Un segnale radio misterioso scoperto nel deserto australiano proveniva da un televisore riflesso da un aereo

Un segnale radio misterioso scoperto nel deserto australiano proveniva da un televisore riflesso da un aereo

La radioastronomia in australia affronta interferenze antropogeniche, come il segnale televisivo riflesso da un aereo captato dal Murchison Widefield Array, spingendo lo sviluppo di tecniche avanzate per isolare e filtrare i disturbi radio.
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Nel 2013 il radiotelescopio australiano Murchison Widefield Array ha rilevato un segnale radio inizialmente ritenuto extraterrestre, poi identificato come un'eco riflessa da un aereo di un normale segnale televisivo terrestre, evidenziando l'importanza di nuove tecniche per distinguere e filtrare le interferenze umane nella radioastronomia. - Gaeta.it

La radioastronomia affronta quotidianamente il problema delle interferenze causate dai segnali prodotti dalle tecnologie umane. Nel 2013, il radiotelescopio Murchison Widefield Array, situato in una delle zone più silenziose dal punto di vista radio in Australia, ha captato un segnale insolito che ha fatto pensare a un possibile messaggio extraterrestre. Dopo anni di analisi, si è scoperto che quel segnale arrivava in realtà da un normale televisore, la cui onda era stata riflessa da un aereo in volo. Questo episodio ha portato a nuove tecniche per riconoscere e filtrare meglio l’inquinamento radio prodotto dall’uomo.

Il problema delle interferenze antropogeniche nella radioastronomia

I segnali antropogenici sono onde radio generate da fonti terrestri come apparecchi elettronici, linee elettriche, veicoli e dispositivi di comunicazione. La radioastronomia, che si basa sull’osservazione di segnali molto deboli provenienti dall’universo, risente fortemente di questi disturbi. Anche in zone remote e protette, dove si cerca di ridurre al minimo ogni tipo di emissione radio, capita che segnali prodotti dall’uomo riescano a infiltrarsi nelle rilevazioni. Il fatto che gli esseri umani usino moltissime tecnologie che emettono onde radio rende questa interferenza quasi inevitabile, e rappresenta un ostacolo reale per chi cerca informazioni utili da fonti extraterrestri.

Le strutture come il Murchison Widefield Array si trovano in aree protette, dove è vietato l’uso di dispositivi radio che possano interferire con gli strumenti. Ma anche qui, le emissioni provenienti da altre fonti, soprattutto quelle riflesse da oggetti in movimento come gli aerei, possono attraversare queste zone silenziose. Questo spiega perché, nonostante le misure di protezione, segnali anomali possono comparire nelle osservazioni radioastronomiche.

La scoperta del segnale proveniente da un televisore in australia

Nel 2013, il radiotelescopio Murchison Widefield Array, situato nel deserto di Pilbara in Australia, ha registrato un segnale radio insolito. L’antenna, formata da oltre 4.000 elementi, è posta all’interno di una zona dove si applicano rigide restrizioni sulle emissioni radio. Eppure, un segnale televisivo digitale è stato intercettato e inizialmente scambiato per qualcosa di misterioso.

Gli scienziati della Brown University, dopo molti tentativi e monitoraggi, hanno confermato che quel segnale non aveva origine extraterrestre. Jonathan Pober, fisico coinvolto nella ricerca, ha spiegato come il segnale fosse in realtà una trasmissione della Seven Network australiana riflessa da un aereo in volo a circa 11,7 chilometri di quota, a una velocità di 792 km/h. “Questo segnale, rimbalzato sull’aereo, ha dato l’illusione di sorgere dallo spazio, ma era solo un’eco terrestre.”

Questo episodio sottolinea quanto anche in ambienti controllati la tecnologia umana possa produrre interferenze difficili da distinguere da segnali spaziali veri, soprattutto quando la riflessione su superfici mobili è in gioco.

Tecniche sviluppate per isolare e rimuovere le interferenze radio

Per affrontare questo tipo di problemi, i ricercatori hanno lavorato a tecniche di analisi più precise per separare i segnali radio di origine terrestre da quelli provenienti dallo spazio profondo. Il primo metodo si chiama correzioni di campo vicino, che consente di mettere a fuoco meglio gli oggetti vicini, come un aereo o un televisore, distinguendoli dai segnali lontani.

Il secondo metodo, conosciuto come beamforming, permette di affinare la ricezione del segnale, riducendo il rumore e aumentando la capacità di isolare le interferenze causate da trasmissioni terrestri riflesse o dirette. Queste tecniche, applicate al Murchison Widefield Array, hanno aiutato gli scienziati a individuare e caratterizzare meglio il segnale televisivo riflesso e a capire come trattare segnali simili in futuro.

Attraverso queste soluzioni gli astronomi possono preservare un maggior numero di dati utili, tenendo sotto controllo le interferenze e migliorando la qualità delle osservazioni radioastronomiche.

L’importanza di riconoscere le interferenze per la radioastronomia

Riuscire a identificare con precisione le interferenze antropogeniche significa ridurre la perdita di osservazioni di valore e aumentare la probabilità di scoprire segnali genuini provenienti dallo spazio. Gli studiosi responsabili di questo studio, pubblicato sulla rivista Publications of the Astronomical Society of Australia, ritengono che queste tecniche rappresentino un passo avanti verso una radioastronomia più pulita e affidabile.

Il caso del segnale televisivo riflesso da un aereo nel deserto australiano dimostra quanto sia complesso il lavoro per distinguere il reale dallo artefatto e come il progresso tecnologico nel trattamento dei dati radio supporti questa attività. I radiotelescopi continueranno ad essere vulnerabili a interferenze di varia origine, ma metodi come quelli sviluppati dal team di Brown University offrono nuove speranze per limitare i disturbi causati dalle onde radio prodotte dall’uomo.

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