Intervento di protesi bilaterale all’anca a fermo: paziente in piedi lo stesso giorno dell’operazione

Intervento di protesi bilaterale all’anca a fermo: paziente in piedi lo stesso giorno dell’operazione

Un intervento complesso di protesi bilaterale all’anca eseguito all’ospedale Murri di Fermo su un uomo di 51 anni con coxartrosi avanzata ha mostrato un rapido recupero grazie alla tecnica mininvasiva anteriore.
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All’ospedale Murri di Fermo, un intervento complesso di protesi bilaterale all’anca con tecnica mininvasiva ha permesso a un paziente di 51 anni di iniziare a camminare poche ore dopo l’operazione, confermando l’efficacia e l’innovazione del reparto di ortopedia. - Gaeta.it

Un intervento complesso di protesi bilaterale all’anca, eseguito all’ospedale Murri di Fermo, ha mostrato un rapido recupero post-operatorio. Il paziente, un uomo di 51 anni affetto da coxartrosi avanzata, ha camminato già poche ore dopo l’operazione. L’ospedale conferma l’efficacia della tecnica mininvasiva adottata, sottolineando la preparazione del personale medico e l’attenzione alla qualità della cura.

Il contesto dell’intervento a fermo

Lo scorso 29 maggio, il reparto di ortopedia e traumatologia dell’ospedale Murri di Fermo ha effettuato un intervento di protesi bilaterale all’anca su un uomo di 51 anni, affetto da una grave forma di coxartrosi su base displasica. L’operazione, piuttosto rara e complessa, ha richiesto la sostituzione simultanea di entrambe le articolazioni dell’anca, una scelta indicata solo in casi selezionati per evitare complicazioni.

Il paziente, proveniente da una provincia diversa, è stato sottoposto alla procedura mininvasiva con tecnica anteriore, già utilizzata da tempo nell’unità operativa di Fermo. Questa modalità permette un recupero veloce, con meno dolore e perdite di sangue limitate rispetto a interventi tradizionali. Nel pomeriggio stesso, poche ore dopo l’operazione, il paziente è stato aiutato a mettersi in piedi e a compiere i primi passi, un risultato significativo che conferma l’efficacia della metodologia adottata.

Indicazioni per la protesizzazione bilaterale contemporanea

La scelta della protesizzazione bilaterale contemporanea riguarda sola una piccola fetta di pazienti, selezionata con cura per evitare rischi aggiuntivi. La riuscita di questo intervento a Fermo testimonia l’esperienza dei chirurghi e la capacità del reparto di gestire casi complessi con tecniche aggiornate.

Vantaggi della tecnica mininvasiva di artro-protesi anteriore

Il primario Federico Lamponi ha spiegato i vantaggi della protesi di anca per via anteriore mininvasiva, una procedura ormai consolidata in reparto. Questa tecnica consente di lavorare evitando di danneggiare i tessuti muscolari circostanti, riducendo inoltre l’emorragia e il dolore dopo l’operazione. L’ospedale Murri ha adottato questo approccio da anni, migliorando così i tempi di recupero dei pazienti.

Chi si sottopone a questa operazione può iniziare a muoversi già il giorno stesso o poco dopo, abbattendo i tempi di degenza ospedaliera e limitando le complicazioni. Ciò non significa però che questa soluzione sia indicata per tutti i pazienti bisognosi di una protesi d’anca: la procedura bilaterale contemporanea viene riservata soltanto a chi possiede certe condizioni cliniche e fisiche adatte.

Sinergia tra chirurgia, anestesia e assistenza post-operatoria

Riuscire ad alzarsi e camminare nel pomeriggio dell’intervento dimostra che i protocolli adottati funzionano e che c’è una sinergia tra chirurgia, anestesia e assistenza post-operatoria. Ogni movimento precoce aiuta a prevenire problemi come la trombosi venosa e facilita la riabilitazione.

Aggiornamenti professionali e innovazione a fermo

L’importanza del risultato ottenuto arriva anche dalle parole del direttore generale dell’Ast Fermo, Roberto Grinta, che ha lodato il personale medico e infermieristico del reparto di ortopedia e traumatologia. Ha rimarcato l’impegno continuo nella formazione e nell’adozione di tecnologie moderne, elementi fondamentali per garantire cure aggiornate e un monitoraggio adeguato.

Il reparto non si limita a intervenire sulla malattia ma punta anche a prevenire complicazioni future, migliorando nel contempo la qualità di vita dei pazienti. La preparazione del personale si traduce in un’assistenza attenta e in un ambiente ospedaliero pronto a rispondere alle esigenze di casi complessi.

L’ospedale murri come centro di riferimento regionale

L’ospedale Murri, pur trovandosi in una realtà provinciale, mostra così una capacità di crescita e innovazione in ambito ortopedico che lo colloca tra i centri di riferimento della regione.

La voce del paziente operato a fermo

Il protagonista dell’intervento racconta la sua esperienza con soddisfazione. Il paziente, che ha affrontato la protesizzazione bilaterale con qualche timore iniziale, ha confessato di essersi sentito sicuro già a poche ore dall’operazione. Ha apprezzato l’assistenza ricevuta fin dal primo momento, definendo il personale “dolcissimo” e molto impegnato.

Si è mostrato colpito dalla professionalità del personale di sala operatoria e dalla disponibilità del primario. Il clima ospedaliero che ha incontrato ha contribuito a rendere meno difficile l’intervento e il percorso successivo.

La sua testimonianza conferma che, quando l’ospedale riesce a mettere insieme competenze mediche e un approccio umano, anche un’operazione complessa può trasformarsi in un’esperienza affrontabile con meno ansia e più tranquillità.

Questo caso porta a riflettere sull’opportunità di far conoscere queste procedure anche a chi soffre di condizioni simili, dando così un’idea di come le cure ortopediche possano trasformare rapidamente la vita quotidiana.

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