Jannik Sinner ha raggiunto un traguardo importante con la sua prima finale al torneo di Roma, e da lì guarda oltre, verso un record che nessun azzurro ha mai avvicinato nel tennis mondiale. La sfida ora è quella di superare il numero di settimane consecutive da numero uno che ha segnato l’inizio della carriera di Novak Djokovic. Questo risultato potrebbe consolidare ancora di più la sua posizione di leader nel panorama tennistico internazionale, soprattutto in vista delle prossime settimane cruciali del tour.
La continuità di sinner: verso la fine del regno di djokovic
Il 9 giugno, alla fine del Roland Garros, Jannik Sinner sarà certo di mantenere per la 53esima settimana consecutiva la posizione di numero uno del ranking ATP. Questo conteggio lo porta a raggiungere il primato ottenuto da Novak Djokovic durante il suo primo regno in cima alla classifica mondiale. Però, la settimana successiva, il 16 giugno, Sinner è destinato a superare il numero di settimane detenuto da Djokovic entrando in una nuova fase della sua carriera ai vertici del tennis.
Il punto di svolta
Il punto di svolta è legato al calendario dei tornei e alla difesa dei punti. A Halle, infatti, Sinner perderà 500 punti fino a quel momento mantenuti, ma ciò non influirà sulla sua leadership. Carlos Alcaraz, principale avversario nella corsa al ranking, non potrà raggiungerlo neppure vincendo il torneo di Roma o difendendo i propri punti al Roland Garros. Questo equilibrio mantiene Sinner in una posizione solida nei confronti degli altri contendenti.
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I numeri dietro la classifica: punti, rivalità e calendario
Nel ranking live, Sinner guida con 10.380 punti, seguito da vicino da Alcaraz, che ne ha 8.500. Se Alcaraz dovesse imporsi a Roma, salirebbe a 8.850, ma resterebbe comunque a 1.530 punti da Sinner, molto difficile da colmare in breve tempo.
La gestione dei punti al Roland Garros è cruciale per capire chi potrà salire in vetta. Sinner dovrà difendere 800 punti, ottenuti con la semifinale raggiunta lo scorso anno, mentre Alcaraz dovrà mantenere un bottino più consistente, circa 2.000 punti. Anche l’eventuale uscita al primo turno di Sinner non garantirebbe ad Alcaraz un sorpasso immediato. Questo dettaglio tecnico assicura la continuità del primato per l’altoatesino almeno fino alla metà di giugno.
Sinner nell’olimpo dei grandi tennisti: record da battere e obiettivi futuri
Con il superamento di Djokovic, Sinner entrerà nella lista dei tennisti con i regni più lunghi al numero uno dopo la prima ascesa. Il record da battere rimane quello di Roger Federer con 237 settimane tra il 2004 e il 2008, distante ma non impossibile da raggiungere considerando il giovane talento dell’italiano.
Altri nomi in questa classifica includono Jimmy Connors e Lleyton Hewitt . Sinner, dopo aver raggiunto la soglia delle 54 settimane, si troverà al quarto posto per durata del regno da numero uno alla prima volta. Il prossimo obiettivo è puntare a restare in cima per tutto il 2025, superando così le 58 settimane di Jim Courier. Una volta superato lui, il successivo traguardo sarebbe Stefan Edberg, fermo a 72 settimane.
I calcoli indicano che per superare Edberg, Sinner dovrebbe mantenere il numero uno fino a fine ottobre, dopo l’US Open. Questo allunga la sua proiezione verso la top 10 dei tennisti con il periodo più lungo al vertice mondiale.
La proiezione sul lungo termine: 100 settimane da numero uno entro il 2026?
Se Jannik riuscirà a mantenere la leadership anche nel 2026, la soglia delle 100 settimane consecutive in cima al ranking non sembrerà un obiettivo irraggiungibile. Per questo sarà fondamentale difendere con successo i punti guadagnati negli Australian Open, dove è campione uscente da due edizioni.
Il percorso è ancora lungo ma non privo di segnali positivi. Sinner ha recuperato da una sospensione di tre mesi, che gli ha impedito di partecipare a tornei importanti come Masters 1000 e 500, eppure resta saldamente in testa.
Riuscire a mantenere questa posizione a lungo termine lo porrebbe tra i più grandi regnanti della storia del tennis, in una delle classifiche che rimangono tra le più ambite e difficili da raggiungere per un tennista professionista.