende onestà e un certo coraggio nel portare sul grande schermo contenuti difficili e dolorosi, senza censure o velature.
Il ritorno di Kristen Stewart a Cannes con un film impegnato
Dopo aver lavorato con registi come David Cronenberg e Olivier Assayas, Kristen Stewart torna a Cannes per la settima volta con un film che si discosta nettamente dal suo ruolo di attrice giovane e star del cinema commerciale. Il progetto ha un’anima intensa e racconta una storia che ha avuto bisogno di tempo per poter emergere. La scelta di raccontare la vita di Lidia Yuknavitch, con tutte le ombre e le luci, offre al pubblico uno sguardo autentico sulle conseguenze psicologiche e affettive di esperienze traumatiche e sulla forza necessaria per rialzarsi.