La ricostruzione nei territori marchigiani danneggiati dal terremoto del 2022 avanza con il primo decreto attuativo. I cittadini possono ora manifestare la volontà di riparare le proprie abitazioni tramite la piattaforma Gedisi, mentre le amministrazioni locali sono pronte a pianificare gli interventi sulle infrastrutture pubbliche. Il piano coinvolge 32 comuni del cratere e delle aree limitrofe, con una cifra complessiva di investimenti superiore ai 450 milioni. Scopriamo le tappe e i dettagli di questo importante progetto.
I primi passi della ricostruzione privata con la piattaforma gedisi
A partire da gennaio 2025, i proprietari delle abitazioni danneggiate dal sisma nelle marche possono presentare la manifestazione di volontà per la ricostruzione privata tramite Gedisi, la piattaforma ufficiale dedicata alla gestione delle pratiche post-terremoto. Questo strumento digitale rappresenta il primo passo per iniziare la riparazione degli immobili, facilitando la comunicazione con le autorità preposte.
L’uso di Gedisi consente ai cittadini di compilare e inviare la richiesta in modo chiaro e veloce, favorendo un monitoraggio preciso delle domande. La scadenza fissata per presentare queste manifestazioni è il 30 settembre 2025. Si stima che le richieste riguarderanno circa 230 interventi, con un budget complessivo previsto di 177 milioni di euro dedicati al patrimonio abitativo privato.
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Le parole del commissario straordinario alla ricostruzione
Il commissario straordinario alla ricostruzione, Guido Castelli, ha evidenziato che con questa piattaforma si evita di ripetere gli errori del passato, grazie a un processo snello e trasparente. Il testo unico sulla ricostruzione privata, in vigore dopo il sisma, insieme alla cooperazione tra enti locali e governo, offre le basi per avviare senza ritardi la riparazione degli edifici residenziali.
Interventi pubblici: dai documenti di indirizzo ai lavori concreti
Parallelamente alle iniziative per le abitazioni private, i soggetti attuatori pubblici hanno il compito di elaborare i documenti di indirizzo per la progettazione dei lavori su strutture pubbliche e infrastrutture colpite dal terremoto. Questi documenti forniscono le linee guida fondamentali per avviare i cantieri e programmare gli interventi con criteri chiari.
L’obiettivo è procedere con circa 150 lavori negli edifici pubblici e nelle opere condivise, per un valore complessivo di 280 milioni di euro. I progetti riguardano scuole, strutture sanitarie, edifici amministrativi e infrastrutture stradali, fondamentali per riportare la normalità nei territori colpiti.
Edifici di culto e valore culturale
Tra queste aree figurano anche circa 59 edifici di culto di proprietà ecclesiastica, che necessitano di restauro e messa in sicurezza, dato l’alto valore culturale e sociale che rappresentano. La regione marchigiana, coordinata dal presidente Francesco Acquaroli, ha sottolineato l’importanza di questo piano, descritto come “una risposta chiara e concreta per le comunità.”
Il territorio coinvolto e l’entità degli investimenti previsti
Il programma interessa 32 comuni marchigiani, tra quelli inseriti nel cratere sismico e nelle zone esterne alla fascia principale di danno. Nel cratere sono inclusi comuni come Ancona, Fano e Pesaro, centri con un forte impatto dal sisma e una grande necessità di ripresa. Altri 29 comuni si trovano nell’area extra-cratere, da Ascoli Piceno fino a Urbino, zone che presenteranno interventi mirati in base alla gravità dei danni.
Il piano complessivo prevede investimenti pari a 458,6 milioni di euro. La suddivisione vede 177 milioni per le abitazioni private, 280 milioni destinati a opere pubbliche e interventi infrastrutturali, ai quali si aggiungono i lavori sugli edifici ecclesiastici.
Decreto e avvio dei lavori
La messa in moto di queste risorse segue il decreto attuativo firmato dall’ufficio speciale per la ricostruzione, a seguito dell’accordo tra governo, regione e commissario Castelli. Questo passo segna l’inizio ufficiale di un processo atteso da anni, che mira a riportare sicurezza e funzionalità nei comuni colpiti dal sisma, dando sollievo sia alle famiglie sia alle comunità locali.