Intitolato a Armida Barelli il centro nemo roma per la cura della sla nel decimo anniversario

Intitolato a Armida Barelli il centro nemo roma per la cura della sla nel decimo anniversario

Il centro clinico Nemo Roma al policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs è stato intitolato ad Armida Barelli, riconoscendo il suo impegno umano e spirituale nella lotta contro la sclerosi laterale amiotrofica.
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Il centro clinico Nemo Roma, specializzato nella cura della sclerosi laterale amiotrofica, è stato intitolato ad Armida Barelli in occasione del suo decimo anniversario, riconoscendo il suo impegno umano e spirituale nella lotta contro la malattia. - Gaeta.it

Il centro clinico Nemo Roma al policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs ha ricevuto il nome di Armida Barelli, in occasione del decimo anniversario dalla sua fondazione. Questa intitolazione, voluta dall’Aisla e dalla comunità dei pazienti con sclerosi laterale amiotrofica, si inserisce nel solco della testimonianza umana e spirituale della beata Barelli, recentemente ricordata anche dal papa. La cerimonia ha avuto luogo nel giorno dedicato alla sua beatificazione, con la partecipazione di molte figure istituzionali, medici e rappresentanti del mondo accademico.

Il centro nemo roma: un punto di riferimento per la sclerosi laterale amiotrofica

Il centro clinico Nemo Roma opera dal 2015 sotto la direzione di Mario Sabatelli. È uno dei principali poli nazionali per l’assistenza ai pazienti con malattie neuromuscolari, in particolare la Sla. Questo istituto combina attività clinica e ricerca scientifica, supportando le persone in tutte le fasi della malattia. L’intitolazione al nome di Armida Barelli vuole evidenziare come l’impegno del centro si spinga oltre la semplice cura medica, proponendo un sollievo concreto dalla sofferenza attraverso un’attenzione continua alle necessità individuali.

La figura di armida barelli e il valore simbolico dell’intitolazione

Armida Barelli, nata a Milano nel 1882, ha lasciato un segno importante nella formazione delle nuove generazioni e nello sviluppo di istituzioni educative di rilievo, come l’università cattolica del Sacro Cuore. La sua attività al fianco di padre Agostino Gemelli e la gestione della casa editrice Vita e Pensiero sono tappe fondamentali nella storia culturale italiana. Colpita da paralisi bulbare progressiva, oggi riconosciuta come Sla, nel 1949, Barelli ha vissuto gli ultimi anni della sua vita con grande dignità, dedicandosi alla preghiera e alla sofferenza fino alla morte nel 1952. La sua figura è stata definita da papa Francesco come una testimonianza attuale tra spiritualità e impegno civile. L’intitolazione del centro Nemo Roma al suo nome rappresenta un riconoscimento della sua capacità di unire fede, pensiero e azione.

Il valore della scelta è sottolineato dalla citazione incisa accanto al ritratto svelato durante la cerimonia: “Ora non posso più parlare, ma posso pensare, amare, pregare, scrivere e offrire la mia croce”. Questo messaggio arriva a chi oggi affronta la sofferenza della Sla, ricordando come la cura vada oltre la medicina e si dispieghi nella capacità di alleviare il dolore. La decisione di dedicare il centro alla sua memoria mette in luce l’importanza di un approccio umano alla malattia, che vede la persona integrale e non solo il sintomo.

Il ruolo delle istituzioni e il significato sociale della cerimonia

La giornata ha visto la partecipazione di vari rappresentanti delle istituzioni, tra cui Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, che ha definito la figura di Barelli un modello di advocacy per chi protegge i più fragili. Ha evidenziato quanto la tutela della dignità della vita sia un principio fondamentale per l’azione di governo, che deve sostenere la cura delle persone come base di ogni progresso.

La comunità sla e la portata dell’esempio di armida barelli oggi

Fulvia Massimelli, presidente nazionale dell’Aisla, ha messo in luce come il percorso di Armida Barelli rappresenti una forza silenziosa capace di infondere senso anche nelle difficoltà più grandi. Il legame tra esperienza di malattia, solidarietà e volontariato emerge forte durante la cerimonia, enfatizzando l’importanza di un supporto attivo e quotidiano.

La testimonianza della beata rimane un messaggio vivo nella comunità dei pazienti e tra gli operatori sanitari, suggerendo che la malattia non è solo limite, ma può trasformarsi in occasione di presenza e ascolto. Il ritratto di gruppo finale ha riunito pazienti, medici, volontari e istituzioni in un momento che ha evidenziato la dimensione collettiva della lotta contro la Sla, radicata nella speranza e nel lavoro concreto degli assistenti.

Durante la cerimonia, Mario Sabatelli ha sottolineato che l’approccio del centro si ispira a valori di umanità, solidarietà e rispetto per la dignità delle persone. Questi principi si traducono nel mettere al centro della pratica medica la persona malata, con tutte le sue esigenze fisiche e psicologiche. La struttura del policlinico Agostino Gemelli Irccs, di cui fa parte il centro Nemo, facilita la collaborazione tra professionisti diversi e con centri di ricerca, creando un ambiente che supporta i pazienti in modo integrato.

Alberto Fontana, segretario dei Centri Nemo, ha sottolineato la valenza umana e spirituale dell’intitolazione, che manifesta fiducia nella scienza e nella forza della comunità che anima questi luoghi. Anche altri referenti dell’università cattolica e del policlinico hanno rimarcato come l’iniziativa unisca assistenza e ricerca, valorizzando l’eredità culturale lasciata da Barelli. La celebrazione si è conclusa con una messa presieduta da monsignor Claudio Giuliodori, nella cappella del Policlinico, un momento di preghiera molto sentito dalla comunità ospedaliera.

  • Armando Proietti

    Armando è un giovane blogger esperto di cronaca e politica. Dopo aver studiato Scienze Politiche, ha avviato un blog che analizza e commenta gli eventi politici italiani e internazionali con uno stile incisivo e informativo, guadagnandosi la fiducia di un vasto pubblico online.

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