La procura europea ha avviato un procedimento che riguarda i fondi destinati al progetto del biodigestore a Colli di Taggia, in provincia di Imperia. L’inchiesta si concentra sul mancato ottenimento di oltre 6 milioni di euro del Pnrr messi a disposizione per la costruzione dell’impianto. Tra gli indagati figura il presidente della Provincia di Imperia e sindaco di Imperia, Claudio Scajola, insieme ad altri soggetti coinvolti nella gestione e presentazione del progetto. Ecco tutti i dettagli emersi finora sulle indagini e le reazioni ufficiali.
Il procedimento avviato dalla procura europea e le prime reazioni di claudio scajola
Claudio Scajola ha dichiarato di aver appreso la notizia dell’indagine esclusivamente attraverso la stampa, precisando di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale o invito a comparire da parte della Procura europea . Il procedimento riguarda il presunto tentativo di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, con indagini seguite dalla procura delegata a Torino, coordinata dal sostituto procuratore europeo Adriano Scudieri.
Nel suo intervento, Scajola ha confermato di aver ripercorso con gli uffici competenti l’intera vicenda, ribadendo la convinzione della correttezza dell’operato della Provincia. Secondo il presidente, c’è stata una continuità nei rapporti con il Ministero, caratterizzati da trasparenza e comunicazioni costanti. Lo stesso ha espresso perplessità sulla modalità con cui sono trapelate queste informazioni, sottolineando la necessità di chiarire la provenienza dei dati prima di poter fare ulteriori valutazioni.
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Insieme agli indagati, oltre a Scajola, risultano coinvolti Riccardo Demicheli, amministratore delegato della Avalon Srl, una società di consulenza con sede a Piacenza, e Michele Russo, ingegnere ed ex dirigente della Provincia di Imperia ora in pensione. I dettagli della vicenda sono emersi sul web, ripresi da alcuni media online prima di qualunque comunicazione ufficiale.
Il progetto del biodigestore e il ruolo dei fondi pnrr nel finanziamento dell’opera
Il biodigestore per il trattamento dei rifiuti a Colli di Taggia è un progetto che rientra tra le opere di grande rilevanza ambientale e industriale in provincia di Imperia. Il costo complessivo dell’opera è stimato a diverse centinaia di milioni di euro e la Provincia aveva presentato domanda per l’ottenimento di fondi Pnrr per poco più di 6 milioni.
Nel corso dell’iter, la Provincia ha manifestato dubbi in merito alla rispondenza del progetto al bando di finanziamento Pnrr, e ha quindi richiesto un parere ufficiale al Ministero competente. Dopo un’istruttoria accurata, il Ministero ha respinto il progetto, dichiarando che non rispettava i requisiti richiesti e ha revocato il finanziamento. Da qui parte l’accusa che indaga il tentativo di ottenere erogazioni non spettanti attraverso il progetto.
L’interesse della procura europea interessa l’utilizzo corretto di fondi europei nel quadro del Pnrr, un tema che è diventato delicato a causa delle verifiche sull’impiego dei fondi pubblici da parte degli enti territoriali. I 6 milioni e mezzo di euro rappresentano una quota rilevante del finanziamento richiesto e la revoca da parte del Ministero ha avuto un impatto immediato sull’avanzamento del biodigestore.
La posizione della provincia di imperia e le risposte ufficiali alle accuse
Nel tracciare l’iter della vicenda, la Provincia di Imperia ha sostenuto di aver sempre operato con attenzione e trasparenza, mantenendo il costante dialogo con il Ministero e seguendo le procedure previste dalla normativa nazionale ed europea. L’eventuale coinvolgimento della struttura della Provincia nell’indagine non modifica la posizione ufficiale, che si basa sulla correttezza degli atti e sulla buona fede nella gestione del progetto.
Claudio Scajola ha ribadito la fiducia nelle istituzioni e il rispetto delle procedure, sottolineando la complessità di quanto emerso. Ha inoltre chiesto chiarezza sulle modalità con cui la notizia sia stata divulgata alla stampa, evidenziando la necessità di un confronto diretto con la Procura per rispondere puntualmente ai fatti contestati.
L’esito dell’indagine potrà fare luce sui passaggi burocratici e tecnici della richiesta di finanziamento, sui motivi della revoca e sulle eventuali responsabilità per presunte irregolarità. La vicenda ha attirato attenzione per la rilevanza dell’opera nel territorio e per la somma importante di fondi europei coinvolti.
La Procura europea prosegue nelle verifiche senza emettere al momento alcun commento ufficiale oltre a confermare l’esistenza del fascicolo. I protagonisti della vicenda attendono i prossimi sviluppi per poter fornire ulteriori elementi.