Kim Novak ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera in occasione della Mostra del Cinema di Venezia 2025. Questo riconoscimento mette in luce il ruolo unico che l’attrice ha ricoperto nella storia del cinema americano, fra ribellione e talento. Novak è ricordata non solo per la sua presenza sullo schermo, ma anche per le scelte coraggiose e per la sua indipendenza all’interno di un sistema spesso limitante.
Dalle origini a una carriera segnata dall’indipendenza
Kim Novak è nata Marilyn Pauline, ma per motivi legati alla fama di Marilyn Monroe ha dovuto rinunciare al proprio nome di battesimo. Decise però di mantenere il cognome Novak, accettando solo di modificare il colore dei capelli con un biondo platino. Questo aspetto non fu mai casuale: rappresentava il modo in cui voleva affermarsi, senza imitare nessuno. Entrata nel mondo di Hollywood a metà degli anni Cinquanta, l’attrice si impose subito grazie a una bellezza fuori dal comune e a un atteggiamento anticonformista, che la fece sempre apparire distante dall’idea della diva costruita dalla macchina dello spettacolo.
Una scelta imprenditoriale coraggiosa
Non si limitò a recitare: Kim Novak creò una propria casa di produzione, una scelta insolita per una donna all’epoca, e si batté per migliorare le condizioni economiche, specie in rapporto ai colleghi uomini, spesso meglio pagati. Questi gesti evidenziano come la sua carriera non sia stata guidata solo dal successo sui grandi schermi, ma anche da una volontà ferma di difendere la propria autonomia.
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I ruoli più importanti e la collaborazione con grandi registi
Durante la sua attività cinematografica, Novak interpretò ruoli che spaziarono dalla commedia romantica al dramma intenso. Lavorò con registi come Billy Wilder, che la volle in “Baciami stupido”, Otto Preminger in “L’uomo dal braccio d’oro” e Robert Aldrich in “Quando muore una stella”. Ognuno di questi film mostrò un lato diverso della sua versatilità: dall’innocenza apparente, fino al tormento interiore.
Collaborazione decisiva con richard quine
Non mancarono i successi in film più leggeri, spesso personaggi brillanti nelle commedie. La collaborazione con Richard Quine fu decisiva in questo senso, con titoli come “Criminale di turno” e “Una strega in paradiso” che fecero breccia nel pubblico. Tuttavia, nessun ruolo ha segnato così profondamente la sua carriera come il doppio personaggio ne “La donna che visse due volte” di Alfred Hitchcock. Quella interpretazione resta ancora oggi il suo tratto distintivo, capace di conferire allo stesso tempo fascino e mistero.
Una diva ribelle che lasciò hollywood per dedicarsi a passioni personali
Kim Novak non scelse mai di adattarsi completamente ai canoni della Hollywood anni Cinquanta. La sua decisione di ritirarsi volontariamente dal cinema pare rispecchiare un rifiuto del sistema e un desiderio di libertà. Poco dopo il picco della sua carriera abbandonò la prigione dorata degli studi cinematografici per trasferirsi in un ranch in Oregon.
Qui finalmente poté dedicarsi a ciò che amava davvero: la pittura e l’allevamento di cavalli. Questa seconda vita racconta un lato più riservato e genuino di una persona che aveva vissuto sotto i riflettori, senza mai perdere il suo spirito indipendente. La Mostra di Venezia vuole celebrare proprio questa figura: una star che ha saputo essere se stessa, anche a costo di rinunciare alla notorietà.
Il documentario e il messaggio di kim novak a venezia
In occasione della premiazione verrà presentato, in prima mondiale, il documentario “Kim Novak’s Vertigo”, diretto da Alexandre Philippe. Il film è realizzato con la collaborazione esclusiva dell’attrice e si concentra proprio sul suo ruolo ne “La donna che visse due volte”, analizzando l’impatto di quel capolavoro e il suo significato nella carriera di Novak.
La stessa Kim Novak ha espresso grande emozione per il riconoscimento ricevuto a Venezia. Ha parlato di ricordi preziosi e del cuore pieno di gioia per essere stata accolta e festeggiata in una città dove il cinema vive con un’intensità speciale. Resta una testimonianza diretta di una carriera fuori dal comune, a volte in ombra, ma sempre pronta a sorprendere per profondità e forza personale.