L’amministrazione comunale di Terracina ha deciso di dedicare la Pineta ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, figure simbolo nella lotta contro la mafia in Italia. Questa scelta ha sollevato un acceso dibattito in città, con l’ANPI locale che si oppone a questa intitolazione, ritenendo che il parco debba celebrare la Resistenza e coloro che hanno combattuto contro il regime nazifascista. La questione ha attirato l’attenzione dei cittadini e stimolato una riflessione sui valori della democrazia e della libertà.
La delibera di intitolazione
Recentemente, l’amministrazione comunale ha approvato una delibera di Giunta che sceglie di intitolare la Pineta a Falcone e Borsellino. Questa decisione non è passata inosservata e ha sollevato diverse reazioni. Da un lato, c’è chi accoglie con favore il gesto, sottolineando l’importanza dei due magistrati per la lotta alla criminalità e la promozione della giustizia. Falcone e Borsellino sono visti come modelli da seguire, non solo per la loro abnegazione ma anche per la loro visione di un’Italia libera dall’influenza mafiosa.
Tuttavia, dall’altro lato, l’ANPI di Terracina ha espresso il proprio malcontento. Secondo l’associazione dei partigiani, la scelta dell’amministrazione sarebbe stata dettata da un approccio poco democratico, privo di un confronto necessario con le entità locali che rappresentano valori storici e civili fondamentali. Come segnalato nella nota stampa dell’ANPI, esiste una necessità di riunire sotto un’unica intitolazione il ricordo di tutti coloro che hanno lottato per la libertà e i diritti degli italiani.
Le esigenze dell’ANPI
L’ANPI ha sottolineato che l’intitolazione della Pineta non deve solo commemorare specifiche figure, ma piuttosto rappresentare un simbolo collettivo della lotta per la libertà. Con l’80° anniversario della Liberazione, l’associazione ritiene sia fondamentale ricordare e onorare tutti coloro che si sono battuti contro il nazifascismo. Questo approccio rappresenta un richiamo a un impegno storico che abbraccia partigiani, militari e civili che hanno pagato un prezzo alto nella lotta contro l’oppressione.
Nel documento, l’ANPI denuncia l’incapacità dell’amministrazione di impegnarsi in un dialogo costruttivo e menziona la sua proposta di creare una commissione toponomastica cittadina. Questo organismo sarebbe stato adeguato a valutare proposte di intitolazione in modo oggettivo e inclusivo, con l’obiettivo di promuovere una commemorazione che rispecchi i sacrifici fatti da diversi gruppi nella lotta per la libertà.
Richiesta di dialogo con l’amministrazione
In risposta al clima di tensione generato dalla decisione dell’amministrazione, l’ANPI ha ribadito l’importanza di stabilire un canale di dialogo trasparente e democratico. Secondo l’associazione, il confronto non dovrebbe limitarsi a un singolo evento o a una liberazione di un nome, ma dovrebbe allargarsi a una riflessione più ampia sui valori della Costituzione e sulla loro attuazione nella società contemporanea.
L’ANPI ha invitato l’amministrazione locale a ripensare le modalità con cui vengono prese decisioni così rilevanti per la comunità. L’auspicio è che si crei un clima di apertura, in cui le varie componenti sociali possano esprimere le proprie opinioni e contribuire a un’identità collettiva. Il futuro dell’intitolazione della Pineta a Falcone e Borsellino, pertanto, non rappresenta solo una questione di nomi ma diventa un indicatore delle dinamiche civiche della città.
La posizione dell’ANPI guarda al futuro, puntando a creare spazi condivisi che onorino tutti coloro che hanno lottato per i valori democratici. In un’epoca in cui i diritti e le libertà fondamentali sono sempre più sotto pressione, la richiesta dell’ANPI di un’intitolazione che unisca il ricordo dei resistenti è una chiara dichiarazione della necessità di guardare a un passato comune per costruire un futuro migliore. Il dialogo e la partecipazione rimangono centrali in questa lotta, chiamando a raccolta le varie voci della comunità terracinese.