La politica veneta ha inaugurato il nuovo Osservatorio regionale contro la violenza sulle donne, nato per monitorare e intervenire su un tema che resta emergenza sociale. Il lancio è avvenuto a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, con la presenza delle figure istituzionali impegnate nella lotta a questo fenomeno. Si tratta di una novità del 2024, pensata per riflettere e raccogliere dati sul territorio, dando risposte concrete alle vittime.
Il ruolo chiave della misurazione nella strategia di intervento
Gino Cecchettin ha sottolineato un passaggio cruciale: “prima di mettere in campo azioni concrete, è necessario avere una fotografia chiara della realtà.” Soltanto attraverso una misurazione puntuale sarà possibile capire la dimensione effettiva del fenomeno e concentrarsi sulle aree che richiedono interventi immediati. Questo approccio consente di calibrare risposte adeguate e di evitare dispersioni di risorse. L’osservatorio, quindi, fungerà da centro di raccolta dati su casi di violenza, denunce, segnalazioni e bisogni delle vittime.
L’esperienza raccolta finora ha mostrato come in Veneto si manifestino dinamiche che riflettono le tendenze nazionali, e una sorveglianza specifica aiuterà a individuare differenze o criticità particolari, validando o integrando i numeri conosciuti a livello generale. L’importanza di questo lavoro emerge da un’esigenza vissuta nei contatti con associazioni e fondazioni che si confrontano quotidianamente con donne vittime di maltrattamenti. Cecchettin ha ribadito che “queste donne devono avere risposte chiare, immediate e pratiche, più che semplici promesse o retorica istituzionale.”
Leggi anche:
La nascita dell’osservatorio e la sua collocazione istituzionale
L’Osservatorio regionale sulla violenza contro le donne è stato costituito a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, e ha iniziato ufficialmente il suo lavoro nel 2024. La struttura nasce con l’obiettivo di raccogliere informazioni precise, misurare il fenomeno e individuare strategie d’intervento. Presenti all’insediamento il presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, e il presidente onorario dell’Osservatorio, Gino Cecchettin, assieme a vari componenti selezionati e coordinati dalla dottoressa Rossana Ceci. Quest’organizzazione si pone come punto di riferimento per il Veneto, per monitorare la situazione locale pur con un’attenzione rivolta anche al quadro nazionale.
La decisione di ubicare questo organismo proprio a Palazzo Ferro Fini dimostra la volontà istituzionale di affrontare il problema in modo sistematico, con un presidio dedicato. Questo spazio non solo ospita i lavori di coordinamento, ma serve anche da punto di incontro per associazioni, enti e istituzioni che operano sul tema. Il ruolo del presidente onorario assume dunque un valore simbolico e operativo: potrebbe guidare un’attività che, partendo dall’ascolto e dalla raccolta dati, vuole definire linee precise d’azione nel contrasto alla violenza di genere nel territorio veneto.
Le sfide per l’osservatorio e l’impegno verso le vittime
L’osservatorio dovrà decidere rapidamente gli ambiti prioritari dove intervenire. Il concetto di “perimetro di azione” indica la necessità di fissare confini precisi entro i quali il gruppo può operare con efficacia. Non si tratta solo di raccogliere dati, ma di tradurre l’analisi in programmi, supporti e iniziative che diano un sollievo tangibile a chi ha subito violenza. La realtà raccontata dalle testimonianze è dura: molte donne che denunciano trovano solitudine e poche risorse concrete intorno a sé.
Ciambetti e Cecchettin evidenziano come quella di denunciare sia solo la prima tappa, e non può restare un atto isolato senza seguito. La rete di sostegno deve essere solida e visibile, perché senza un aiuto concreto chi denuncia rischia di rimanere abbandonata. Per questo l’osservatorio cercherà un confronto continuo con le realtà del territorio, associazioni, enti pubblici e privati. Lo scopo è mettere a sistema esperienze, competenze e proposte, per non limitarsi alla raccolta dati, ma progettare soluzioni operative e quotidiane.
Le vittime di violenza fisica e psicologica attendono risposte puntuali. In questa fase iniziale la priorità è ascoltare e raccogliere segnalazioni per delineare un quadro più preciso possibile. Solo da una conoscenza approfondita potranno partire azioni mirate, siano esse legate a prevenzione, assistenza o protezione. L’impegno richiesto è rilevante perché riguarda donne di tutte le età e condizioni sociali, perciò serve un approccio capillare che coinvolga istituzioni e società civile.
L’insediamento dell’osservatorio a Palazzo Ferro Fini segna la partenza di un percorso, un tentativo che vuole rompere silenzi e resistenze. Il lavoro comincerà da qui, ascoltando le voci raccolte e dando concretezza alle promesse di migliorare la situazione della violenza contro le donne nel Veneto.