Un’inchiesta sulla frode fiscale ha portato a una serie di perquisizioni e sequestri nel distretto economico di prato. La guardia di finanza, sotto la direzione della procura locale, ha messo sotto la lente un gruppo di professionisti, tra cui un commercialista italiano e due consulenti del lavoro di origine cinese. L’indagine punta a smantellare un sistema che avrebbe consentito a numerose imprese di aggirare il fisco attraverso un meccanismo complesso, coinvolgendo studi professionali e società riconducibili in larga parte a cittadini cinesi.
Perquisizioni e soggetti coinvolti nello scandalo
Il 2025 ha visto un’operazione intensa a prato in cui sono state eseguite 14 perquisizioni che hanno toccato gli ambienti lavorativi e domiciliari dei tre indagati: un commercialista italiano di 65 anni, una consulente del lavoro cinese di 42 anni e un collega dello stesso settore, cinese di 43 anni. Gli accertamenti hanno interessato anche dieci realtà aziendali tra imprese individuali e società a responsabilità limitata. Queste aziende sarebbero state parte integrante dell’articolato sistema di evasione fiscale.
Le verifiche hanno riguardato sia gli uffici professionali dove i tre operano sia i domicili personali. Agli investigatori sono stati consegnati documenti contabili e dispositivi informatici che ora stanno passando al vaglio degli esperti finanziari per ricostruire il meccanismo alla base della frode. L’attività si concentra sulle accuse di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e concorso aggravato nell’ambito della consulenza fiscale.
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Caratteristiche del sistema di evasione fiscale nel distretto di prato
Le autorità giudiziarie di prato hanno parlato di un “sistema strutturato di evasione fiscale seriale“, segnalando come il fulcro dell’operazione sia uno studio di elaborazione dati contabili collegato ai tre professionisti. Questo studio deteneva le scritture contabili di quasi 900 imprese individuali, molte riconducibili a imprenditori cinesi presenti nel territorio.
Il sistema illecito sfruttava la consulenza d’esperti per offrire assistenza fiscale continua e consapevole a imprenditori che, dietro il volto di nuove attività, avevano riavviato imprese precedentemente cessate con debiti fiscali importanti. La tecnica nota come “apri e chiudi” prevedeva la chiusura di società insolventi e la creazione di nuove entità con stesse sedi, clienti e personale, in modo da eludere i controlli fiscali e accumulare debiti senza pagare tasse.
Il ruolo dello studio e la complicità nella frode fiscale
Le indagini stanno dimostrando come lo studio professionale abbia avuto un ruolo attivo nel favorire operazioni fraudolente. Non si trattava di casi isolati ma di una pratica ripetuta, supportata da conoscenze approfondite delle normative fiscali. Gli esperti coinvolti mettevano le loro competenze a disposizione per aiutare imprenditori occulti, prevalentemente di origine cinese, a mantenere l’assegno delle proprie attività pur evitando gli obblighi tributari.
La presenza di uno studio di elaborazione dati contabili con un archivio di documenti così vasto ha permesso di mantenere in piedi l’intero meccanismo. Il controllo sulle scritture contabili di centinaia di imprese ha consentito di nascondere irregolarità e potenziali frodi. In sede di perquisizione, i materiali sequestrati saranno fondamentali per ricostruire l’entità e le modalità dell’evasione.
Contesto e obiettivi dell’indagine contro la criminalità economica a prato
La procura di prato ha inquadrato l’operazione in un più ampio piano di contrasto ai fenomeni di criminalità economica e finanziaria, soprattutto quella di matrice transnazionale, che influenzano negativamente il distretto tessile locale. Il tessuto produttivo di prato, noto per la sua vocazione manifatturiera, rischia di subire gravi danni da comportamenti illeciti come quelli messi in luce dalle indagini.
Lo smascheramento di questi sistemi irregolari punta a ripristinare legalità e trasparenza nelle attività commerciali e fiscali. Le autorità vogliono bloccare il ciclo di frodi che danneggiano l’erario e falsano la concorrenza. L’indagine testimonia l’attenzione che la magistratura e le forze dell’ordine continuano a dedicare alla tutela del territorio e dei contributi pubblici, con interventi che esplorano anche i legami tra società italiane e realtà imprenditoriali straniere.