Jodie foster torna a cannes con vie privée, il suo primo ruolo importante in francese

Jodie foster torna a cannes con vie privée, il suo primo ruolo importante in francese

Jodie Foster torna a Cannes nel 2025 con Vie privée, il suo primo ruolo importante in francese, esplorando temi di indagine psicologica e inclusione sociale nel cinema contemporaneo.
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Jodie Foster torna a Cannes nel 2025 per presentare "Vie privée", il suo primo ruolo importante in francese, segnando un nuovo capitolo nella sua carriera e ribadendo il suo impegno per un cinema inclusivo e di qualità. - Gaeta.it

Jodie Foster è tornata al festival di Cannes nel 2025 per presentare Vie privée, un film fuori concorso diretto da Rebecca Zlotowski. Per la star americana, questa pellicola segna la prima esperienza significativa in lingua francese, un passo importante che riflette anche un legame personale con la Francia, paese da cui parte gran parte della sua formazione scolastica. Ripercorriamo insieme i motivi della sua partecipazione, il contenuto del film e il percorso recente della sua carriera.

Partecipazione a cannes e legame con la lingua francese

Jodie Foster ha mosso i primi passi sul palco di Cannes molto presto. Nel 1977, a soli 13 anni, partecipò al festival grazie a Taxi Driver di Martin Scorsese, pellicola vincitrice della Palma d’oro quell’anno. Da allora è tornata diverse volte, ricordata soprattutto per il trionfo con la palma d’oro onoraria ricevuta quattro anni fa. Oggi, Foster sceglie Cannes per presentare Vie privée, un film nato dalla collaborazione con Rebecca Zlotowski, regista con cui l’attrice ha un forte rapporto artistico.

La particolarità di questo progetto sta nel fatto che rappresenta il primo ruolo importante di Jodie Foster interamente in francese. Foster ha imparato il francese al Liceo francese di Los Angeles, dove ha studiato fino all’università, ottenendo la laurea con lode. Nonostante le offerte per ruoli francesi fossero arrivate in passato, l’attrice confessava di essere stata troppo intimorita dall’idea di recitare in una lingua che considerava complessa, soprattutto sul piano del dialogo. Adesso ha superato quella barriera, spinta anche dal sogno della regista di lavorare con lei e dalla forte attrazione per i suoi film.

Al suo arrivo sulla Croisette, la star ha ricevuto un’accoglienza calorosa, testimoniando il particolare affetto e rispetto che ha nei confronti del cinema francese e del pubblico locale.

Il ruolo di lilian steiner in vie privée

In Vie privée, Jodie Foster interpreta Lilian Steiner, una psichiatra dal carattere freddo e determinato. Il personaggio è segnato da una vita difficile: separata da Daniel Auteil, Lilian ha costruito una corazza emotiva che la protegge nel suo lavoro. La storia si sviluppa attorno alla morte sospetta di una sua paziente, Virginie Efira, ritenuta suicida ma che Lilian inizia a considerare vittima di omicidio.

Nel corso del film l’indagine esterna diventa un percorso interiore per Lilian. Le certezze della protagonista vacillano, facendola apparire più vulnerabile, ironica e persino più sorridente, un cambiamento che accompagna la sua evoluzione emotiva.

L’interpretazione di Foster si muove tra rigore professionale e fragilità personale. La sceneggiatura, scritta insieme alla scrittrice Anne Berest, mette in luce il conflitto della psichiatra che si sente bloccata e cerca nuove motivazioni sia nella carriera sia nella sua vita privata.

Le riprese sono state occasione di rincontrare un ambiente di lavoro per Foster, che ha raccontato d’aver affrontato il set con un approccio diverso rispetto all’infanzia e all’adolescenza, quando era molto seria durante le registrazioni. Quest’esperienza ha rivelato un lato più leggero e autentico dell’attrice, vasta veterana del cinema e simbolo di donne d’azione.

Percorso artistico recente e rapporto con il mondo del cinema

Dopo una lunga pausa dedicata alla famiglia e alla crescita dei suoi figli, Jodie Foster ha ripreso a lavorare nel cinema con gradualità. Nel 2023 è tornata alla ribalta con una nomination all’Oscar per il film Nyad, dove interpretava un’allenatrice di nuoto. Nel 2024 ha ottenuto un Emmy per la sua partecipazione alla serie True Detective: Night Country.

Ora ha 62 anni e racconta di aver modificato la propria visione del cinema, sentendosi più libera di scegliere. Nel corso della sua carriera ha diretto quattro film, tra cui Il piccolo Tate e A casa per le vacanze, che raccontano storie molto personali.

Foster ha spiegato di aver avuto fortuna all’inizio della regia, perché chi prendeva decisioni la conosceva e non la vedeva come un rischio. Ha sottolineato come fosse raro, prima di oggi, che un’attrice lavorasse con registe donne: in cinquant’anni solo un film con una regista donna prima dei suoi ultimi progetti.

L’attrice ha anche espresso un giudizio critico sulle nuove generazioni di attori. Non si accontentano più di recitare per il solo gusto di farlo, preferiscono che i ruoli abbiano un significato autentico.

Jodie foster sulle inclusioni sociali e il futuro del cinema

A Cannes, Foster ha espresso preoccupazione per le recenti iniziative della nuova amministrazione Trump che mirano a cancellare i programmi di inclusione DEI nel mondo dell’istruzione e dell’intrattenimento. Ha osservato come queste scelte rischino di bloccare il racconto di molte storie, impoverendo la narrazione collettiva.

La sua esperienza l’ha portata a considerare fondamentale che il cinema continui ad essere un mezzo aperto a tutte le voci. Ha ricordato come la presenza diversificata dietro e davanti alla macchina da presa offra nuovi punti di vista, che arricchiscono la cultura visiva globale.

Il richiamo di Foster mette l’accento sulla responsabilità degli artisti e degli addetti ai lavori nel sostenere la pluralità delle esperienze rappresentate sullo schermo. È un monito rivolto a chi controlla le produzioni cinematografiche, perché investire in diversità è un vantaggio per tutti.

Nel frattempo, la carriera di Jodie Foster continua a espandersi, mantenendo intatto il suo legame con il cinema di qualità e con un pubblico attento. La sua presenza a Cannes testimonia una passione che dura da oltre quattro decenni e si apre a nuove sfide linguistiche ed espressive.

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