Isernia: impasse per il referendum sull'accorpamento alla provincia dell'Abruzzo

Isernia: impasse per il referendum sull’accorpamento alla provincia dell’Abruzzo

Il Comitato civico per il referendum sull’accorpamento della Provincia di Isernia all’Abruzzo si trova in stallo a causa dell’assenza di una proposta deliberativa, nonostante le oltre cinquemila firme raccolte.
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Isernia: impasse per il referendum sull'accorpamento alla provincia dell'Abruzzo - Gaeta.it

La questione del referendum per l’accorpamento della Provincia di Isernia alla Regione Abruzzo sta diventando sempre più complessa, con recentemente sviluppi che lasciano i membri del Comitato civico promotore sul chi vive. La Provincia ha comunicato al Comitato l’assenza di un’importante proposta deliberativa, vista come un presupposto fondamentale per far procedere l’iter della richiesta referendaria. Questo blocca di fatto il processo, nonostante le oltre cinquemila firme raccolte e presentate dal Comitato il 12 dicembre scorso.

La mancanza di una proposta deliberativa

Secondo quanto riporta la nota ufficiale della Provincia di Isernia, l’assenza di una proposta deliberativa rende impossibile proseguire con l’attività istruttoria necessaria. Antonio Libero Bucci, presidente del Comitato, ha dichiarato che il contenuto di tale comunicazione non è accettabile. Non risulta chiaro se si tratti di un documento che chiude il procedimento o se parli di una situazione interlocutoria. Questo solleva interrogativi su eventuali ostacoli, siano essi di natura burocratica o politica, che possano mettere a rischio i diritti dei quasi 5.236 firmatari.

L’Articolo 132 della Costituzione Italiana e l’Articolo 25 dello Statuto della Provincia di Isernia garantiscono i diritti necessari per richiedere un referendum. Tuttavia, senza una proposta deliberativa, il Comitato si trova in una posizione di stallo che potrebbe rivelarsi problematico.

Le dichiarazioni del Comitato

Bucci ha chiarito che ogni documento presentato dal Comitato, incluso quello con la consegna delle firme e le schede depositate, esplicita chiaramente la volontà di attivare la procedura referendaria. Secondo Bucci, il Comitato non è in grado di sostituirsi alle funzioni deliberative della Provincia, non avendo carattere politico. Il disguido attuale complica ulteriormente la situazione in un momento in cui la partecipazione al processo democratico sembra essere ostacolata.

Richiesta di accesso agli atti e possibili sviluppi

In risposta alla comunicazione della Provincia, il Comitato ha preso la decisione di inviare una richiesta di accesso agli atti. Questo passaggio è considerato essenziale per affrontare possibili azioni legali, sia di natura civile che penale, nel caso in cui l’iter del referendum venga definitivamente bloccato. Bucci ha avvertito che se la Provincia non dovesse prendere in considerazione la richiesta di referendum presentata dai cittadini, il Comitato non rimarrà in silenzio. Le azioni future includeranno mobilitazioni e iniziative per difendere il diritto costituzionale e democratico di esprimersi dei cittadini.

La ferma intenzione è di evitare che ciò che accadde nel 1963 si ripeta, quando i diritti democratici vennero calpestati. Il Comitato è pronto a difendere i suoi interessi e quelli della comunità, intraprendendo ogni azione necessaria per garantire che i principi costituzionali non vengano violati, ribadendo la determinazione nel contrastare ogni tentativo di ostacolare la democrazia e il rispetto per i diritti dei cittadini.

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