indagini per danno erariale al genio civile di avellino: 75 dipendenti coinvolti per assenteismo e scambio di badge

indagini per danno erariale al genio civile di avellino: 75 dipendenti coinvolti per assenteismo e scambio di badge

A Avellino, 75 dipendenti ed ex dipendenti del Genio Civile sono indagati dalla Procura regionale della Corte dei Conti per assenteismo e uso improprio di badge nel 2018, con licenziamenti e sospensioni.
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A Avellino, 75 dipendenti del genio civile sono indagati per assenteismo e uso improprio dei badge nel 2018, con un danno erariale di oltre 170mila euro; 37 sono stati licenziati e altri sospesi in seguito a indagini della Guardia di Finanza. - Gaeta.it

A Avellino, 75 tra dipendenti ed ex dipendenti del genio civile sono stati convocati dalla procura regionale della corte dei conti per rispondere di un presunto danno erariale che supera i 170mila euro. L’accusa riguarda episodi di assenteismo, scambio di badge e il pagamento di ore mai effettivamente lavorate. Queste irregolarità si riferiscono a un periodo specifico del 2018 e hanno coinvolto anche dirigenti dell’ente.

Le radici dell’indagine della guardia di finanza a avellino

Le operazioni del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di avellino sono partite nel 2018 dopo diverse segnalazioni. Gli investigatori hanno documentato un sistema di assenteismo e irregolarità, che ha riguardato non solo dipendenti comuni ma anche figure apicali. Tra gli strumenti d’indagine, si sono distinti pedinamenti coordinati e l’installazione di telecamere nascoste per sorvegliare i movimenti degli impiegati davanti e all’interno degli uffici.

I documenti sequestrati durante le perquisizioni hanno confermato anomalie nelle presenze lavorative e l’uso improprio dei badge di accesso. In diversi casi i dipendenti uscivano dal posto di lavoro senza giustificazioni e facevano segnare la presenza a colleghi in loro assenza. L’indagine ha preso una piega decisa una volta raccolte le prove visive e scritte, decisamente incompatibili con i report ufficiali dell’ente.

Le tecniche d’indagine principali utilizzate

Tra gli strumenti di indagine sono stati fondamentali pedinamenti e l’installazione di telecamere nascoste. Questi hanno permesso di monitorare i movimenti davanti e dentro gli uffici, raccogliendo prove video e testimonianze dirette sulle irregolarità.

Le conseguenze per i lavoratori coinvolti e le misure disciplinari adottate

A seguito delle prove raccolte, la procura ha proceduto al licenziamento di 37 dipendenti. Altri 37 sono stati sospesi dal servizio per un periodo variabile da uno a sei mesi. Tra questi c’era anche la dirigente pro tempore dell’ufficio, che sarebbe stata responsabile di omessa vigilanza, cioè di non aver controllato a dovere la regolarità del personale di cui aveva la responsabilità diretta.

Le sanzioni hanno colpito un’ampia fascia di lavoratori, dimostrando che il problema si è esteso ben oltre casi isolati. Diverse figure sono state ritenute responsabili di compromettere il corretto funzionamento dell’ente pubblico attraverso comportamenti ripetuti e sistematici. La Corte dei Conti ha così valutato il danno economico causato all’ente che sostiene i costi delle retribuzioni per ore non lavorate realmente.

Dettagli sulle sanzioni disciplinari

Le sospensioni e i licenziamenti evidenziano come la risposta disciplinare sia stata articolata e mirata, colpendo varie categorie di dipendenti, compresi i dirigenti responsabili di controllo.

Il periodo delle irregolarità e le tecniche investigative utilizzate

Il periodo sorvegliato e al centro delle indagini va da aprile a giugno 2018. In quei mesi sono stati scoperti numerosi episodi di assenze, badge ceduti ad altri e ore di lavoro mai svolte ma comunque retribuite. Gli investigatori sono riusciti a ricostruire dettagliatamente le attività sospette grazie all’incrocio di diversi strumenti investigativi: pedinamenti, registrazioni video in luoghi frequentati dall’ente e acquisizioni documentali precise.

La presenza di telecamere occultate è stata fondamentale nel raccogliere prove incontrastabili. Attraverso la videosorveglianza, è stato possibile fotografare più volte i passaggi fraudolenti dei badge tra colleghi e le uscite non autorizzate dagli uffici. Questi dettagli, insieme ai dati sui turni lavorativi, hanno permesso di quantificare le ore pagate senza lavoro svolto e stimare il danno economico.

L’indagine mette in luce come le strutture pubbliche possono essere vulnerabili a queste pratiche scorrette e come la vigilanza attenta della magistratura e delle forze dell’ordine sia necessaria per preservare i fondi pubblici. Gli sviluppi successivi alla notifica degli inviti a dedurre si concentrano ora sulle eventuali risposte degli indagati e sulle modalità di recupero delle somme contestate.

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