Indagine della guardia di finanza di napoli smaschera banda che truffava imprenditori con false garanzie ue, emergono dettagli su un suicidio

Indagine della guardia di finanza di napoli smaschera banda che truffava imprenditori con false garanzie ue, emergono dettagli su un suicidio

La guardia di finanza di Napoli e la procura di Napoli Nord hanno smantellato una rete di truffatori che, tramite la società fittizia European Global Guarantees Ventures Ltd, ha ingannato imprenditori promettendo finanziamenti europei inesistenti.
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La Guardia di Finanza di Napoli ha smantellato una rete di truffatori che prometteva finanziamenti europei inesistenti a imprenditori, coinvolgendo una falsa società irlandese e causando gravi danni economici e personali. - Gaeta.it

Una complessa indagine della guardia di finanza di napoli ha scoperto una rete di truffatori che ha ingannato circa un centinaio di imprenditori, promettendo finanziamenti europei che non potevano essere erogati. Il lavoro del nucleo di polizia economico-finanziaria, coordinato dalla procura di napoli nord, ha permesso di far luce su un sistema di frodi che ruotava attorno a una società irlandese fittizia. Durante le verifiche è emerso anche un caso collegato al suicidio della madre di una delle vittime, elemento che ha aggiunto un ulteriore sfondo umano alla vicenda. La truffa, i nomi degli indagati e le modalità di azione verranno illustrate nelle sezioni seguenti.

Come funzionava la truffa e la falsa società europea

Il meccanismo messo in atto dalla presunta associazione a delinquere si basava sull’offerta di garanzie fideiussorie rilasciate da una società irlandese, la european global guarantees ventures ltd . Questa società non risultava autorizzata né iscritta negli elenchi ufficiali che permettono di operare legalmente in ambito finanziario, ma simulava documenti e polizze credibili agli occhi delle vittime. Con queste garanzie fasulle, i truffatori promettevano l’accesso a fondi e agevolazioni provenienti dall’Unione Europea, attirando imprenditori e aziende in difficoltà finanziarie o in cerca di supporti economici. I documenti e le comunicazioni forniti inducevano gli interessati a versare somme di denaro, convinti di ricevere i finanziamenti richiesti. La mancanza di fondi reali e la natura irregolare delle polizze garantite hanno reso l’intera operazione un inganno fraudolento, una trappola che ha colpito settori diversi, con particolare attenzione a imprese locali e familiari.

Arresti e dinamiche dell’indagine nella provincia di napoli

La procura di napoli nord ha coordinato gli accertamenti della guardia di finanza per mesi, fino a individuare i soggetti coinvolti e i canali utilizzati per la truffa. Sono state emesse misure cautelari a carico di sette persone, ritenute responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla frode e alla truffa. Gerardo Conza, 60 anni; Giuseppe Strabello, 29 anni, ed Eugenio Giunta, 70 anni, sono finiti in carcere. A loro si aggiungono Pasquale Principe e Francesco Sicignano, che hanno ricevuto gli arresti domiciliari per aver fornito appoggi finanziari e società di comodo. Angela Guercia, seconda figura legata all’associazione, si occupava invece di reperire la clientela. Le indagini hanno anche svelato la costituzione di una nuova società in bulgaria, che si serviva di simboli religiosi della chiesa cattolica ortodossa per apparire più affidabile, truccando così lo scenario per colpire ulteriori clienti all’estero. Il lavoro degli inquirenti si è basato su intercettazioni telefoniche e analisi documentali che hanno confermato la presenza di una rete articolata e ben organizzata.

Il suicidio e il suo legame con la truffa

Un episodio particolarmente delicato emerso durante le indagini riguarda il suicidio della madre di una delle imprenditrici coinvolte nella truffa. La donna, titolare di un’azienda agricola in provincia di bologna, aveva richiesto tramite l’intermediario incriminato la cessione di un credito d’imposta di cui si ignora ancora la somma esatta. Una conversazione intercettata il 19 aprile 2023 mostra l’imprenditrice che esprime il sospetto di essere stata imbrogliata e minaccia di rivolgersi «alla polizia internazionale» per «istigazione al suicidio». La madre di questa donna si era tolta la vita pochi giorni prima, l’11 aprile, in un contesto di forte stress e disperazione legato, probabilmente, anche alle difficoltà finanziarie generate dalla truffa. Il quadro che emerge conferma la portata drammatica del caso e sottolinea l’impatto umano oltre a quello penale.

Minacce e tentativi di recupero dei fondi

L’unico indagato per cui non è stata disposta una misura cautelare è stato protagonista di un comportamento ambivalente durante le indagini. Ha infatti minacciato alcuni referenti della Eggv, cercando di recuperare in parte i soldi già richiesti dalle vittime. Durante un’intercettazione, ha fatto presente ai suoi interlocutori che «continuavano a prendere per i fondelli i clienti» e li ha accusati di non aver avuto il coraggio di esporsi pubblicamente nella vicenda. Nel dialogo ha sostenuto che «per noi questa è ancora carta straccia», riferendosi alle garanzie false. Questi passaggi confermano che all’interno del gruppo esistevano tensioni e tentativi di rimedio, anche se senza reali possibilità di inversione della truffa. In ogni caso, il fallimento delle promesse di finanziamento ha portato a gravi conseguenze economiche per molti imprenditori, tra cui la perdita di risorse e la distruzione di reputazioni professionali.

Implicazioni legali e sviluppo della causa penale a napoli nord

L’inchiesta della procura di napoli nord segue la normale procedura penale per reati finanziari e frodi in ambito europeo, ma mette in luce un metodo di azione che fa leva sulla confusione normativa e sulla fiducia ingenua degli imprenditori. L’assenza di autorizzazioni e l’uso di società straniere fittizie costituiscono elementi procedurali di rilievo. Le accuse includono associazione a delinquere, truffa aggravata e falsificazione di documenti. Gli arresti eseguiti dalla guardia di finanza si sono basati su prove raccolte negli ultimi mesi, che hanno permesso di svelare il ruolo di capi e promotori, così come quello di complici attivi nella gestione finanziaria. L’impatto di questo caso, per ampiezza e modalità, caratterizza una fetta rilevante delle attività criminali che riguardano le frodi sui finanziamenti europei, fenomeno che continua a preoccupare le forze dell’ordine italiane.

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