Inflazione a maggio 2025 scende all’1,6%, ma prezzi alimentari e turismo restano in aumento netto

Inflazione a maggio 2025 scende all’1,6%, ma prezzi alimentari e turismo restano in aumento netto

L’Istat registra a maggio 2025 un rallentamento dell’inflazione in Italia, con calo dei prezzi energetici e trasporti, ma aumenti significativi per alimentari, servizi turistici e ricreativi, secondo Assoutenti e Codacons.
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A maggio 2025 l’inflazione in Italia rallenta, ma aumentano i prezzi di alimentari e servizi turistici, incidendo sul costo della vita delle famiglie. - Gaeta.it

L’istAT ha comunicato i dati aggiornati sull’inflazione in Italia a maggio 2025, evidenziando una riduzione rispetto al mese precedente. Mentre l’indice generale registra un rallentamento, alcune categorie di beni essenziali, come alimentari e servizi turistici, mostrano un incremento sostenuto. Le famiglie italiane affrontano quindi una situazione con variazioni contrastanti sul costo della vita.

Dati generali e andamento mensile dell’inflazione

Nel mese di maggio 2025 l’indice nazionale dei prezzi al consumo , al lordo dei tabacchi, segna un calo su base mensile dello 0,1%, attestandosi a una crescita annua dell’1,6%. Questo valore è inferiore rispetto all’1,9% registrato ad aprile e alla stima preliminare pari a +1,7%. Lo scostamento segnala una lenta diminuzione della pressione inflazionistica complessiva nel paese.

La variazione mensile negativa nasce soprattutto dalla contrazione dei prezzi degli energetici, sia quelli regolamentati sia quelli non regolamentati. In particolare, i prezzi degli energetici regolamentati passano da un’accelerazione del 31,7% ad aprile a +29,3% a maggio, mentre i non regolamentati mostrano una flessione più marcata, scendendo del 4,3%. Questo contributo principale si somma alla riduzione della crescita di altri settori come alimentari non lavorati e servizi legati ai trasporti.

Nonostante il rallentamento generale, il carrello della spesa, che considera solo beni alimentari e prodotti per la cura della casa e della persona, evidenzia un leggero aumento dal 2,6% al 2,7%. I beni ad alta frequenza d’acquisto, invece, frenano lievemente, passando da +1,6% a +1,5%, segno che la percezione dei rincari resta presente a livello quotidiano per i consumatori medi.

Andamento dell’inflazione di fondo e variazioni settoriali

L’inflazione di fondo, calcolata escludendo energetici e alimentari freschi, si presenta in calo più contenuto, passando da +2,1% a +1,9%. Anche la versione al netto solo dei beni energetici scende leggermente, da +2,2% a +2,1%. Per i beni l’aumento si riduce da +1,0% a +0,8% mentre per i servizi si abbassa da +3,0% a +2,6%.

Il differenziale tra l’inflazione dei servizi, che rimane più alta, e quella dei beni diminuisce progressivamente, attestandosi a 1,8 punti percentuali. Questa riduzione indica una convergenza dei prezzi tra settori tradizionalmente più rigidi e altri più sensibili alle variazioni di mercato.

Altri fattori influenti sono l’aumento dei prezzi dei beni alimentari lavorati, che passano da +2,2% a +2,7%, e il rallentamento della flessione nei beni durevoli da -1,4% a -1,1%. I prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona scendono dal +3,6% al +3,1%, così come quelli relativi ai trasporti, che si riducono significativamente dal +4,4% al +2,6%.

Il lieve calo congiunturale dell’indice generale dipende in larga misura dalla diminuzione nei prezzi dei servizi di trasporto e degli energetici non regolamentati . Tuttavia, alcuni comparti continuano a salire, come alimentari non lavorati e alimentari lavorati , oltre ai servizi ricreativi .

Rincari nel comparto alimentare evidenziati da assoutenti

L’associazione Assoutenti ha sottolineato come i generi alimentari e le bevande analcoliche abbiano subito un incremento medio annuo del 3,2%. Prodotti come il burro , il caffè , il cioccolato e il cacao mostrano aumenti particolarmente significativi, confermando tensioni nelle materie prime e nei costi di produzione.

Alcuni beni stagionali presentano aumenti importanti per il periodo estivo, come i gelati con +3,4%, il riso +4,2%, e le bevande gassate +4,1%. Anche la frutta fresca segue la tendenza: pesche e nettarine crescono del 5,1%, agrumi del 13,4%, frutta secca +5,3%, e i pomodori +7,3%.

Secondo il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, questa tendenza riflette problemi persistenti nel mercato delle materie prime e rischia di peggiorare nelle prossime settimane con l’aumento della domanda per i prodotti estivi. La pressione potrebbe intensificarsi ulteriormente se il prezzo del petrolio dovesse salire, alimentando un aumento dei costi al dettaglio.

Aumenti nei prezzi del settore turismo, evidenziati dal codacons

I rincari si estendono al settore turistico. Il Codacons evidenzia come a maggio le spese per vacanze e trasporti legati al turismo siano salite con ritmo sostenuto. I voli nazionali costano il 30,8% in più rispetto allo scorso anno, mentre i traghetti registrano un aumento del 9,7%.

I servizi ricreativi e sportivi, quali piscine, palestre e parchi divertimento, sono cresciuti dell’8,3%, insieme ai pacchetti vacanza con +7,2%. Gli alberghi hanno innalzato i prezzi del 3,3%, mentre case vacanza e bed & breakfast registrano rialzi intorno al 5,8%.

Questi aumenti, rileva il Codacons, arrivano proprio nel periodo in cui gli italiani si preparano a partire per le vacanze estive. L’impennata delle tariffe porta a un aggravio notevole sulle spese delle famiglie. Considerando l’intero carico economico, la crescita dell’inflazione si traduce in un maggior esborso medio annuo di 526 euro per la famiglia tipo, che può arrivare a 716 euro per un nucleo con due figli.

I dati mostrano una situazione in cui la leva dell’inflazione si mantiene alta su quei beni e servizi fondamentali per i consumatori, mentre l’indice generale si muove lentamente verso un contenimento. Restano però le difficoltà legate al potere d’acquisto soprattutto nelle categorie con costi che impattano direttamente sulla quotidianità delle famiglie italiane.

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