Nel corso dell’incontro tenutosi oggi in prefettura a Pesaro-Urbino, il gruppo tecnico dedicato alla sicurezza sul lavoro ha esaminato i dati più recenti forniti da Inail. Il confronto ha evidenziato una flessione negli incidenti sul posto di lavoro nella provincia, anche se alcune fasce di lavoratori destano particolare preoccupazione. L’attenzione si concentra sia sui settori più colpiti che sull’aumento degli infortuni tra gli ultra 70enni, un fenomeno che richiede un approfondimento immediato.
Andamento degli infortuni sul lavoro nella provincia di pesaro-urbino
I numeri ufficiali mostrano una riduzione degli infortuni passati da 4.062 casi nel 2023 a 3.953 nel 2024. Questo calo, rilevato da Inail e discusso durante la riunione di oggi nella sede della prefettura, indica un sensibile miglioramento rispetto all’anno precedente. La diminuzione interessa diversi comparti lavorativi e rappresenta un segnale positivo nel contesto della tutela della salute nei luoghi di lavoro.
Nonostante questo, il totale degli incidenti resta elevato e il numero complessivo obbliga a mantenere alta l’attenzione sulle condizioni di sicurezza. La risposta locale si muove grazie al protocollo salute e sicurezza, che prevede controlli regolari e azioni condivise tra enti e imprese. L’impegno per ridurre ulteriormente le cause di infortunio deve essere continuo, vista la pluralità delle attività produttive presenti sul territorio.
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Fasce d’età più colpite dagli infortuni e aumento dei casi tra gli over 70
Un aspetto che desta particolare allarme riguarda le categorie di età coinvolte negli incidenti. La maggior parte delle denunce coinvolge lavoratori tra i 40 e i 65 anni, un gruppo che rispecchia la composizione tipica della forza lavoro attiva della provincia. C’è però una crescita rilevante negli infortuni tra le persone sopra i 70 anni, soprattutto nella fascia 70-74 anni.
Questo trend segnala un mutamento nella composizione della popolazione attiva e pone questioni nuove sulla capacità degli anziani di sostenere attività , spesso faticose e rischiose. Le aziende e le istituzioni devono considerare questa dinamica per adottare misure di prevenzione più adatte a un segmento di lavoratori che può presentare difficoltà fisiche e ridotta prontezza nei confronti dei rischi lavorativi.
La crescita delle denunce in questa fascia di età richiede anche un riesame delle pratiche di assunzione e delle normative, in modo da contemperare la necessità di coinvolgimento degli anziani nel mondo del lavoro con principi di sicurezza e tutela della salute.
Settori maggiormente interessati dagli infortuni sul lavoro nel territorio
Gli infortuni si concentrano nei settori più esposti a rischi meccanici e chimici. Tra le attività con il maggior numero di denunce ci sono l’industria metallurgica, che comporta un impiego frequente di macchinari pesanti e operazioni ad alto rischio. Accanto, si segnalano la lavorazione del legno e il comparto chimico, ambiti nei quali la manipolazione di materiali e sostanze rappresenta una componente di pericolo costante.
Le costruzioni emergono come un altro settore con incidenti significativi, dovuti a cadute, urti e movimentazioni manuali gravose. Anche i lavoratori dell’alloggio e della ristorazione risultano coinvolti, probabilmente per le condizioni di lavoro che includono turni prolungati e ambienti spesso affollati o con superfici scivolose.
Questo quadro settoriale supporta la necessità di interventi mirati alle peculiarità di ogni campo lavorativo. Strategie specifiche di formazione e prevenzione devono essere calibrate sul tipo di attività e sui rischi prevalenti, anziché adottare misure uniformi che non tengono conto delle condizioni reali in cui operano i lavoratori.
Impegni e richiami istituzionali sulla formazione e la prevenzione
Durante la riunione, il prefetto Emanuela Saveria Greco ha sottolineato l’importanza di mantenere alta l’attenzione sugli incidenti lavorativi. Ha evidenziato come la riduzione degli infortuni sia un risultato positivo, ma ancora insufficiente rispetto al numero totale. Ha inoltre richiamato la necessità di una formazione più solida e continua per tutti i lavoratori, insieme a una maggiore responsabilità da parte dei datori di lavoro nel promuovere la conoscenza dei rischi.
Il prefetto ha osservato che “spesso gli incidenti accadono per mancanza di informazioni adeguate o per non aver adottato correttamente le norme di sicurezza.” La scarsa consapevolezza è un elemento chiave nell’aumento del pericolo, che può essere superata con un’azione educativa e di controllo più stringente.
Rafforzare i percorsi formativi e il controllo resta al centro delle politiche territoriali per la tutela dei lavoratori. La sinergia tra istituzioni, imprese e rappresentanti dei lavoratori è essenziale per fare breccia nei comportamenti errati e nella trascuratezza che ancora si registra in molte realtà . Il lavoro in questo senso deve proseguire senza pause, per ridurre ulteriormente i rischi e tutelare la salute di chi opera sul campo.