Un episodio grave di antisemitismo ha scosso il centro di Latina nelle ultime ore. Una scritta offensiva, accompagnata da una svastica, è comparsa in via Fabio Filzi, prendendo di mira il giornalista Lidano Grassucci. Il testo riporta la frase “6 milioni di Grassucci”, richiamando direttamente il numero delle vittime della Shoah, un chiaro segnale di minaccia e intolleranza verso la persona e l’impegno di Grassucci nella comunità.
Reazioni politiche e istituzionali all’atto offensivo contro grassucci
La risposta politica alla scritta antisemita non si è fatta attendere. Sindaci di diversi comuni della provincia di Latina, come quelli di Cisterna, Priverno e Roccasecca dei Volsci, hanno espresso la loro condanna per il gesto. Hanno sottolineato la gravità di colpire chi rappresenta un impegno civile riconosciuto nel territorio, richiamando il valore della convivenza e del rispetto reciproco.
L’europarlamentare Luigi De Meo, esponente di Forza Italia e membro del gruppo PPE, ha definito quanto accaduto “una violenza alla dignità di un’intera comunità e alla libertà di pensiero,” rimarcando l’importanza di reagire con fermezza contro fenomeni simili. Anche Nicola Tiero, vicepresidente regionale di Fratelli d’Italia e presidente della commissione sviluppo economico del Lazio, ha preso posizione, definendo “ignobile” e “antisemita” il gesto. Le prese di posizione mostrano un fronte unito nel respingere ogni forma di intolleranza.
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Il contesto storico e sociale dietro la minaccia a lidano grassucci
La frase utilizzata richiama direttamente la memoria della Shoah, un evento che in Italia e nel mondo viene ricordato per l’enormità della tragedia umana. L’uso strumentale dei “6 milioni” insieme al nome di Grassucci vuole evocare un clima di paura e stigmatizzazione. Non a caso questa intimidazione avviene in un momento in cui si riflette molto sul valore della memoria storica e sui pericoli delle ideologie razziste.
Latina, come altre città del paese, deve affrontare situazioni in cui la libertà di espressione e l’impegno contro l’odio vengono messi alla prova. L’attacco diretto a Grassucci non si limita a ferire una persona, ma investe simbolicamente una parte della comunità impegnata a contrastare antisemitismo e discriminazioni. Lo sappiamo: atti di questa natura sollecitano una risposta collettiva che rafforzi i valori di rispetto e confronto civile.
Dettagli sull’atto intimidatorio e la reazione di lidano grassucci
La scritta antisemita è stata scoperta nella mattinata di una giornata recente nel cuore della città di Latina, in una zona molto frequentata. Il messaggio ha preso di mira proprio Lidano Grassucci, noto per il suo ruolo di presidente dell’associazione “Una scelta per Davide – Latina amica di Israele” e come direttore della testata online Fatto a Latina. L’espressione “6 milioni di Grassucci” richiama il tragico numero delle vittime e vuole rappresentare un chiaro atto intimidatorio.
Subito dopo la scoperta, Grassucci ha scelto di rispondere pubblicamente, rivolgendosi ai lettori con un messaggio di fermezza: «Io alle mie idee ci metto firma e faccia, i vili non hanno né faccia né firma». Parole che sottolineano la volontà di non farsi intimidire e di non cedere allo spirito di minaccia. Intanto, le forze dell’ordine, in particolare la Digos, hanno avviato accertamenti per identificare i responsabili e chiarire i contorni dell’episodio.
Inchiesta della digos e le prime indagini sul gesto antisemita
Sul posto sono intervenuti gli agenti specializzati della Digos di Latina al fine di effettuare rilievi e raccogliere elementi utili per le indagini. L’episodio ha già acceso l’attenzione sul piano investigativo, data la carica simbolica della scritta e il richiamo all’odio etnico e religioso. Gli investigatori stanno verificando eventuali collegamenti con gruppi o singoli noti per posizioni di estrema destra o antisemitiche nella zona.
La priorità degli inquirenti è stabilire chi abbia voluto inviare questo messaggio intimidatorio e con quale intento, soprattutto in un momento in cui la tensione sociale attorno a questi temi resta alta. La zona di via Fabio Filzi, parte centrale di Latina, è presa di mira per episodi di questo tipo, e lo stato di allerta in città si è inevitabilmente alzato. Le indagini proseguono senza sosta, con la collaborazione delle autorità locali.