Intervento a Sulmona per una giovane barricata in casa con gesti autolesionistici e minacce di suicidio

Intervento a Sulmona per una giovane barricata in casa con gesti autolesionistici e minacce di suicidio

La polizia di stato di L’Aquila, vigili del fuoco e 118 intervengono a Sulmona per una ragazza barricata in casa con intenti autolesivi, gestendo la crisi con negoziazioni e ricovero ospedaliero a Teramo.
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La polizia di Sulmona è intervenuta il 12 maggio per soccorrere una ragazza barricata in casa con intenti autolesivi, grazie a un’azione coordinata con vigili del fuoco e 118, evitando un dramma e garantendo il suo ricovero in ospedale. - Gaeta.it

La polizia di stato di L’Aquila è intervenuta a Sulmona il 12 maggio scorso per un caso di emergenza che ha coinvolto una ragazza barricata in casa. L’episodio ha visto l’impegno coordinato delle forze dell’ordine, vigili del fuoco e soccorritori del 118 per evitare un dramma. Le attività di negoziazione si sono protratte per ore fino a un intervento diretto. Il racconto degli eventi evidenzia le problematiche sulla gestione di situazioni di salute mentale critiche in ambiente domestico.

I fatti del 12 maggio a Sulmona: la giovane si barrica e lancia oggetti pericolosi

Nel pomeriggio del 12 maggio la polizia ha ricevuto la segnalazione di una ragazza barricata all’interno di un appartamento a Sulmona, in provincia di L’Aquila. La giovane aveva impedito l’accesso persino alla madre, manifestando chiari intenti suicidi e autolesivi. Da un balcone dell’abitazione, si sporgeva in modo pericoloso e lanciava numerosi oggetti verso la strada sottostante. Questa situazione ha subito allarmato e imposto l’immediato intervento delle forze dell’ordine e dei soccorsi.

La strada chiusa per la sicurezza dei passanti

La presenza di oggetti scagliati dall’alto rappresentava un rischio concreto per chi transitava nelle vicinanze. Di conseguenza, la polizia locale ha provveduto a chiudere temporaneamente la strada contigua per proteggere i passanti. Il quadro si è complicato ulteriormente a causa della modalità di aggressione indiretta da parte della ragazza, creando attesa e tensione tra i presenti. Vista la pericolosità, è stata anche sospesa temporaneamente l’erogazione del gas all’interno dell’abitazione per evitare incidenti.

La gestione della crisi: quattro ore di negoziazione tra polizia, vigili del fuoco e un amico della giovane

L’intervento ha richiesto un’attività negoziale intensa e attenta da parte della polizia, con l’obiettivo di evitare ricorsi a misure più invasive. Due equipaggi del commissariato di Sulmona si sono occupati di mantenere un dialogo prolungato e rassicurante con la ragazza. L’operazione ha avuto un supporto importante da parte di un amico, coinvolto nella conversazione per tenere viva l’attenzione della giovane e gestire le sue emozioni.

Le trattative sono durate più di quattro ore, periodo durante il quale le forze dell’ordine hanno monitorato costantemente i segni di peggioramento. L’uso di strumenti persuasivi, piuttosto che la forza, è stato prioritario per permettere un approccio meno traumatico. Parallelamente, i vigili del fuoco si sono predisposti per eventuali interventi di soccorso tecnico, dato che la struttura presentava ostacoli e pericoli di varia natura.

Strategie adottate per la sicurezza

Tutte le azioni progettate hanno evitato grandi rischi sia per la giovane che per chi operava sul luogo. Le strategie adottate hanno avuto come finalità primaria la tutela della vita e della sicurezza in un contesto emotivamente delicato e complesso.

L’intervento fisico e il successivo ricovero della giovane in ospedale a Teramo

Dopo ore di dialogo, grazie alla collaborazione tra agenti e vigili del fuoco, i poliziotti sono riusciti a superare le difese della ragazza entrando dall’accesso della cantina. Questo passaggio inatteso ha reso possibile raggiungerla più rapidamente, impedendo il compiersi di gesti autolesionistici. Il blocco è stato rapido e preciso, garantendo la salvaguardia della giovane.

In seguito all’intervento, sul posto è arrivato il personale del 118 che ha fornito le prime cure e ha valutato la necessità di un trattamento sanitario obbligatorio. La ragazza, già seguita dal centro di igiene mentale per situazioni simili, è stata trasferita presso l’ospedale civile di Teramo per ulteriori accertamenti e cure specialistiche. Il ricovero si è reso necessario per la stabilizzazione della sua condizione psicofisica.

L’episodio sottolinea le difficoltà incontrate dalle forze dell’ordine quando si trovano di fronte a emergenze sanitarie e personali senza che vengano prese misure precoci di assistenza. La collaborazione tra i vari corpi intervenuti ha limitato rischi di peggioramento e permesso di intervenire in modo mirato.

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