Israele intensifica attacchi in Siria e intercetta missile dallo Yemen, tensione alta in Medio Oriente nel 2025

Israele intensifica attacchi in Siria e intercetta missile dallo Yemen, tensione alta in Medio Oriente nel 2025

Israele intensifica attacchi in Siria colpendo Hama e Damasco, intercetta missile dallo Yemen e mobilita riservisti a Gaza mentre la crisi mediorientale si aggrava nel 2025.
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Israele ha intensificato gli attacchi in Siria, intercettato un missile dallo Yemen e ampliato le operazioni militari a Gaza, mobilitando riservisti in un contesto di crescente tensione regionale e sfide militari. - Gaeta.it

Nel cuore del conflitto mediorientale, Israele ha intensificato gli attacchi in territorio siriano nelle ultime ore, colpendo diverse località mentre la tensione si estende tra i confini. Parallelamente, le difese israeliane hanno intercettato un missile in arrivo dallo Yemen, aumentando la preoccupazione per la sicurezza nazionale. Lo scenario si complica con la decisione del gabinetto di sicurezza di ampliare le operazioni militari a Gaza, mobilitando unità di riserva. Questi sviluppi riflettono una fase particolarmente delicata della crisi regionale.

Raid israeliani colpiscono la provincia di hama e sobborghi di damasco, bilancio e motivazioni ufficiali

Nella notte tra il 10 e l’11 aprile 2025, l’aeronautica israeliana ha sferrato una serie di attacchi nel nordovest della Siria, mirando in particolare alla località di Shathah, provincia di Hama. L’agenzia di stampa siriana SANA ha riportato quattro feriti in questa zona. Contemporaneamente, spari e bombe hanno raggiunto anche i sobborghi di Damasco, dove si registra la morte di un civile locale, colpito durante i raid.

Le forze militari israeliane hanno confermato gli attacchi, sottolineando che i bersagli scelti erano infrastrutture militari, tra cui depositi di armi antiaeree e siti legati a sistemi missilistici. Un portavoce dell’IDF ha dichiarato che gli interventi sono volti a neutralizzare potenziali minacce per i cittadini israeliani. L’intensificazione delle operazioni rappresenta il più forte flusso di colpi aerei da parte di Israele in Siria registrato quest’anno, come ha documentato anche l’Osservatorio siriano per i diritti umani.

Contesto e dichiarazioni governative

Queste operazioni si svolgono in un contesto in cui Israele continua a dichiarare la necessità di agire contro elementi armati presenti in Siria, accusati di sostenere gruppi ostili nella regione. Il governo israeliano ha ripetuto che “non cesserà l’attività militare finché non sarà garantita la sicurezza lungo i propri confini.”

Intercettazione di un missile dallo yemen, allarme e reazione delle difese israeliane

Nelle stesse ore, un missile lanciato dallo Yemen ha attraversato lo spazio aereo israeliano ed è stato abbattuto dalle batterie antiaeree di Israele. Le sirene hanno suonato in regioni come Gerusalemme, Modi’in e nella parte meridionale del paese, mettendo in allarme la popolazione.

L’incidente è stato riportato dal Times of Israel, che ha indicato come l’esercito abbia identificato il missile poco dopo il lancio, mettendo in atto le procedure di intercettazione previste. Il tipo di missile e il target non sono stati ufficialmente chiariti, ma si ritiene che il lancio possa essere legato alle tensioni regionali e alla rete di alleanze militari in Medio Oriente.

Minacce da più fronti per israele

Questo episodio sottolinea le difficoltà di Israele nel controllare minacce provenienti da più fronti, non solo dai vicini immediati, ma anche da realtà più distanti come lo Yemen. La capacità di intercettare l’attacco ha evitato probabilmente danni. Le autorità israeliane hanno ribadito che “ogni tentativo di danneggiare cittadinanza o installazioni sarà contrastato prontamente.”

Espansione delle operazioni a gaza, mobilitazione di riservisti e strategia militare israeliana nel 2025

Sul fronte di Gaza si registra un’accelerazione degli interventi da parte delle forze di difesa israeliane. Nel corso della serata dell’11 aprile, il gabinetto di sicurezza ha deciso di mobilitare diverse brigate di riserva, prevedendo il dispiegamento anche dell’Ottava divisione di fanteria. Questa scelta indica un rafforzamento dell’azione militare senza però arrivare a un’offensiva su vasta scala.

Il Jerusalem Post ha specificato che l’intenzione di Israele è ottenere progressi nei negoziati per la liberazione dei 59 ostaggi detenuti, cercando di evitare un conflitto prolungato o troppo esteso. Nella settimana precedente, il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva stimato che meno di 24 ostaggi sono ancora vivi, un dato che pesa molto nella definizione della strategia israeliana.

Situazione delle forze armate e prospettive

Secondo una fonte vicina all’esecutivo militare, riferita da N12, la guerra potrebbe durare per tutto il 2025. Le forze armate sono in affanno numerico, con una carenza stimata di 10 mila soldati, un problema che impone una gestione cauta delle risorse umane e materiali. Questa situazione spinge il governo a combinare pressione militare con tentativi diplomatici, aprendosi a un conflitto prolungato ma contenuto nelle dimensioni.

Le mosse sul campo indicano una consapevolezza delle difficoltà militari e una volontà di mantenere alta l’attenzione sull’aspetto umano della crisi, bilanciando l’azione armata con l’obiettivo di proteggere i civili e i militari impegnati nei combattimenti. Resta da vedere come evolveranno gli scenari sul terreno e quali nuove decisioni emergeranno nelle prossime settimane.

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