Il giovane L.D.M., condannato in primo grado per l’omicidio di Santo Romano, è stato sottoposto a due interrogatori presso l’istituto penale minorile di Casal del Marmo nei giorni scorsi. Le nuove contestazioni riguardano l’uso di telefoni cellulari e il possesso di un oggetto improvvisato. Parallelamente, la famiglia del minore ha presentato una denuncia per minacce ricevute tramite social network. Ecco cosa è successo nel dettaglio, i passaggi delle indagini e le reazioni degli interessati.
Gli interrogatori e le contestazioni sul possesso di telefoni e oggetti in cella
Gli interrogatori a cui L.D.M. è stato sottoposto sono stati richiesti dalle procure minorili di Roma e Napoli. In uno dei colloqui ha partecipato anche la dottoressa Patrizia Imperato, procuratore dei minori di Napoli. L’attenzione si è concentrata soprattutto sulla detenzione e l’utilizzo di telefonini in due istituti di pena nei quali il ragazzo è stato rinchiuso. Questi strumenti non potevano essere in possesso del minorenne, secondo l’accusa. Inoltre, la procura di Roma ha contestato il possesso di un taglierino fabbricato artigianalmente, partendo da uno spazzolino da denti e una lametta da barba. La difesa ha chiarito che l’oggetto era impiegato esclusivamente per uso personale di igiene e non è mai stato tolto dalla cella. L.D.M. ha dichiarato di aver usato i telefoni per mantenere i contatti con familiari e amici durante la detenzione. L’avvocato Antonino Castorino ha ribadito che “non emergono comportamenti minacciosi o provocatori da parte del ragazzo, né verso terzi né verso la famiglia della vittima.”
La denuncia della famiglia del minore per minacce via social network
In concomitanza con le contestazioni penalistiche rivolte a L.D.M., la famiglia del ragazzo ha presentato una denuncia presso la questura di Napoli. L’atto riguarda messaggi offensivi e minacce che sono state diffuse attraverso profili social con identità non chiare, contenenti foto del giovane detenuto. La famiglia intende far cessare queste manifestazioni di odio, perseguendo chi le ha originate con azioni legali. È stata sottolineata la gravità di tali condotte, considerate pericolose e inaccettabili. La denuncia si propone di identificare i responsabili e tutelare il minore da ulteriori insulti che alimentano tensioni attorno a una vicenda già dolorosa.
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Il percorso del giovane detenuto e il dolore delle famiglie coinvolte
L’avvocato Castorino ha evidenziato che L.D.M. sta seguendo un cammino volto al recupero e al riconoscimento delle proprie responsabilità. Il ragazzo, affiancato dalla famiglia e dai legali, è consapevole degli sbagli fatti che hanno portato alla sua condanna. La morte di Santo Romano ha generato un dolore profondo non solo nella parte lesa, ma anche in chi ha stretti legami con il minore reo. La difesa spera in una riduzione delle tensioni e in una gestione più calma della situazione, per consentire alle autorità competenti di approfondire i fatti che hanno fatto emergere queste nuove contestazioni. Il confronto nelle sedi giudiziarie resta l’unico strumento per chiarire le responsabilità e per stabilire le conseguenze dei comportamenti incriminati.
Il monitoraggio giudiziario e l’evoluzione della vicenda
La vicenda resta aperta sotto il controllo dei magistrati minorili, con attenzione al rispetto dei diritti del minore e al diritto della famiglia della vittima a vedere riconosciuta la giustizia. Resta sotto osservazione l’evoluzione dei rapporti tra le parti e il modo in cui saranno gestite le criticità emerse in carcere e sui social.