Indagine a imperia su corruzione negli uffici immigrazione: arresti e sequestri per migliaia di euro

Indagine a imperia su corruzione negli uffici immigrazione: arresti e sequestri per migliaia di euro

La procura di Imperia e la squadra mobile arrestano cinque persone per corruzione negli uffici immigrazione di Imperia e Sanremo, sequestrando 267.000 euro in contanti legati a pratiche irregolari sui permessi di soggiorno.
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La procura di Imperia ha arrestato cinque persone, tra cui due pubblici ufficiali, per corruzione legata ai permessi di soggiorno, sequestrando oltre 267.000 euro in contanti. - Gaeta.it

L’inchiesta condotta dalla procura di imperia insieme alla squadra mobile ha portato all’arresto di persone coinvolte in episodi di corruzione legati a pratiche amministrative per i permessi di soggiorno. Il caso riguarda membri degli uffici immigrazione della questura di imperia e del commissariato di sanremo. Durante le operazioni sono state eseguite perquisizioni e sequestri di somme ingenti in contanti.

Le accuse e il contesto dell’indagine

L’indagine è partita dopo sospetti su comportamenti illeciti nell’ambito del rilascio dei permessi di soggiorno. I cinque indagati sono accusati di corruzione propria, ovvero di aver ricevuto o richiesto denaro in cambio dell’accelerazione o del favore nella gestione delle pratiche amministrative. Tra i coinvolti ci sono due dipendenti pubblici che lavorano negli uffici immigrazione di imperia e sanremo, e tre persone private che operano come titolari o collaboratori di agenzie che assistono stranieri nelle procedure burocratiche.

Le indagini hanno evidenziato una rete di accordi non trasparenti, con scambi di soldi in contanti e documenti. Le autorità hanno monitorato i movimenti, raccogliendo prove dirette di comportamenti illeciti. L’attenzione si è focalizzata su circa cinque persone, presentate come protagoniste di una pratica diffusa e sistematica.

Gli arresti in flagranza durante la consegna dei soldi

Il momento clou dell’inchiesta è arrivato con l’arresto in flagranza di un pubblico ufficiale nella sede dell’ufficio immigrazione della questura di imperia. L’episodio si è verificato subito dopo la ricezione di 5.000 euro in contanti, consegnati dall’intestataria di un’agenzia per le pratiche degli stranieri, che si occupa professionalmente di questi servizi ma non come ente pubblico.

La cifra era racchiusa in una busta insieme ai documenti relativi alle pratiche da gestire. La somma era composta da banconote da 200 euro. L’operazione si è svolta grazie al coordinamento tra procura e forze dell’ordine, con l’obiettivo di cogliere sul fatto i protagonisti. Anche la donna che ha consegnato il denaro è stata arrestata nell’immediatezza della consegna.

Perquisizioni e sequestro di denaro contante

Parallelamente agli arresti sono state eseguite perquisizioni domiciliari e negli uffici collegati agli indagati. Queste operazioni hanno permesso di rinvenire e sequestrare una somma complessiva di 267.000 euro in contanti. La cifra più consistente, circa 133.000 euro, è stata trovata nel locale in uso al pubblico ufficiale arrestato.

Il denaro era nascosto in vari nascondigli, probabilmente accumulato nel tempo grazie alle tangenti ricevute. Le autorità hanno esteso le ispezioni anche ai locali dove operano le agenzie che facilitano i cittadini stranieri nelle pratiche burocratiche, allo scopo di individuare altri elementi collegati agli episodi di corruzione.

Impatto e sviluppi futuri dell’inchiesta

L’inchiesta mette in luce aspetti delicati del funzionamento degli uffici immigrazione nella provincia di imperia. Queste pratiche irregolari influenzano direttamente l’accesso ai permessi di soggiorno, determinando disparità e violazioni della legge. I risultati ottenuti rappresentano un intervento mirato a ripristinare la trasparenza e il rispetto delle procedure da parte di chi riveste ruoli pubblici.

Le autorità continueranno a indagare per identificare eventuali altre responsabilità e per accertare la presenza di ulteriori meccanismi illeciti nelle pratiche amministrative legate all’immigrazione. Il sequestro della vasta somma di denaro conferma la rilevanza e la portata di questa rete illegale scoperta sul territorio. L’attenzione resta alta sui futuri sviluppi e sulle possibili azioni giudiziarie successive.

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