Indagine milano: al via l'analisi di dna e impronte per il caso chiara poggi, nuova svolta su andrea sempio

Indagine milano: al via l’analisi di dna e impronte per il caso chiara poggi, nuova svolta su andrea sempio

La procura di Pavia riapre l’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi a Milano con nuovi accertamenti tecnici su dna e impronte, coinvolgendo esperti per verificare tracce e rivalutare la condanna di Alberto Stasi.
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Riapre a Milano l'inchiesta sull'omicidio di Chiara Poggi con nuovi accertamenti sul DNA e le impronte, coinvolgendo esperti e rivalutando prove chiave per possibile revisione del caso. - Gaeta.it

La nuova fase dell’inchiesta sull’omicidio di chiara poggi si apre a milano con una serie di accertamenti tecnici destinati a fare chiarezza su alcuni aspetti mai del tutto definiti del caso. La procura di pavia ha riaperto l’indagine coinvolgendo andrea sempio, amico del fratello della vittima, e ora gli esperti dovranno confrontare i profili genetici per trovare risposte decisive. L’esame del dna e delle impronte digitali segna l’inizio di una battaglia giudiziaria che potrebbe cambiare le carte in tavola dopo la condanna all’ex fidanzato di chiara, alberto stasi.

La convocazione e il contesto degli esperti coinvolti nell’incidente probatorio

L’appuntamento è fissato alle 10.30 nella sede della polizia scientifica di via Fatebenefratelli a milano. Qui si raduneranno i periti nominati dalla gip daniela garlaschelli, insieme ai consulenti della procura e della difesa. Denise Albani e Domenico Marchigiani rappresentano la componente tecnica del giudice, mentre per i pm operano carlo previderè e pierangela grignani. Puntuale la presenza di esperti come luciano garofano, ex comandante dei Ris di Parma che avevano seguito il caso anni fa, e luigi bisogno, esperto di dattiloscopia ormai in pensione ma con una vasta esperienza. L’incontro vedrà inoltre l’intervento dei legali delle parti, con una rappresentanza per i familiari di chiara poggi e gli avvocati della difesa e della parte civile.

Commento sul gruppo di lavoro

La presenza massiccia di questi protagonisti indica la complessità dell’operazione tecnica e l’importanza attribuita ai risultati che potrebbero emergere. L’obiettivo è affrontare le questioni scientifiche legate alle tracce di dna e impronte raccolte nel corso delle indagini, alcune delle quali risalgono a quasi un ventennio fa, durante il processo a stasi. Questa prima riunione segnerà il punto di partenza per la verifica di elementi che potrebbero influenzare l’orientamento del procedimento.

La richiesta di verifica del dna: confronti e criticità sulle tracce reperite

Il fulcro dell’incidente probatorio è la valutazione dell’affidabilità dei profili genetici estratti ai tempi dall’indagine sull’omicidio. In particolare, si esamineranno i profili ottenuti dai margini ungueali di chiara, cioè sotto le unghie, già analizzati durante il processo di appello bis a carico di alberto stasi. Oggi, con le tecniche forensi più aggiornate e una nuova comparazione con il dna di andrea sempio, si tenterà di stabilire se quelle tracce possano essere considerate consistenti e utilizzabili in giudizio.

Gli esperti proseguiranno con l’individuazione di eventuali impronte sulle fascette para-adesive trovate in casa poggi, compresa la numero 10 lasciata sulla porta dell’abitazione. Questi segni saranno incrociati con il dna delle persone che hanno frequentato l’abitazione. Inoltre, si verificherà anche il materiale isolato e archiviato dalla squadra dei ris di parma durante l’inchiesta originaria, cercando di recuperare qualcosa che in passato era considerato inutilizzabile.

Sfide tecniche nell’analisi

Questo confronto si presenta delicato. Da un lato, i metodi sono migliorati e possono offrire nuove possibilità; dall’altro, le condizioni di conservazione e le contaminazioni possibili nei reperti più vecchi limitano la certezza dei risultati. La battaglia sarà quindi tutta basata sulla validità tecnica dei dati, che potrebbero mutare la prospettiva sulle responsabilità.

Procedimento tecnico: gestione e catalogazione dei reperti come fase preparatoria

Il primo nodo da sciogliere riguarda la verifica della custodia dei reperti recuperati giovedì scorso dagli archivi. Si tratta di documenti dettagliati in cui sono annotate tutte le operazioni relative alla raccolta, conservazione, e movimentazione dei materiali irrinunciabili per l’inchiesta. Il nuovo esame dei verbali servirà a valutare se il materiale ha avuto un trattamento conforme che ne garantisca l’integrità.

Questa fase permette di stabilire un punto fermo sullo stato del materiale presente prima di iniziare le analisi approfondite. Solo con certezza sulla catena di custodia sarà possibile sostenere la validità delle successive prove scientifiche. Dopo questa verifica preliminare, si definirà il calendario dei lavori da svolgere. Tra i reperti interessati ci saranno oggetti di uso quotidiano sequestrati la mattina successiva all’omicidio: un barattolino di fruttolo, confezioni di cereali, e cucchiaini da colazione, oggetti che chiara poggi avrebbe utilizzato ma non completato quella tragica giornata dell’agosto 2007.

Luogo degli accertamenti

Questi elementi verranno analizzati nei laboratori dell’ospedale Fatebenefratelli, sede degli accertamenti scientifici. È previsto un lavoro lungo, che dovrà fare i conti con tempi e strumenti ma soprattutto con le richieste del giudice, che ha imposto un termine di 90 giorni per l’accertamento. Questo limite appare piuttosto stretto visti i molti passaggi tecnici e la complessità della materia in esame.

L’attenzione dei media e le preoccupazioni sul clima mediatico attorno al processo

L’avvio degli accertamenti ha subito attirato l’interesse delle testate giornalistiche e dei social network. Nei locali della questura di milano sono arrivate le telecamere e si prevede forte pressione da parte degli operatori dell’informazione che seguono la vicenda fin dai primi sviluppi. La copertura mediatica mette in luce l’importanza pubblica del caso e la grande attesa sui risultati delle nuove analisi.

Il vicepresidente del consiglio superiore della magistratura, fabio pinelli, ha richiamato all’ordine invitando gli operatori della comunicazione a “fare un passo indietro”. Questo appello è volto a preservare l’imparzialità delle indagini, evitando che il clamore sociale influisca sui risvolti giudiziari. La gestione mediatica, infatti, potrebbe complicare il lavoro degli inquirenti e alterare la percezione pubblica di un caso che è già stato al centro di discussioni e polemiche.

Clima e osservazione nazionale

La tensione intorno alla vicenda rimane alta, soprattutto dopo che la magistratura ha approcciato nuovamente una pista investigativa diversa da quella che in passato aveva condotto alla condanna definitiva di alberto stasi. La fase tecnica che si apre a milano sarà dunque osservata con attenzione in tutta italia, attesa per gli esiti che potrebbero riaprire un dibattito giudiziario tuttora irrisolto.

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