Il rapporto tra gli italiani e la caccia si evidenzia in modo netto dopo l’uscita della bozza di disegno di legge del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Un sondaggio commissionato dalla Lipu e realizzato da Swg su un campione rappresentativo mostra l’opinione dei cittadini riguardo le possibili modifiche alla normativa sulla pratica venatoria. I risultati sottolineano una forte contrarietà verso ogni riforma che non preveda maggiori tutele per la natura e per la fauna selvatica, con pochi a sostenere un allentamento delle restrizioni per i cacciatori.
Dettagli del sondaggio swg sulla riforma della caccia e l’opinione degli italiani
Il sondaggio è stato condotto il 21 maggio con metodologia Cawi su un campione di 1200 persone maggiorenni, selezionate per rappresentare fedelmente la popolazione italiana in termini di età, genere e distribuzione geografica. Il questionario conteneva varie sezioni dedicate al rapporto con la biodiversità e l’avifauna, a cui si è aggiunta una domanda specifica sulla possibile riforma della legge sulla caccia.
Gli intervistati si sono trovati di fronte a una scelta chiara: sostenere una revisione della normativa che aumentasse le tutele per la fauna selvatica o appoggiare una modifica in favore di un allargamento dei diritti per i cacciatori. La maggioranza, pari al 69%, si è espressa a favore delle salvaguardie ambientali, mentre appena lo 0,9% ha dichiarato di non essere d’accordo con questo orientamento. Chi invece ritiene che l’attuale legge limiti troppo la caccia e richieda un alleggerimento delle restrizioni è solo l’1,4%. Questi dati mostrano un consenso netto su un atteggiamento più conservazionista verso la natura.
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Il punto di vista di alessandro polinori presidente lipu
Alessandro Polinori, presidente della Lipu, ha descritto i risultati come indicativi di un forte cambiamento nella cultura italiana riguardo alla caccia. Ha sottolineato come la pratica venatoria abbia perso spazio nell’esperienza quotidiana della maggioranza, che si avvicina alla natura con un sentimento di rispetto e interesse per la tutela. Secondo Polinori, il divario tra chi sostiene maggiore protezione ambientale e chi difende la caccia si allarga, soprattutto se la proposta del governo dovesse avanzare senza modifiche.
Il presidente della Lipu ha annunciato anche l’intenzione di trasmettere i dati rilevati direttamente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai ministri coinvolti, Lollobrigida e Pichetto Fratin. Questo passaggio mira a fornire ai vertici di governo un quadro chiaro dell’opinione pubblica attuale, sperando che possano prendere decisioni che tengano conto della sensibilità delle persone. Nel frattempo, Lipu continuerà la sua azione con altre associazioni ambientaliste, per ostacolare l’approvazione di una riforma che rischia di ridurre le tutele esistenti.
Implicazioni sociali e culturali del rapporto tra italiani e caccia
L’indagine conferma come, in Italia, la caccia non sia più un elemento rilevante della cultura diffusa. La popolazione tende a identificarsi più con la protezione dell’ambiente e degli animali selvatici che con la pratica venatoria. Questo cambiamento riflette la crescente attenzione verso tematiche legate alla biodiversità e all’equilibrio degli ecosistemi.
Consenso verso la tutela della natura nella legge
Il risultato del sondaggio indica una posizione chiara: una riforma che limiti i vincoli attuali incontrerebbe forti resistenze e un’opposizione trasversale. Si registra invece un consenso importante verso un rafforzamento delle misure di tutela. Questi dati si inseriscono in un contesto più ampio, dove le associazioni ambientaliste e animaliste giocano un ruolo di presidio e sensibilizzazione, facendo ascoltare la voce di chi intende difendere la natura da azioni giudicate dannose.
La politica deve dunque confrontarsi con questa realtà pubblica, che si manifesta con numeri precisi e un orientamento consolidato. La discussione sulla caccia non riguarda più soltanto operatori di settore o ambienti rurali, ma coinvolge un’ampia fetta della società. Di fronte a questa situazione, una legge deve rispecchiare esigenze e sensibilità che si sono trasformate nel tempo, riconoscendo l’importanza della conservazione della fauna e degli habitat naturali.